mercoledì 29 luglio 2009

CHI VUOLE IMBAVAGLIARE "STORIA LIBERA" ?

SPIACENTI, RESTERA’ DELUSO


Da oltre due anni i “forum” di Storia Libera, www.storialibera.it, rappresentano un luogo di discussione sui più diversi argomenti, storici e di attualità, e il numero degli iscritti ai forum è andato aumentando fino a superare le trecento unità.

Negli ultimi tempi, come molti di Voi avranno notato, i forum sono disturbati da ignoti cretini che, celandosi dietro nomi alfanumerici senza senso, riempiono in modo alluvionale gli argomenti più diversi, con messaggi senza senso, tiritere di numeri e lettere messi a casaccio, e altre facezie del genere.

Non varrebbe neanche la pena parlarne se il fenomeno, nonostante l’impegno dell’amministratore del forum e dei moderatori per cancellare queste intrusioni insensate, non fosse cresciuto notevolmente.

E allora, crescendo il fenomeno, appare anche più chiaro il perché: i forum di Storia Libera sono un luogo di discussione libera, aperto a tutti (e già questo ad alcuni non piace), ma divengono spesso anche il luogo di una proposta di lettura cristiana dell’ attualità e della Storia. E questo per alcuni è assolutamente inaccettabile.

È infatti noto che nel nostro strano Paese si da voce, spazio, ribalta a omosessuali, “escort”, transessuali, terroristi più o meno pentiti, islamici più o meno pericolosi, a cretini di ogni tipo che dicono la loro su tutto, ma se i cattolici fanno sentire la loro voce, allora si scatena il pandemonio. Interferenza ! Vogliono imporre a tutti la loro fede ! Viva lo Stato laico !

Già altri siti cattolici sono stati oggetto di sabotaggio, uno (Lo Zuavo Pontificio) è stato addirittura cancellato.
I disturbatori cretini che riempiono i nostri forum delle loro scemenze a getto continuo sperano così di scoraggiare la partecipazione ai forum stessi, rendendoli “infrequentabili”.
A breve saremo in grado (sono problemi tecnici) di fermarli per la gran parte. Per ora, a parte il lavoro di cancellazione quotidiana che già facciamo, invitiamo gli amici che seguono i forum a continuare a farlo e anche a far sapere ai propri amici e conoscenti questo vigliacco tentativo di sabotaggio.

Siamo una Voce libera, e quindi non ci fermeremo !

domenica 26 luglio 2009

L’ARGOMENTO DELLA SETTIMANA N.2 - 20 – 26 LUGLIO 2009

DIAMO UNA MANO AGLI AMICI DI REPUBBLICA ED ESPRESSO


Estate, voglia di vacanze, tanto più meritate se si hanno alle spalle lunghi periodi di fatica e di lavoro intenso. Ora, chi più ha faticato ultimamente? Senza dubbio i nostri amici sinistrati che scrivono su Repubblica e sull’Espresso, i due giornali che fanno da catechismo per i membri (in tutti i sensi) del coso, del PD. Bisogna infatti dar atto a questi instancabili giornalisti che doversi inventare ogni giorno una bufala da lanciare contro il Presidente del Consiglio per riuscire a farlo cadere, dopo che il voto degli italiani lo ha fatto stravincere, non è impresa da poco. Comunque, ai sinistri amici la fantasia non manca. Dal settore “puttane & affini”, visto che rendeva ben poco, anzi rischiava di diventare un boomerang, si è passati all’improvviso al settore “occultamento di reperti archeologici”. Veniamo così a leggere che a Villa Certosa, che ormai sembra divenuta il centro della vita politica italiana, sarebbero stati rinvenuti i resti di ben trenta – dicasi trenta – tombe fenicie (e non “fenice” come scrive Repubblica, che forse fa un po’ di confusioncella con l’Araba). Ora il Berlusca se trova delle tombe fenicie sulla sua proprietà, che fa? Ma ovviamente non le denuncia alle competenti autorità (Sovrintendenza alle antichità eccetera e CC del Nucleo Tutela patrimonio artistico). No no: se le tiene lui, le tombe, che magari gli possono venire utili per menar vanto col prossimo centinaio di “escort” che verranno importate a Villa Certosa, ovviamente con voli a carico dello Stato, danneggiando così anche tutti i contribuenti.
Insomma, abbiamo cambiato settore, e di questo ringraziamo gli amici di Espresso e Repubblica, perché queste storie del Presidente del Consiglio che sembrava un mandrillo un po’ assatanato, a cui avessero messo del Cialis mischiato a Viagra nella minestra, iniziavano a stufare un po’ tutti.
Ma volete mettere, un Berlusconi che sottrae al pubblico patrimonio tombe fenicie? Peccato che il suo avvocato abbia già chiarito, documenti alla mano, che nel 2005 erano stati rinvenuti, nel corso di scavi, frammenti di anfore e di ossa umane, che la Sovrintendenza, subito avvisata e prontamente accorsa, aveva detto che non valevano un tubo.

