domenica 27 settembre 2009
L'ARGOMENTO DELLA SETTIMANA - 21 - 27 SETTEMBRE 2009
domenica 20 settembre 2009
L'ARGOMENTO DELLA SETTIMANA - 14 - 20 SETTEMBRE 2009
A KABUL SI MUORE, IN ITALIA SI VOMITA ODIO
Mi pare che in questa settimana appena trascorsa ci sia una sola cosa di cui parlare: la morte dei nostri sei soldati a Kabul. Certo, anche questa settimana è stata piena di pagliacciate fornite da quella sub-palude dell’intelligenza che è ormai la politica dei parolai sinistrati. Ma non ce ne frega niente, tanto moriranno da soli, soffocati dalla propria inconsistenza.
Mi interessa invece, da questa modesta tribuna, invitare alla preghiera per quei sei militari, per il loro sacrificio e per lo strazio dei loro familiari e amici.
Mi interessa che si parli di loro, perché questo squinternato Paese è ancora capace di produrre uomini che non cercano lo sballo, non vogliono scorciatoie per un impiego sicuro e ben remunerato, non ciondolano dal lunedì al venerdì per fare gli imbecilli al sabato e alla domenica.
No, grazie al Cielo in questo nostro squinternato Paese c’è anche chi sceglie la carriera delle armi, e si trova a migliaia di chilometri da casa, dagli affetti, da madri e fidanzate e mogli, perché il dovere lo ha chiamato lì. E non mi si dica, per favore, la balla che i nostri soldati vanno in quei posti perché attratti dalla lauta paga. Quando c’è di mezzo la pelle, i soldi contano poco. Nei Paesi ancora martoriati dal demone dell’odio,la morte può uscire improvvisa da ogni angolo. E lo si è visto, purtroppo.
L’offensiva islamica al mondo libero (culminata con l’attentato alle Due Torri, ma iniziata ben da prima) ha richiamato all’improvviso l’occidente obeso e appannato alla realtà dura dei fatti. Siamo in guerra. In una guerra spietata, guidata dal fanatismo che non si ferma finché non vede la morte dell’ultimo nemico. O che si fermerà se il nemico verrà, come si dice in gergo militare, “neutralizzato”. In guerra si va per fare la guerra, è forse brutto ricordarlo, ma è così. Ed è altrettanto vero che ci sono guerre ingiuste e guerre giuste, addirittura necessarie.
I pacifisti scatenati, questi piccoli evirati mentali, ricordano molto i tremebondi governi europei che stavano a guardare Hitler che si pappava l’Europa. Ricordate la famosa frase: “Morire per Danzica? Mai!”.
Ora i nuovi nazisti, accecati dall’odio per tutto ciò che è umano, civile, cristiano, si sono scatenati nel loro delirio di morte. Il loro vagheggiato califfato universale sarà coperto da un tappeto di morti ammazzati, in nome della Santa Guerra per Allah.
E allora possiamo dire: “Morire per Kabul? Sì. È doloroso, è sciagurato, ma può essere inevitabilmente necessario. Perché i soldati che sono in quei Paesi (né mi riferisco solo ai nostri. Pensiamo allo sterminato numero di vittime tra i soldati americani. E anche altri Paesi partecipano alle operazioni) hanno un compito ben preciso: distruggere i terroristi e ridare così pace non solo ai Paesi infestati, ma al mondo.
In nostri sei soldati, come gli altri che li hanno preceduti Lassù, sono morti per noi. Purtroppo ci ricordiamo della loro opera instancabile solo quando qualcuno ci lascia la pelle. Ma ricordiamoci almeno che “nessuno è così grande come chi da la vita per i suoi amici”. E rivolgiamo una preghiera al Signore, che li accolga nel Suo Regno, alla Madonna, che, Madre Misericordiosa, li consoli e consoli il dolore di quelle mamme, spose, bimbi, che all’improvviso si sono trovati con una lama gelida nel cuore.
Pace e gloria ai caduti di Kabul.
Ma è inevitabile una piccola coda, perché come cristiani avremmo un certo diritto ad avere dei Pastori ( e non degli sciagurati) e dei Vescovi che sappiano frenare il delirio degli sciagurati, quando questo reca davvero scandalo.
Non meritano una parola i quattro imbecilli che hanno imbrattato i muri con scritte oltraggiose, tipo “
Ma merita una parola invece uno sciagurato incosciente che risponde al nome di Don Giorgio De Capitani, parroco di un paesino nel lecchese. Andate a leggere il suo sito: http://www.dongiorgio.it/
E lo troverete ricco di insulti per i nostri caduti, definiti mercenari, e maschioni fascistoidi. E poi, la solita sbrodolata retorica sul fatto che si parla poco degli operai morti (dei quali invece, giustamente, si è sempre parlato), e altre amenità sinistrorse del genere. Ho girato un po’ il suo sito (l’ho fatto prima di pranzo, così non ho vomitato) e, salvo errore, non ho letto tanto sacro furore contro gli abortisti. Lo sa, caro Giorgio (il “Don” mi pare eccessivo) quanti bambini vengono assassinati ogni anno in Italia, in nome del “diritto” ad abortire?
