E' NATO L'HOTEL A ZERO STELLE
Settimana densa di avvenimenti. Qui in Italia tutto bene, e meglio ancora in Svizzera, dove i fratelli Frank e Patrick Riklin, intraprendenti albergatori, constatando la crisi del settore, hanno lanciato l'hotel così low cost che più low cost non si può. Infatti i due vivaci imprenditori hanno ottenuto dal comune di Sevelen, cittadina del Cantone di San Gallo, la gestione di un ex rifugio atomico, capace di 54 posti letto. Le comodità sono così ridotte all'osso – o meglio, non ci sono proprio – che con un costo di dieci franchi svizzeri (circa otto euro) si può pernottare in camerata con bagno sul piano. È comunque garantito il comodino con abat-jour vicino a ogni letto. Il sindaco ha imposto una sola clausola: “Qualora scoppiasse la terza guerra mondiale, il bunker deve tornare alla sua funzione originaria nel giro di 24 ore”. I fratelli Riklin hanno accettato senza batter ciglio, inaugurando così il primo hotel a “0” zero stelle. Tanto, la guerra mondiale non è proprio alle porte, e se scoppiasse... beh, probabilmente nessuno avrebbe più bisogno di hotel.
Facciamo quindi i migliori auguri ai due albergatori svizzeri, pieni di spirito di iniziativa e di ottimismo.
MA L'ANM CHIEDE AIUTO ALL'ONU (TUTTI PER ONU, ONU PER TUTTI)
Chi invece non mostra alcun ottimismo, e forse è anche convinto che la guerra mondiale sia alle porte, è il dottor Luca Palamara, presidente dell'ANM, che per chi è nato giovedì scorso chiariamo subito che è la Associazione Nazionale Magistrati. Questa è una benemerita associazione che ha per scopo la tutela dei magistrati. Orbene, mentre siamo sempre in attesa di una associazione che tuteli i cittadini dai magistrati (ma questo è un altro discorso...), il dott. Palamara, nella sua veste appunto di tutelatore degli associati, ha scritto all'ONU, si proprio quella roba che sta nel Palazzo di Vetro a New York, al relatore speciale per i diritti umani. Egli (il Palamara) ha invocato la tutela delle Nazioni Unite contro i vari attacchi subiti dai magistrati “a cominciare dal Presidente del Consiglio”. A questo punto sarebbe sommamente indelicato ricordare cosa disse il terribile Cossiga in una trasmissione televisiva (in diretta) al presidente dell'ANM. Ma già che ci siamo, diciamolo. Cossiga, con la sua abituale delicatezza, dichiarò: “Lei, con quella faccia e quel cognome, mi ricorda solo una marca di tonno”. Comunque, a parte ciò che disse il nostro brillante ex presidente della Repubblica, non è chiaro se l'ANM abbia in animo di chiedere anche l'intervento dei caschi blu dell'ONU, considerando che potrebbe nascere un pericoloso asse Alfano - La Russa, con lo scopo di dare l'assalto con truppe (appunto, d'assalto) alle sedi giudiziarie, per trarre in arresto i magistrati e deportarli alla Cayenna. Del resto, si fa notare in ambienti giudiziari, l'assalto sarebbe facile: infatti, come è a tutti arcinoto, i nostri magistrati si trattengono in ufficio fino alle ore più tarde, perché non sopporterebbero mai di far patire ritardi al cittadino che da essi attende giustizia. Quindi il magistrato, dopo una giornata lavorativa di trentasei-trentasette ore, ormai raso al suolo dalla stanchezza (esausto ma felice, perché pago del dovere adempiuto) diverrebbe facile preda della soldataglia sguinzagliata dalle forze oscure e reazionarie che hanno attualmente in mano il governo. Basti pensare che il ministro Brunetta è arrivato a dire che anche i magistrati sono dipendenti pubblici e anche loro devono render conto delle ore di lavoro svolte! Dove andremo a finire? Alla marcia su Roma? O c'è del marcio a Roma? L'unica in questi casi è la vigilanza democratica.
E ALLA SCALA GLI ORCHESTRALI STANNO ORCHESTRANDO QUALCOSA
In attesa comunque di vedere i bianchi blindati dell'ONU difendere le sedi giudiziarie, non possiamo non condividere le angosce degli orchestrali del Teatro alla Scala, che dimostrando di aver capito tutto della situazione nazionale E mondiale, e sull'ottimo esempio dei piloti Alitalia, hanno minacciato di mettersi in sciopero proprio il giorno di Sant'Ambrogio, quando, come vuole la tradizione, si apre la stagione scaligera. Il loro sindacato autonomo, che si chiama Fials, ha già fatto un po' di scioperini e scioperetti perché sostiene che il nuovo contratto accettato dai maggiori sindacati non riconosce le “specificità delle masse artistiche”. Giusto. O meglio, sinceramente non abbiamo capito cosa mai voglia dire questa frase, però è senza dubbio molto suggestiva e quindi ci associamo anche noi. E se qualche crumiro volesse invece suonare, suoniamolo! Quanto alle “masse” artistiche, solo una carogna starebbe lì a sottolineare che la Fials rappresenta sessanta dipendenti su novecento del Teatro alla Scala. Qui si parla di arte, e quindi bisogna parlare di qualità e non di quantità. E poi la massa è un concetto variabile, è se è “massa artistica” è anche un concetto creativo, quindi i numeri, simbolo dell'aridità più assoluta, non contano nulla. Forse la proposta migliore per risolvere la crisi l'ha lanciato quel giornalista che ha scritto: “non facciamo la Prima alla Scala, e mandiamo a quel paese quei rompiscatole”. Ma, da gentiluomini qual siamo, non vogliamo su queste modeste pagine influenzare il parere del Sindaco, essendo che esso è una Signora.
E IL NOSTRO BUON WALTER, CHE FA?
E con questa profonda meditazione, Vi salutiamo tutti e Vi auguriamo buona settimana.
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