Ora, l’estate incombe e anche l’ultimo argomento dei santoni di sinistra è finito in ridicolo. Poiché, come dicevo sopra, anche gli amici e i colleghi dell’Espresso e di Repubblica hanno diritto al meritato riposo estivo, voglio venir loro incontro, suggerendo alcune cose che potrebbero attribuire al Berlusca. È solo un piccolo elenco, ma potrebbe servire, ben sviluppato da penne abili, a coprire lo spazio di almeno sei o sette articoli. Poi, possiamo sempre trovare una puttana che giuri di aver visto e udito tutto (scusate se tiro in ballo questa categoria, ma sembra che siano le testimoni predilette da Repubblica ed Espresso) e il gioco è fatto.

E passiamo al concreto:

- il 12 marzo 1909, circa alle ore 21, il detective Giuseppe Petrosino venne ucciso a Palermo, con tre colpi di pistola esplosi a distanza ravvicinata. Petrosino stava indagando sulla “Mano Nera”, organizzazione mafiosa che agiva a New York, ma le cui radici erano in Sicilia. L’assassino non fu mai scoperto, ma si sussurra che il Petrosino indagasse anche sulla scissione della destra in Sicilia. Perché Berlusconi non è in grado di spiegare cosa fece la sera del 12 marzo 1909? E che dire della testimonianza della signora (insomma…) Concettina Bellicomi, in arte “Giusy l’insaziabile” che ha giurato che il Presidente del Consiglio era a letto con lei, ma si allontanò dalle 20.50 alle 21.15, con la scusa di andare a lavarsi i denti?


- Henri Désiré Landru fu arrestato il 30 novembre del 1921, con la terribile accusa di aver ucciso un numero imprecisato di donne, valutato tra le cinquanta e le trecento, nell’arco di pochi anni. Le poverette venivano circuite con promesse di matrimonio e dopo che avevano messo i loro averi a disposizione del Landru, questi le uccideva e ne bruciava il cadavere. Landru pagò con la ghigliottina i suoi crimini, ma un particolare è molto interessante: senza dubbio colpevole (mille indizi erano contro di lui), non si riuscì mai a trovare la minima traccia di cadaveri nella sua abitazione. Pare però che a Villa Certosa sia stato rinvenuto un mucchietto di cenere molto sospetto, perché nel mezzo si scorgevano chiaramente i resti di una dentiera. Tra l’altro, la signora (insomma…) Adelaide Rebughin, in arte “Vanessa tutto fuoco” ha giurato che a Villa Certosa, di cui lei era abituale frequentatrice, Berlusconi si sia più volte vantato di aver “mandato in fumo” le prove di un processo.

- La giunta della città messicana di Chihuahua, pressata dai cittadini esasperati dalle incursioni degli Apache, aveva votato un provvedimento con cui era "aperta la caccia" all'indiano. E incentivata: l'uccisione di un Apache era premiata con 100 dollari (una somma non indifferente, per l'epoca), se maschio adulto. Quotazioni più basse erano fissate per le donne e i bambini: rispettivamente 50 e 25 dollari. Correva l’anno 1837 e a Chihuahua fu organizzato un terribile inganno: fu offerto agli Apache di partecipare a una “fiesta” per celebrare la pace tra uomini rossi e bianchi. In verità, quando gli indiani furono tutti ubriachi, i bianchi aprirono il fuoco su di loro, usando anche un cannone a mitraglia, e uccidendone più di cento. La strage aveva un chiaro marchio razzista: possibile che Bossi, fedelissimo di Berlusconi, non ne sapesse niente? E se lo sapeva Bossi lo sapeva anche Berlusconi, perché i due si parlano tutti i giorni. Almeno, in tal senso è pronta a testimoniare la signora (insomma insomma…) Orietta Beltraffi, in arte “Ketty cosciona di velluto”, che ha messo a disposizione circa duemila cassette di registrazioni di suoi incontri galanti con il presidente del Consiglio, che possiede una villa vicino a Chihuahua.