Ma fin qui, tutto può accadere. Può essere che quel Giorgio De Capitani sia semplicemente fuori di zucca. Non sarebbe né il primo né l’ultimo. Del resto, si è già esibito nel dare del “porco” al Presidente del consiglio e ovviamente il suo sito è linkato con quello del profeta genovese, presunto prete che a suo tempo si autonominò padre spirituale dei forsennati che devastarono Genova in occasione del G8.
OK, il Giorgio è fuori di zucca, quindi interviene il suo Vescovo e prende i provvedimenti necessari. Ma il suo Vescovo è poi un Arcivescovo, visto che si parla dell’Arcidiocesi ambrosiana. Si tratta di Sua Eminenza, Cardinale Dionigi Tettamanzi. Che fa S. Em. per frenare il suo prete (si fa per dire) suonato? Nulla, assolutamente nulla, clamorosamente nulla, e il Giorgio può andare avanti imperterrito a vomitare il suo messaggio di odio.
Del resto, a giustificazione di S.Em., dobbiamo ricordare che è molto preso dal dialogo interreligioso. Ha appena incassato il plauso della comunità islamica di Milano per il suo invito a costruire moschee in ogni quartiere (magari scordandosi che in diversi quartieri manca una Chiesa cattolica…). Ha tanto da fare, come quel giorno in cui non ebbe il tempo di dir nulla, dopo che centinaia di culi islamici all’aria avevano profanato il sagrato della Chiesa più cara ai milanesi.
Stasera abbiamo un’altra preghiera da idre, oltre a quella per i nostri soldati caduti, vittime del dovere, a Kabul. Dobbiamo dire una preghiera per
lunedì 14 settembre 2009
CHI SI RIVEDE ! ORA IL BEPPINO ENGLARO SI SENTE VITTIMA E SPORGE DENUNCIA PER DIFFAMAZIONE
L'ARGOMENTO DELLA SETTIMANA - 7-13 SETTEMBRE 2009
Lo scorso anno, quando dalle pagine dei forum di Storia Libera lanciammo l’appello elettorale per le consultazioni di aprile, sconsigliavamo caldamente di votare per quel “centro” vero o presunto, che piuttosto sembrava aspirare a diventare l’ago della bilancia, per potersi assicurare posti di governo a destra o a sinistra, visto anche che le previsioni (rivelatesi poi clamorosamente sballate), davano un probabile sostanziale pareggio.
In quell’occasione presi un discreto numero di insulti, anche da amici cattolici, che continuavano a parlare (o vaneggiare?) di “partito cattolico”, non capendo che questo non esisteva più, ammesso e non concesso che mai fosse esistito.
Poi le elezioni sono andate come sappiamo, con una trionfale affermazione del duetto PdL – Lega, che alla Camera e al Senato si è assicurato una robusta maggioranza, garanzia di governabilità e di governabilità per una legislatura. Il carisma eccezionale, piaccia o meno, di Berlusconi, e il grande seguito che ha Bossi in alcuni settori e in alcune regioni, avevano dato il loro risultato. Quanto all’UDC, poverina, alla Camera conquistò il 5,7% dei seggi e al Senato appena lo 0,95%. Come fiasco niente male, che dimostrò anche come moltissima parte dell’elettorato cattolico (che per fortuna non è così esiguo) avesse dato la fiducia al centrodestra.
Il Pierferdinando Casini mi veniva descritto, da persona di grande affidabilità e intelligenza, come una brava persona, un onesto. Non ho motivo di dubitarne. Ho motivo però di dubitare un tantino della sua intelligenza, perché ai recenti “stati generali” (ma una volta non si diceva “congresso”?) dell’UDC si è abbandonato a una serie di stravaganti affermazioni che lasciano perplessi, non foss’altro per il loro scarso (o nullo) collegamento con la realtà.
Ora, è sempre bello pensare che ciò che si spera sia vero, ma è anche necessario, terminato il momento di relax cerebrale favorito dagli svolazzi della fantasia, mettere i piedi per terra.
Come può un uomo che rappresenta meno del 6% dell’elettorato pretendere di diventare l’ago della bilancia della politica italiana? Come può dire che la loro proposta politica è l’unica vera novità? (Già, ma la proposta politica dell’UDC, chi l’ha capita?). Perché scimmiotta il segretario del coso, del PD, dicendo che l’era di Berlusconi è finita? E con che faccia dichiara la sua disponibilità ad alleanze locali con tutti, a seconda della convenienza?
