IN ITALIA SI LAVORA !
Settimana densa di avvenimenti. Qui in Italia tutto bene, soprattutto a Milano, dove un uomo ha dimostrato che con la decisione e l'abilità si possono ottenere eccellenti risultati. Ci riferiamo all'ignoto e abilissimo finto lavavetri che in pochi minuti, in pieno giorno, è riuscito a smontare la vetrina di una gioielleria di via Montenapoleone, spostare con le ventose il lastrone di vetro, spazzolare i preziosi esposti e andarsene indisturbato. D'accordo, moralmente e giuridicamente è un ladro, anzi un ladrone, se facciamo le proporzioni col valore del bottino. Ma chi non ha provato un attimo di ammirazione, alzi la mano. E poi si dice che in Italia non si lavora a sufficienza! Un'altra voce maligna molto diffusa è che anche i parlamentari non lavorino a sufficienza, che l'assenteismo tra gli onorevoli sia fin troppo diffuso. Ma anche questo è un pregiudizio. Infatti dall'inizio della legislatura (quindi in poco più di cinque mesi) sul governo sono piovute 92 mozioni, 218 interpellanze e 2307 interrogazioni. Come vedete, si lavora. E non si dica che i nostri parlamentari non hanno a cuore i problemi più urgenti, la soluzione delle angosce che attanagliano il popolo italiano. Leggiamo infatti che al ministro degli Esteri è stato chiesto di attivarsi con urgenza per sapere se davvero il governo americano ha bloccato le importazioni del Brunello di Montalcino. I generi alimentari preoccupano non poco i nostri onorevoli, che interpellano il governo anche per sapere cosa si stia facendo per la filiera del tonno rosso, per la crisi del Prosciutto di San Daniele, per il miele, visto che lo fanno le api e che si registrano “numerosissimi fenomeni di apicidio”. Quest'ultima interrogazione, lo ammetto, lascia qualche perplessità. C'è un killer che odia le api? Giriamo il quesito ai Ros e alla Digos. Ma anche la salute pubblica rientra tra le preoccupazioni dei nostri rappresentati: infatti il governo viene richiamato alle sue responsabilità: cosa sta facendo contro l'eccessivo numero di meduse che infestano i mari? Un problema senza dubbio scottante. E cosa fa per contrastare la diffusione della ambrosia artemiisifolia (si chiama così, lo giuro), che libera polline che fa starnutire un sacco di gente? Ma il governo è messo davvero alle strette da un'interrogazione su un evento di portata nazionale: un automobilista milanese, alla guida di una Smart, si è visto appioppare una multa perché la targa anteriore è coerente con quella riportata dal libretto di circolazione, mentre la posteriore in luogo di una “G” porta una “C”. Ebbene, chiede l'interrogante, come intende intervenire il ministro dei Trasporti per accertare le responsabilità?
E SI PUO' ANCHE CAMBIARE. LO DICE IL WALTER
Insomma, in un Paese scosso e travagliato, c'è chi si preoccupa seriamente per noi. E una speranza deve venirci anche da Roma, dove, ci avvisa il Walter, è possibile cambiare. Cosa si debba cambiare di preciso, è un pochetto da chiarire, anche perché finora la sinistra ha contestato ogni progetto di riforma. Ma il Walter ha detto che il PD è per l'innovazione e non la conservazione. È un'affermazione basilare, perché contiene due concetti fondamentali. Anzitutto che il PD esiste, e questo è già qualcosa, visto che una voce autorevole della sinistra, Massimo Cacciari, ha affermato che il PD più che un partito è un'ipotesi. E il secondo concetto fondamentale, e soprattutto nuovo, è il fatto di essere per l'innovazione e non per la conservazione. Il Walter è un uomo di parola e infatti ha da subito applicato l'innovazione, innovando la matematica, sicché è riuscito a contare oltre 2,5 milioni di manifestanti a Roma, laddove la Questura afferma che erano circa duecentomila. Una differenza da nulla, che non può certo preoccupare un vero leader, un uomo tutto d'un pezzo come Veltroni. Basta vedere la sua posizione netta, indiscutibile, su Di Pietro. “Con Di Pietro l'alleanza è finita”. Insomma, bisogna restare divisi “però anche uniti” per fare opposizione. E la manifestazione di Roma è stata l'occasione per unire tutta l'opposizione, ma a questo punto è da chiarire se si tratta di opposizione al governo, o di opposizione alle opposizioni interne al PD, che si oppongono al segretario e fanno opposizione tra di loro. È un casino, ma ne usciremo. Del resto la manifestazione di Roma è stata “semplice, solare e bella”. Il tutto è di una tenerezza infinita, e di tenerezza c'è bisogno, perché, come ci avverte sempre il Walter, “Dalla crisi si esce o con il New Deal o con il nazismo”. Ora, poiché il New Deal, essendo ormai il Walter quasi americano, è chiaro che può farlo solo lui, il nazismo è quello di Berlusconi. E bisogna dire che si stanno facendo dei bei passi avanti sulla strada della collaborazione governo-opposizione, perché prima Berlusconi era accusato solo di fascismo, ora siamo già al nazismo. Un pool di esperti del PD è allo studio per verificare eventuali responsabilità di Berlusconi nello scoppio della guerra civile americana e nell'eruzione del Vesuvio che distrusse Ercolano e Pompei. Voci di corridoio dicono invece che la vendita dei vecchi porcellini di terracotta sia in straordinaria ascesa, perché anche la sola ipotesi di un New Deal guidato da un Veltroni ha provocato una corsa al ritiro dei soldi dalle banche. Ma si tratta, dicevamo, solo di maliziose voci di corridoio.