Ecco, noi abbiamo dato tre buone idee agli amici Repubblica e Espresso. Insomma, gli abbiamo fatto gran parte del lavoro e quindi, come promesso, abbiamo facilitato le loro meritate vacanze.

Cosa dite? Che le cose scritte sono inverosimili e lo capirebbe anche un bambino scemo? E allora? A chi mai è interessata la verità in tutta questa faccenda?

L’ARGOMENTO DELLA SETTIMANA n.1 - 20 – 26 LUGLIO 2009

NAZISTELLI ALL’ATTACCO


Capita in Italia che i nazisti cerchino, per ora fortunatamente in modo molto goffo (anche perché il loro capo è un minus habens), di trovare spazio e visibilità, nella maniacale speranza, ovviamente, di arrivare al potere. Trattandosi di nazisti usano metodi nazisti, questo è ovvio.
Pro tempore hanno adottato un altro nome, “Italia dei Valori”, ma la loro intolleranza, la loro becera violenza, la mancanza assoluta di rispetto per l’avversario politico, fa chiaramente capire che si tratta di nazisti, anzi di nazistelli, per i motivi che vedremo.

L’ultima loro prodezza è consistita nell’impedire di parlare a un ministro, nella Sala Stampa del Consiglio dei Ministri, alla presenza dei giornalisti accreditati, che erano lì per fare il loro mestiere, ossia ascoltare le dichiarazioni del ministro per poi riportarle sui mezzi di informazione.
Il ministro in questione è la signora Mariastella Gelmini, ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca.

Nella sala stampa si è introdotto un deputato, uno dei nazistelli della “Italia dei Valori”, di cui non ricordo il nome (ma chi se ne frega? Sono tutti uguali) che ha preso abusivamente la parola, chiedendo perché il Governo non avesse ancora commissariato un comune del Sud nel quale diversi membri del Consiglio Comunale erano sotto inchiesta per collusioni con organizzazioni criminali. Come è facile capire, l’argomento era il classico cavolo a merenda, usato per fare un po’ di chiasso, tra l’altro con una scelta molto “in” (la “difesa della legalità” è uno degli slogan di questi personaggi, in attesa che Cicciolina difenda la verginità). L’argomento era pretestuoso, il fine era ben chiaro: impedire al Ministro di parlare, e di conseguenza impedire ai giornalisti di ascoltare e porre domande, e impedire al pubblico di conoscere le dichiarazioni del Ministro. Si trattava di normativa decisa dal Consiglio dei Ministri circa l’ordinamento delle università.

Insomma, siamo di fronte al classico comportamento prevaricatore: l’avversario va zittito. Con molta signorilità, la signora Gelmini ha abbandonato la Sala Stampa, non senza sottolineare come “l’Italia dei Valori sia un partito molto democratico” e ha potuto infine tenere la sua conferenza stampa in un altro ufficio.
Il nazistello della IdV cosa ha dimostrato? Di essere violento, prevaricatore, nonché stupido, perché poneva un argomento che in quella sede non c’entrava nulla. E comunque è sempre stupido chi ha paura della libertà di espressione, e questi nazistelli ne hanno una paura atroce, perché se chi parla ha idee, sottolinea ancora di più il vuoto pneumatico dei loro cervelli, la loro assoluta mancanza di idee.

Chi vuole vedere la bella prodezza di questo tristo elemento non ha che da cliccare su questo link:

http://www.adnkronos.com/IGN/Mediacenter/Video_News/?id=3.0.3583480719



Se si pensa che il Veltroni e poi il SuDario hanno coccolato il capo di questi nazistelli per averlo come loro alleato, si capisce di cosa sia fatta attualmente l’opposizione in Italia.

Nota finale: li chiamo nazistelli e non nazisti, perché dei nazisti hanno i metodi, ma mentre questi ultimi avevano anche delle idee – perverse finché si vuole, ma le avevano – questi personaggi mostrano uno sconsolante vuoto mentale, che cercano di riempire urlacchiando slogan cretini e ormai triti e ritriti. Prometto ricchi premi a chi mi sappia spiegare la proposta politica della cosiddetta “Italia dei Valori”.