L’unica collocazione logica per l’UDC sarebbe all’interno del PdL. Ma questo vorrebbe dire accettare che il PdL sarà diretto da Berlusconi, finché Berlusconi lo vorrà fare o sarà in grado di farlo. Se invece l'UDC vuole fare opposizione, la faccia in modo serio, non alla Scalfari - Mauro, ormai patologicamente afflitti (e con loro tanti sinistrati, che al posto del Vangelo leggono Repubblica) dal desiderio di uccidere Berlusconi. Bossi, fedele alleato di Berlusconi, ha invece il vizio (o la tattica?) di spararle ogni tanto grosse, sicché subito ci si getta a parlare di “crisi” della compagnie governativa.
E si è arrivati alla cretineria (come tale bollata da Calderoli) di parlare di elezioni anticipate, col governo che ha alle Camere una maggioranza sicura come pochissimi altri nel dopoguerra. Certo,
Ma da qui a dire che
E da qui a offrirsi come prossimi alleati, non importa di chi, ma alleati (che vuol dire anche spartizione di poltrone…)ci corre la differenza tra sogni e capacità di leggere la realtà.
Casini non spiega perché l’era di Berlusconi sarebbe finita, non spiega perché l’era del bipolarismo sarebbe finita. Non spiega, afferma. Il che può anche essere una buona tattica, ma diventa un po’ suicida quando sei, elettoralmente parlando, un nanetto.
E poi il Casini termina il suo intervento con una frase tanto bella, tanto suggestiva, ma della quale non si capisce niente. Se ce la spiegherà, gli saremo infinitamente grati. Dice infatti questo Titano della politica: “L’alleanza contro Berlusconi è il miglior regalo che possiamo fare a Berlusconi stesso”. Che vuol dire? Boh! NB: come alleati, vanno bene tutti…
Cosa ha scelto l’elettorato l’aprile dello scorso anno, lo capirebbe anche un bambino un po’ scemo. Rispetto e lealtà vorrebbero che l’opposizione, facendo il suo mestiere, offra un’alternativa politica. Ma non avendola, va a scavare nelle lenzuola del Capo del governo. Questo governo lavora, è guidato da un uomo che, piaccia o meno, è estremamente popolare (anche perché ha dimostrato di saper “fare”), e allora rompe gli antichi schemi. Morte a Berlusconi. Questo è il solo messaggio che la sinistra sa dare.
Dall’UDC ci aspettavamo qualcosa di meglio, ma è stata una pia illusione. Certo, Casini non va a intervistare puttane per diffamare il Capo del governo. Ma si dichiara disponibile ad ogni alleanza, proclama che solo loro sono la vera novità in politica e lancia il “grande centro”. E addirittura parla di elezioni anticipate come di una cosa seria e alle porte.
Questi sono gli effetti nefasti che l’invidia fa su alcune persone. Con Berlusconi al governo, tanti devono rassegnarsi a star fuori dalla porta. Sono passati i tempi in cui i governi si facevano e disfacevano nei corridoi di via Del Gesù o di Botteghe Oscure, e si poteva fare una bella danza di poltrone per soddisfare un po’ tutti.
martedì 8 settembre 2009
8 SETTEMBRE 1943
ITALICHE RICORRENZE
8 settembre 1943
“Memorabile data. Volte le spalle all’infausta Alleata, giù col ginocchio a terra, ‘corremmo’ a vincere coi nostri Nemici quella stessa guerra che avevamo già persa con gli antichi Amici”.
Curzio Malaparte
lunedì 7 settembre 2009
L'ARGOMENTO DELLA SETTIMANA - 31 AGOSTO - 6 SETTEMBRE 2009
IPOCRISIE, SEPOLCRI IMBIANCATI E ALTRE SCHIFEZZE
“La cloaca nazionale sta per straboccare”. Nel nostro caso è diverso. Da noi è già straboccata. E quanti sguazzano con i piedi nel liquame della fogna sono convinti di poter ancora impartire lezioni di morale e virtù civiche. Mattacchioni, scemi o in malafede? Chissà. Forse un mix di tutte tre le cose.
