FOLLIA
Conobbi anni fa un tale che, reo di numerosi furti, era sdegnatissimo dal fatto che non pochi gli dessero del “ladro”, sicché minacciava a destra e a manca querele per diffamazione. Una cosa era certa: se non avesse mai rubato, nessuno lo avrebbe definito “ladro”.
Questo stravagante individuo mi tornava alla mente leggendo le prese di posizione dell’ANM -Associazione Nazionale Magistrati, sdegnatissima da un banale fatto. La nostra giustizia non funziona, siamo pieni di giudici “star”, l’indipendenza della magistratura sembra una barzelletta da collegio per down, eppure se qualche giornalista si azzarda a muovere critiche a un magistrato, o se il Governo si appresta a decidere sulla riforma del potere giudiziario, ecco che i signori magistrati si stracciano le vesti ed urlano all’attacco alla democrazia, all’indipendenza dei giudici e dichiarano di voler difendere a oltranza la Costituzione. Nientemeno.
Mai, ripeto mai, questi stessi signori, arcipagati impiegati dello Stato, coperti dalla più assoluta immunità de facto, si chiedono se per caso non vi sia qualche piccola responsabilità anche da parte loro in tutto ciò. No, non se lo chiedono, ormai vivono in auto contemplazione della propria infallibilità e intoccabilità e probabilmente anche della progressione automatica delle carriere e relativi stipendi.
Ora, siamo franchi e piantiamola di riempirci la bocca con frasi a cui non crede più nessuno. Solo un bambino scemo (ma scemo scemo) potrebbe credere al fatto che sentenze come quella che condanna Fininvest a pagare una somma spaziale a De Benedetti, per i danni subiti in una transazione da lui stesso sottoscritta oltre dieci anni fa, o come quella che dichiara incostituzionale il Lodo Alfano, siano sentenze nate dall’indiscutibile indipendenza dei magistrati che le hanno emesse, eccetera eccetera. Tanto più che, mostrando la sensibilità di un bisonte lanciato alla carica, il CSM ha promosso il giudice Mesiano proprio pochi giorni dopo che quest’ultimo aveva condannato la Fininvest a pagare una somma più che sufficiente per farla sparire. Ah, per chi fosse nato ieri l’altro, ricordiamo che la Fininvest fa capo a Berlusconi e che De Benedetti è il padrone del gruppo Espresso – Repubblica. Mere coincidenze, ovviamente. E la sentenza sul Lodo Alfano? La Corte Costituzionale contraddice sé stessa, in riferimento a una sentenza su materia analoga emessa nel 2004. ma non importa. È un organo giudiziario e di conseguenza non può sbagliare, è sacra e intoccabile. Pazzesco, soprattutto laddove si consideri che la Corte Costituzionale è, proprio per la sua composizione, un organo molto più politico che giudiziario e attualmente è decisamente pendente sulla sinistra. Ma non sta bene dirlo, come nel caso di quel tale che ricordavo. Aveva rubato, ma si offendevano se lo chiamavano ladro.
Comunque i nostri bravi magistrati hanno dichiarato che “è emergenza democratica”, che loro “difenderanno a tutti i costi la costituzione” e che la preannunciata riforma (di cui tra l’altro non si conoscono ancora i particolari) “attenta alla indipendenza della magistratura e quindi alla libertà del Paese”. Amen. Tutto ciò è molto bello, e ogni cittadino freme d’orgoglio sapendo di avere magistrati che difendono a spada tratta, dall’alto dei loro ricchi stipendi e della loro totale irresponsabilità e immunità, la democrazia e la libertà. Il cittadino medio chiede forse al giudice di rendergli giustizia, chiede forse che gli assassini restino in galera e non vengano fuori in pochi anni, chiede forse al magistrato di pagare quando sbaglia? Ma va! Questi sono discorsi da reazionari. Il popolo (che unito non sarà mai vinto – traduzione dallo spagnolo, perché non saprei come scriverlo), il popolo, dicevo, avvolto nelle bandiere della Pace (ah, per quanti non lo sapessero, quella bandierina a strisce colorate in origine era la bandiera degli omosessuali), nelle bandiere rosse e magari anche nei conti da pagare, marcia compatto coi suoi magistrati che difendono la Costituzione.
E se adesso vogliamo lasciare un attimo la clinica psichiatrica e tornare a terra, facciamo qualche piccola considerazione.