PS: riuscite a immaginare quale putiferio si scatenerebbe se un deputato del PdL impedisse a un sinistrato - nazistello di parlare?

mercoledì 22 luglio 2009

DAL COMITATO "FORZA DELLA VERITA'"

Riporto un bell'articolo di Nicoletta Locati, pubblicato sull'edizione genovese del "Giornale", il 18 luglio 2009.


VINCENZI, VENGA INCONTRO ALLE DONNE CORAGGIOSE

di Nicoletta Locati


Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Affermazione sacrosanta, ma incompleta. Non è contemplata la difesadel primo dei diritti: il diritto -connaturale, originario ed inalienabile di ogni uomo innocente-innanzitutto a vivere.E qui sta il fronte decisivo. Egregio Sindaco, perché non organizzaallora la «settimanadel diritto allavita»? Una città ed una società si possono definire civili se offrono possibilità, anche di salvezza, agli esseri umani che ne fanno parte. Perché, in merito, non viene promossal'istituzione delle civilissime«culle per la vita» e la costruzionedi ulteriori case di accoglienza, in modo da aiutare quelle cittadine che, pur non volendo prendersi cura del proprio figlio, vorrebbero comunque dargli la possibilitàdi vivere? Venga incontro a queste donne, sicuramente disperate e coraggiose.E poi, tutti lo sanno, la scienza ha fatto enormi passi in avanti e riesce in modo egregio a salvare gravi prematuri, vite (talvolta intervenendo nel grembo materno)di creature che presentano patologie, anche rare, che fino a qualche tempo fa non davano la minima speranza di sopravvivenza. Perché, allora, non incentivare e sostenere ulteriormente gli sforzi di chi agisce in questo senso? E perché non se ne sente parlare di più?Forse perché l'alto, altissimo muro erto dalla sinistra, in nome di qualche malintesa «libertà», e non scalfito dal pensiero liberale, incomincerebbe a creparsi per poi, molto lentamente, crollare? Sarebbe, invece, auspicabile che le istituzioni si occupassero di questi importanti temi mettendo da parte ogni pregiudiziale politica ed ideologica, e questo perché parliamo della salvezzadi vite umane.

UNA NUOVA INIZIATIVA A DIFESA DELLA VITA

Cari Amici, ho il piacere di comunicare la nascita del Comitato "Forza della Verità", avente come scopo "un'intensa attività di sensibilizzazione sul tema dell'aborto volontario".

Il Comitato, di cui è fondatrice e animatrice la battagliera Nicoletta Locati, può anche vantare la partecipazione di uno dei più illustri personaggi della cultura italiana, il prof. Piero Vassallo.

Qui di seguito trascrivo la mail con cui mi è stata data la notizia:

Cari Amici,Sono Nicoletta Locati e Vi scrivo da Genova. Ho avuto il Vostro indirizzo di posta elettronica dall'amico Professor Piero Vassallo, e Vi contatto per questo motivo: di recente ho costituito, con la preziosissima ed eccezionale sua collaborazione, un comitato, che si chiama Forza della Verità, avente come scopo un'intensa attività di sensibilizzazione sul tema dell'aborto volontario. Con un approccio sereno, ma assolutamente netto e deciso intendiamo opporci alle false verità che ci vengono propinate in modo presuntuoso e a quello che si può definire, senza tentennamenti, uno sterminio, di proporzioni indicibili, di innocenti. Di pari passo, intendiamo agire in modo propositivo, per esempio, proponendo l'istituzione di case di accoglienza, culle per la vita etc. Se ne parla poco, e poche donne, in difficoltà, pensano a queste ed alle altre alternative. Potete prendere visione in modo più preciso degli intenti e dell'impostazione del comitato dai due articoli che Vi ho allegato; stiamo riscuotendo interesse, ad oggi, tutti i nostri comunicati - ancora pochi, essendo agli esordi - sono stati pubblicati su Il Giornale, edizione genovese.Vi sarei infinitamente e sinceramente grata se poteste promuovere, con i Vostri mezzi di comunicazione, la nostra iniziativa.Per qualsiasi informazione, sono a Vostra disposizione.Ringraziando per La Vostra attenzione, porgo cordiali saluti,Nicoletta Locati---------------------------------------------