GIA', MA RESTA UN QUESITO: A CHE SERVE IL PD ?
Intanto è un dato di fatto che la manifestazione a Roma si è fatta, e il Walter ci teneva tanto. Adesso con una dozzina di congressi locali e un congresso nazionale si dovrebbe anche arrivare a determinare la proposta politica del PD. È la tanto attesa “Conferenza programmatica”. E anche in questo il Walter è stato innovativo: prima si fa la manifestazione, poi si decide la linea politica. Resta una preoccupazione: poiché sarebbe corretto informare i manifestanti di Roma per che cavolo, in definitiva, hanno manifestato, quante lettere il PD dovrà spedire: duecentomila o due milioni e mezzo? Pare che opterà per manifesti murali, nel dubbio.
Non hanno dubbi invece i numerosi vip della sinistra che, tuonando contro i progetti berlusconiani di tritamento della scuola pubblica a favore della scuola privata e solidarizzando con gli studenti scioperaioli, mandano però intanto i loro pargoli nelle migliori scuole private dove, si sa, non si sciopera o okkupa, ma si studia e si mantiene la disciplina.
INTANTO, E' NATA LA POLITICA CREATIVA
Da Rutelli alla Melandri, dalla Finocchiaro a Santoro, è tutto un concerto di splendente coerenza, con la scelta dei migliori istituti privati. Insomma, la rivoluzione la fa papà (o mamma), che col mucchio di soldi che guadagna può farla tranquillamente, tu va a scuola, taci e studia, sennò papà (o mamma) fanno la repressione. Nanni Moretti addirittura, tra un girotondo e l'altro, ha trovato il tempo di iscrivere i figli alla scuola americana Ambritt, dove già studiano i pargoli di Adinolfi.
Solo un maligno – o un fascista, ovviamente – potrebbe dire che questi santoni predicano bene e razzolano male. La verità è che loro, come il Walter, hanno inventato la politica creativa, e quindi può capitare che la realtà sia sbagliata rispetto a loro. Infatti uno dei principali cardini della politica creativa e che la realtà non esiste, o meglio, se esiste non deve troppo rompere le scatole. È il caso dei famosi protocolli di Kyoto, che hanno impegnato i Paesi sottoscrittori a strepitose spese per limitare le emissioni di anidride carbonica, nonché altre catastrofi, dalla terra che ribolle a quella che congela. Il Berlusconi ha detto “alt”, qui c'è da spendere un fracasso di soldi senza alcuna certezza di cosa accadrà, ergo non spendiamo a vanvera e pensiamoci su un attimo. Giustamente i fautori della politica creativa si sono risentiti: ma come, c'è un atto di fede già pronto e tu lo vuoi rimettere in discussione? Vergogna, repressione, fascismo strisciante, insulto alla natura, eccetera.
IL PROF. ZICHICHI? PROBABILMENTE NON ESISTE
Poi è intervenuto il prof. Antonino Zichichi, che fa lo scienziato e non il politico, né creativo, né terra terra. Con un articolo un po' complicato, che ammetto di aver dovuto rileggere un paio di volte, il prof. Zichichi ci spiega che quello che sappiamo effettivamente in materia di proprietà dell'atmosfera e di variazioni climatologiche è ben poco e che comunque le attività umane incidono per meno del 10% sulle variazioni climatologiche. Basti pensare che la Groenlandia, attualmente una distesa di ghiaccio, era un tempo una “terra verde”. E la piccola glaciazione a metà del XVIII secolo? Tutti fenomeni accaduti quando l'attività industriale era pressoché inesistente. E quindi sarebbe un po' da cretini spendere ora somme favolose per realizzare progetti che non si sa assolutamente a che diavolo servano, se non a seguire le orme di un catastrofismo che non ha alcuna dimostrazione scientifica.
Vi terremo informati. E arrivederci alla prossima settimana.
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