lunedì 25 agosto 2008

IL GIRO DELLA SETTIMANA

Cari Amici,
dopo un lungo silenzio (dovuto non alle vacanze - che non ho fatto - ma a troppi impegni), ritorno sul mio blog e Vi propongo un GIRO DELLA SETTIMANA che scriverò ogni lunedì. E' il tentativo, tra tanti argomenti seri e gravi che ci hanno occupato e ancora ci occuperanno, di sorridere un po'. Insomma, il Giro della Settimana NON vuole essere una cosa seria. Poi, ognuno lo prenda come vuole; ma spero comunque di darvi un attimo di buonumore. E' dedicato anche agli amici che non la pensano come me; sorridere fa bene a tutti.

Ecco dunque il

GIRO DELLA SETTIMANA dal 18 agosto al 24 agosto 2008

Settimana densa di avvenimenti. Nonostante il clima ancora vacanziero, le cronache politiche sono ricche di notizie di palpitante attualità, che stanno suscitando discussioni e dibattiti. Molto vivo è l’interesse dell’opinione pubblica per le dichiarazioni del famoso e apprezzato, ma soprattutto imparziale e obiettivo, giornalista Furio Colombo che, colto da choc dopo che il settimanale Newsweek aveva pubblicato un articolo a firma di Jacopo Barigazzi nel quale si parlava bene del governo Berlusconi, aveva trionfalmente annunciato di aver scoperto che Jacopo Barigazzi non esisteva, o meglio, era esistito, ma nel XVI secolo, e faceva il medico. Evidente, spiegava il Colombo, rimessosi dallo choc, che si trattava di una manovra berlusconiana, con aggiunta di un pizzico di mistero, poiché lo stradefunto medico Barigazzi pare avesse la strana mania di studiare teschi. Cosa mai c’era sotto?
Ancor prima che sul dilemma intervenisse Famiglia Cristiana, con uno di quegli editoriali che ormai l’hanno resa famosa e popolare, ecco la notizia sconvolgente: può accadere, qualcuno spiega al Colombo, che due persone portino lo stesso nome e cognome. E già questo è un brutto colpo per il nostro. Ma poi rischia davvero il collasso quando il Giornale, organo paleoneofascista, al soldo della reazione più bieca, sostenitore delle necessità di rilevare le impronte digitali nell’utero materno ai feti di bimbi pellirossa, fa la vigliaccata di pubblicare un articolo in cui spiega che Jacopo Barigazzi esiste, ne pubblica la foto, spiega per chi scrive, eccetera. È un colpo basso della reazione, ma Furio Colombo, dopo un momentaneo sbandamento, replica con un colpo da maestro: “Berlusconi per far parlare bene di sé ha dovuto scovare un giornalista quasi esistente”. Roba da far impallidire il grande Nicolò Carosio, che nelle sue coloritissime radiocronache calcistiche era riuscito a inventare il “quasi gol”. Furio Colombo è un duro e rimane fedele al principio democratico “se la realtà non coincide non quello che io dico, è una realtà sbagliata”.
Per fortuna al popolo di sinistra, forse un po’ scosso da questo groviglio, resta la consolazione del tradizionale Festival. Beh, qualche complicazione rispetto al passato c’è, perché, in omaggio al nuovo corso veltroniano, permeato da due pregnanti quesiti (“ma noi, chi siamo”? e “ma noi, che ci stiamo a fare”?), la buona vecchia Festa dell’Unità si è adeguata, sicché abbiamo avuto in giro per l’Italia la Festa del PD, Festa Democratica, PD in festa per l’Unità Democratica, Noi democratici, Festa di popolo del Partito Democratico, con uno speciale Oscar per la fantasia agli organizzatori di Galliate, che hanno inventato la Festa PD – Yes weekend.
Ma l’importante è fare festa e solo i maligni possono dire che la sinistra non si rinnova: infatti al vecchio e cupo “centralismo democratico” si oppone il nuovo smagliante “casinismo periferico”, che salva i panini con la salamella e incrementa il dibattito interno.
Comunque a portare unità e consenso nella sinistra è bastata la nomina della signora Concita De Gregorio, già inviata della Repubblica, a direttore dell’Unità. La storica testata sotto la sua direzione, assicura la neodirettrice, diverrà “un giornale indipendente”. La replica di alcuni dei più orgogliosi redattori, che hanno detto, un po’ seccati: “Ma che vuol dire, che non lo siamo?”, si pone a quei vertici artistici che difficilmente i comuni mortali riescono a raggiungere. È quasi certo che il gruppo di Zelig stia tremando, e che anche Aldo, Giovanni e Giacomo pensino di cambiare mestiere perché, con gente capace di sparare simili battute, tutti i comici attualmente in servizio rischiano la disoccupazione.
Comunque a breve tutti saranno tornati a casa dalle vacanze e il dibattito politico riprenderà con vigore, avendo come unico scopo il bene del Paese, così come espresso dal bus che in giro per l’Italia porta appunto la scritta “Salva l’Italia”. Di fronte a un impegno di tale portata storica, diventa, avrebbe detto il grande Totò, una pinzillacchera il fatto che pare proprio che la Banda dei Tre, Prodi – TPS – Visco avesse un tantino taroccato i conti pubblici (solo una trentina di miliardi di euro, sciocchezzuole) per addossare al centrodestra responsabilità del centrosinistra. Solo chi aspira a una restaurazione fascista può fermarsi su questi dettagli. I democratici viaggiano sul pullman “Salva l’Italia”. Però possono tranquillizzarsi: se l’Italia ha resistito a quasi due anni del loro governo, vuol dire che ha una bella tempra.
E con questa tranquillizzante riflessione, ci salutiamo. Arrivederci alla prossima settimana.