1) se qualcuno sta davvero attentando alla libertà, è dai magistrati che arriva, massiccio e greve, questo attacco. Questi signori sembrano scordare che il Parlamento è sovrano, che il Governo è dotato del potere di proporre disegni di legge, che il Parlamento sovrano approverà oppure no. È quindi inaccettabile che una categoria di impiegati dello Stato si arroghi il potere di censura preventiva su quanto il governo e il Parlamento intendono fare
2) compito del giudice è infatti, solo e unicamente, applicare le leggi vigenti. Se domani un Parlamento in vena di stravaganze punisse con l’ergastolo chi porta i calzini verdi, i giudici dovrebbero punire con l’ergastolo chi fosse sorpreso con calzini di tale colore.
3) Se i signori magistrati invece decidono che una legge fa loro schifo, oppure che fa loro schifo anche la maggioranza che guida il Paese (e che ha, lo ripetiamo, il potere di fare le leggi che vuole), hanno un’ottima soluzione: dare le dimissioni, togliere il disturbo e andare a cercarsi un altro mestiere. Tra l’altro, possono iscriversi senza esami all’Ordine degli Avvocati.
Ma se il “sindacato” dei magistrati pretende di dettare linee politiche, pretende di interferire nel lavoro delle autorità politiche, allora sì che si realizza l’attentato alla Costituzione, allora sì che la confusione di poteri fa temere per le sorti della libertà nel Paese.
Sia quel che sia, i magistrati hanno dichiarato lo “stato di agitazione”. Cosa voglia di preciso dire, non si sa. Forse entreranno nelle aule di giustizia agitatissimi, camminando a zig zag, oppure suonando nacchere e triccheballacche? Chi vivrà, vedrà.
E poi, hanno detto, potrebbero arrivare anche allo sciopero. In tal caso non sarebbe davvero un gran danno, perché almeno per qualche giorno non dovremmo assistere allo scempio della giustizia a cui assistiamo normalmente. E poi, tutti i lavoratori hanno diritto di sciopero. Dai metalmeccanici, ai chimici, ai bancari, agli addetti al commercio, eccetera eccetera. Quindi, perché non anche i magistrati? Sono lavoratori come gli altri, o no?
No: perché se mi perde il rubinetto, chiamo l’idraulico, quello viene, mi fa la riparazione che mi serve, e se combina un pasticcio non solo non lo pago, ma gli chiedo i danni.
Chi ha orecchi, intenda
1 commento:
Caro Dott. Deotto,
sono l'autore del "ritrattino"del Prof. Luigi Rodelli che Lei ha pubblicato: "Dalla Repressione domestica alla Rivolta liceale".
Ora l'altro giorno,24 Dicembre 2012, scopro su "internet"che la Giulia Rodelli(Megera Giulia)è stata "vittima" delle sevizie della Banda Koch di Milano nel 1944. Si spiega così la sua "mostruosità"...il contatto con i mostri spesso è "contagioso".
Osservo che,dopo avermi istigato contro PASOLINI nel 1968,stampai nel Dicembre 68 la mia favola de "Lo Sconosciuto"(scritta nel 1960),con una dedica in cui erano citati i Rodelli e controdedica a Pasolini. Inviai una copia a Pasolini senza purtroppo segnare sulla busta il mio indirizzo.
Credo che Pasolini abbia "memorizzato"gli intellettuali Rodelli...e oggi mi sembra che il suo ultimo film "SALO'..."sia più "ispirato"alla banda Koch che a De Sade. La penultima "narratrice"di Orrori sembra un "sosia"della Megera Giulia.
La vita è molto "misteriosa"...l'Incidente con Pasolini è stato pieno di coincidenze fatali. Ne ho discusso con il pittore Giuseppe Zigaina (amico di giovinezza di Pasolini)a casa sua il giorno 18 Marzo 2007.
Ma ormai Zigaina è troppo vecchio.
Mi sono "rovinato"la vita ad aver rifiutato PASOLINI nel 1968 per la STUPIDA IDEOLOGIA di "mediocri politicanti".
Mi ha salvato GIORGIO COLLI dopo 10 anni e poi è "scomparso".
Scusi l' emozione che provo in questi giorni di Natale.
Grazie per avermi pubblicato nel 2008.
Sinceri auguri per il suo lavoro nel 2013.
Giuseppe Maini argos
26/12/2012
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