FOLLIA
Anni fa, su uno dei libri di Sven Hassel, mi capitò di leggere una definizione del periodo della seconda guerra mondiale che mi impressionò: “gli anni in cui sulla Terra dominavano i bruti”. Poi la guerra finì e quei bruti a poco a poco non si estinsero, ma quanto meno uscirono dalla scena principale.
Ma se mi guardo intorno nella strana epoca in cui oggi viviamo mi sento di definirla in un solo modo: “gli anni in cui sulla Terra dominano i pazzi”. E anche se il nostro è un osservatorio italiano, il cosiddetto “villaggio globale” ormai comprende tutto il mondo, il che peraltro non è molto consolante. Ma limitiamoci a guardare in casa nostra.
La settimana che si è conclusa ha visto un’ottima dimostrazione di pazzia diffusa e si è chiusa nel modo, in fondo, più coerente: con una sfilata a Roma di pervertiti di vario tipo, pederasti, lesbiche, e tutto quel popolo infelice di malati a cui il nuovo sciagurato conformismo impedisce anche di cercare di guarire dalla propria malattia.
Lo chiamano “Gay Pride” e le cronache ci informano che l’attrice Ornella Muti ne è stata la madrina ufficiale. Auguri. Non sto nemmeno a parlare degli oltraggi al Papa contenuti in diversi dei carri allegorici che costituivano il festoso corteo. Ormai queste cose sono tanto rivoltanti quanto stupidamente monotone. Ma mi viene istintivo chiedermi: cosa mai ci sarà di cui essere “orgogliosi”? Nel fatto di avere rapporti sessuali da pervertiti anziché da persone normali? E sul malfunzionamento dei collegamenti tra il cervello e gli organi genitali si costruisce una “identità politica” e una “cultura”?
Io credo che sia ora di dire, forte e chiaro, di fronte a queste squallide porcherie, cosa sono: sono appunto solo squallide porcherie, e ormai solo la follia può giustificarle.
È la follia di un’epoca in cui il linguaggio ha perso il suo significato, in cui le persone sembra che non si intendano più, in cui la realtà sembra non esistere, sostituita da una serie di piccoli mondi, costruiti su misura per la malattia di ciascuno.
Trionfo del laicismo e del relativismo: poiché la Verità non esiste, è “verità” tutto ciò che corrisponde al mio capriccio, al mio desiderio (più o meno lecito, più o meno lercio). E di conseguenza ogni capriccio diventa un “diritto”.
In fondo a questa strada non può esserci che la follia, e infatti ci siamo già dentro, fino al collo.
Perché dico che la settimana è stata chiusa degnamente dal raduno dei pervertiti a Roma? Perché è stata una settimana in cui abbiamo assistito a un altro spettacolo di pazzia non irrilevante. I giorni 6 e 7 del mese ci sono state le elezioni, europee e amministrative. Il partito che ha perso, anzi ha straperso queste elezioni si è praticamente proclamato vincitore, arrivando a dire che il Governo (la cui maggioranza è uscita intatta dal confronto elettorale) era ormai in minoranza e quindi, ovvio, doveva dimettersi. Quando un segretario di un partito che ha lasciato per strada 7 punti percentuali rispetto alle precedenti consultazioni arriva a proclamarsi vincitore, non è neanche più disonesto. È matto, molto semplicemente. E se guardate il volto ebete ma onesto del SuDario, segretario del coso, del PD, potrete darmi ragione. Lui era convinto di quello che diceva, e questo è impressionante e magari sarà pronto a ripetere le stesse corbellerie settimana prossima, quando dai ballottaggi uscirà presumibilmente con qualche osso in più rotto rispetto ad adesso.
Un ddl del Governo che pone freno allo scandaloso uso delle intercettazioni telefoniche non trova più la sola disapprovazione della opposizione. No, troppo semplice. Si alzano toni da apocalisse, intervengono anche alcuni magistrati (che le leggi dovrebbero applicarle, non commentarle e se sono tanto schifati potrebbero sempre dimettersi…) e parlano di scempio della giustizia, di oltraggio al sistema giudiziario.
Avete notato come non ci sia più un argomento che possa essere affrontato senza scadere nell’eccesso parossistico, nella valutazione addirittura umoristica? La moglie del Presidente del Consiglio si lamenta del marito e dice che è un farfallone (avrebbe potuto farlo con un po’ più di discrezione, ma non pretendiamo troppo…)? Subito insorgono i difensori della democrazia che pretenderebbero che il Presidente vada addirittura a riferire alle Camere. Questa, signori, non è più opposizione politica. È malattia della mente, è follia. Lo stesso Presidente va a una festa di compleanno? Orrore! Come minimo deve essere l’amante della giovane festeggiata, ma si favoleggia anche che sia il padre vero. E così via.
Se ben guardiamo, ci rendiamo conto che la campagna elettorale è stata tutta all’insegna dell’inguine. Di politica si è parlato ben poco, se non nulla. Ma ci si è gettati su grovigli di adulteri, veline, ninfette, oltretutto senza uno straccio di prova. E questa non sarebbe follia?
Lo so, potremmo continuare a chiamarla solo opposizione politica, fatta anche con mezzi disonesti e diffamatori. Ma la netta sensazione è che ormai a tanti, a troppi, siano scappati i cavalli. L’eccesso, la stupidità, la mania sessuale sono diventate la norma. Tutto ciò vi sembra normale?
Ma in tutto ciò la normalità è proprio rappresentata dallo squallido corteo romano. Pervertiti che gridano ai quattro venti tutta la loro gioia di essere pervertiti. Sai che bello. E quindi con una giornata da folli si è conclusa una settimana da folli.
Del resto, ricordiamoci come era iniziato l’anno del Signore 2009. Con la completa inversione dei significati delle parole, col rovesciamento di ogni criterio del più banale buon senso. Un padre reclamava il “diritto” di accoppare la figlia. Alla figlia non veniva riconosciuto il diritto di vivere, che dovrebbe essere il primo dei diritti tutelati. Il padre omicida si chiama Beppino Englaro e dopo ave promesso di chiudersi nel suo dolore, si è messo a girare le scuole per tenere conferenze sulla bellezza dell’eutanasia, con la sciagurata disponibilità di molti presidi e professori che farebbero meglio a incrementare la sempre insufficiente mano d’opera agricola.
La figlia si chiamava Eluana Englaro, e poiché non era né pervertita, né drogata, né immigrata clandestina, ma era solo una povera donna bisognosa di assistenza quotidiana, il suo diritto alla vita è stato negato con timbro e firma di qualche magistrato scellerato.
In tutta questa follia, riluce poi la spocchia, la pretesa di essere portatori di verità e di libertà di tanti matti. Mi capitò di leggere anni fa di tossicomani che, nella devastazione della mente provocata dalla droga, si rivoltavano nelle proprie feci, a simboleggiare il totale disprezzo che ormai avevano anche di sé stessi. Ciò nondimeno, erano pronti a tornare a drogarsi. Chissà perché questi infelici malati mi sono tornati alla mente…
“Questa razza di demoni non si scaccia se non con la preghiera e col digiuno”. Ce ne ricordiamo sempre, o preferiamo fare la lampada sotto il moggio?
domenica 14 giugno 2009
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1 commento:
Che poi non capisco una cosa. I gay dicono di essere normali, ma col gay pride esaltano la loro diversità. Che si decidano: o sono normali, o sono diversi. Il principio di non contraddizione non è il loro forte.
P.s. Caro Deotto, sono ago86 di storia libera. Buona serata!
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