Non avevo alcuna intenzione di parlare del caso Boffo, lo hanno già fatto in troppi. Ma finalmente mi è capitato anche di trovare un articolo equilibrato ed intelligente sull’argomento. Lo ha scritto il prof. Roberto De Mattei su Corrispondenza Romana, e ve lo segnalo, raccomandandone caldamente la lettura: http://www.corrispondenzaromana.it/chiesa-cattolica/chiesa-cattolica-riflessioni-e-domande-sul-caso-boffo.html
Orbene, Berlusconi per mesi e mesi, in modo ossessionante, viene stretto d’assedio in una valanga di pettegolezzi, nessuno dei quali è materia politica. Illazioni sui comportamenti sessuali del Presidente, totale indiscrezione sulle sue sfortunate vicende familiari (una separazione non è mai un evento lieto). La fonte più qualificata di informazioni è una signora che di mestiere fa la “escort”, ossia, usando il buon vecchio italiano, la prostituta. Come si vede, una fonte affidabile e onorevole, ma che probabilmente si sente spiritualmente vicina ai vari Mauro, Scalfari eccetera, che le danno piena fiducia.
Nessuno batte ciglio.
Poi arriva Feltri che dice, e documenta, di una condanna per molestie subita da Boffo, che ha allineato Avvenire alla Buona Stampa, Corriere, Repubblica, Espresso, Unità & co. nella pratica dell’insulto quotidiano al Capo del governo.
Apriti cielo! Le pie voci della difesa democratica dello Stato si alzano possenti e manifestano il loro turbato sdegno per l’imbarbarimento della lotta politica. Boffo lancia accuse contro Feltri, ma evitando accuratamente di parlare del tema centrale: è vero o no che le molestie erano quelle da lui stesso fatte ad una signora che aveva la disgrazia di essere sposata a un tizio (uomo) con cui Boffo (uomo) se la faceva?
Le pie voci della difesa democratica dicono “è giusto, sono cose private, Feltri è da mettere al rogo in nome della libertà”. Si sveglia Fini, perdendo l’ennesima buona occasione per stare zitto, deprecando il clima di guerra feroce in atto tra fazioni politiche. Dove fosse il Fini stesso quando Berlusconi veniva insultato, non si sa. Certo, un Presidente della Camera ha sempre molto da fare, e quindi forse non si era accorto di nulla. Quale Araba Fenice, risorge anche il presidente dell’Azione Cattolica, Franco Miano, per dichiarare che Feltri (chissà perché) ha “intimidito” L’Avvenire, consumando così un grave reato contro la libertà di stampa. Inoltre il Miano esprime tutta la sua solidarietà a Boffo. Contento lui. Comunque in questo intervento bisogna riconoscere un pregio: quello di ave ricordato al mondo che esiste l’Azione Cattolica, perché in effetti non se ne accorgeva più nessuno. Poi bisognerà anche capire a cosa serva di preciso, ma questo è un altro discorso.
Anche per Miano vale lo stesso discorso fatto per Fini: dov’era il valoroso Presidente di Azione Cattolica quando si gettavano tonnellate di fango su Berlusconi? Data la sua carica, pensiamo che fosse in ritiro spirituale, non accorgendosi così di quanto stava accadendo nel mondo.
Del resto, parlano di fascismo gli stessi organi di informazione che continuano a insultare il Presidente, ai quali nessuno ha mai impedito di farlo e contro i quali adesso il Presidente stesso ha sporto querela, assumendosi quindi anche il rischio che il Giudice gli dia torto. È una curiosa forma di fascismo quella in cui tutti hanno la libertà di insulto, purché insultino Berlusconi, che sarebbe quello che impedisce la libera informazione. Ma, signori, non stiamo andando un tantino fuori di zucca?
Ma quelle erano querele democratiche, mentre la querela di Berlusconi nasce chiaramente dall’intenzione di imbavagliare la libertà di informazione in Italia.
No, ahimé. Stanno dimostrando solo un’infinita stupidità, perché quando l’ipocrisia e il giochetto dei due pesi e due misure vanno al di là di ogni limite accettabile, si perde ogni residua credibilità. E un politico che fa di tutto per perdere credibilità può solo essere un idiota.
E lo dico con rammarico, perché l’opposizione, in un Paese serio e civile, è molto importante. L’opposizione dovrebbe vigilare sul governo, avere proposte da fare, avere insomma un’identità politica e una capacità di contatto con la realtà. Ma questa opposizione manca, si è ormai liquefatta in un putrido rivolo fatto di fantasie sessuali, pettegolezzi, maldicenze, salvo poi essere così puerile da urlacchiare se uno dei loro viene colto con le mani nella marmellata.
E alla festa del coso, del PD, maggior partito di opposizione, una delle star è il Beppino Englaro. Insomma, o sparano idiozie o hanno da proporre la morte. Di questo passo, finiremo per aver nostalgia di quel solido sano delinquente che era Togliatti. Un delinquente, ribadisco la parola, che coprì valanghe di crimini comunisti approfittando della sua carica di ministro della Giustizia, che da Radio Mosca incitava allo sterminio delle truppe italiane, che giustificò le mostruosità peggiori. Ma che, confrontato agli attuali sinistri, almeno aveva un cervello