Poichè per problemi tecnici non riesco ad allegare i due articoli del "Giornale" - edizione di Genova, citati nella mail, Vi invito ad andare su http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=362365 dove potrete leggere l'articolo di presentazione della nuova iniziativa.Con successivo post riporto invece un articolo di Nicoletta Locati: una lettera al Sindaco di Genova, con la quale lo si invita a interessarsi del diritto alla vita.Sono sicuro che tutti noi accompagneremo questa benemerita inziativa non solo con la nostra preghiera, ma anche facendola conoscere al più ampio numero di amici.

grazie per l'attenzione!_________________

lunedì 20 luglio 2009

L’ARGOMENTO DELLA SETTIMANA – 13 – 19 LUGLIO 2009

Scalfari: se questo è un vate (e mi risparmio la “r” finale…)

Chi vuole essere sicuro di non andare contro il belare del gregge, contro ciò che si usa chiamare col termine orrendo di “politicamente corretto”, in genere acquista Repubblica. Il lettore medio di Repubblica guarda con occhio leggermente sprezzante, ma al tempo stesso comprensivo, il povero pirla (come ad esempio il sottoscritto) che acquista “Il Giornale”. Capisce che ha a che fare con un minorato mentale e con uno sprovveduto che non ha compreso come incomba la minaccia alle istituzioni. E quindi sovente si offre come volontario per spiegargli come sono fatti il mondo e l’universo in genere. Se il povero pirla (il sottoscritto) gli chiede “ma tu hai mai letto il Giornale”?, risponde con un “no” sdegnato. Certa robaccia non si legge, si sa che serve solo a reggere il sacco a Berlusconi, e quindi a portare l’Italia nel baratro della dittatura.

Invece il povero pirla, insomma io, ha il vizio di leggere di tutto. Compro il Giornale, ma poi leggo regolarmente anche Repubblica, visto che ormai ogni quotidiano ha il suo bravo sito Internet. E Repubblica va letto per primo, perché è quello che dà, diciamo così, l’imboccata alle altre testate, che poi diligentemente lo seguono. Non mi perdo mai il sermone domenicale di mons. Eugenio Scalfari, fondatore, uomo pensoso, intellettuale di rango. Sono masochista? Non credo. Credo solo che se realmente ci si vuole interessare di politica, bisogna leggere un po’ di tutto.

E così, a differenza del lettore molto democratico e politicamente corretto, io leggo anche la stampa “avversaria”, mentre il lettore molto democratico eccetera eccetera disdegna l’altrui stampa, perché sa già tutto a priori. Che mago!

E leggendo Scalfari regolarmente non si può non avere pena per un declino, inevitabile (senectus ipsa morbus) di un uomo che è stato anche un grande giornalista, che a suo tempo è stato un innovatore del modo di “fare” un giornale, ma che a un certo punto della sua vita è entrato nella convinzione di essere il portatore del Verbo, anzi, probabilmente, di esserlo lui stesso. E infatti non usavo a caso la parola “sermone”. Scalfari non scrive editoriali. Scalfari scrive sermoni, nei quali indica all’umanità la strada da seguire, e lo fa con quel tono benevolo ma al tempo stesso leggermente infastidito che può avere un maestro che si rende conto che la sua scolaresca è composta, per lo più, da deficienti.

Il sermone di oggi, domenica 19 luglio 2009, mi ha rinnovato il senso di pena per l’uomo. Infatti è raro leggere una tale accozzaglia di banalità, condita anche da un tantino di piaggeria, stile Leo Valiani. E mi spiego. Chi come me non è più un giovanotto ricorderà che anni annorum fa sulle pagine del “Corriere” Leo Valiani (uomo che nella sua vita aveva fatto la resistenza; francamente non ho mai capito se abbia fatto anche altro) scriveva quasi quotidianamente articoli in cui, a prescindere dall’argomento specifico, trovava sempre il modo di darsi a sperticate lodi del Sandro Pertini, che ai tempi era occupato a danneggiare il Paese con la qualifica di Presidente della Repubblica. Ricordo che la cosa aveva quasi dell’umoristico. Mi aspettavo che prima o poi Leo Valiani ci riferisse di un pranzo di nozze nel corso del quale Sandro Pertini aveva tramutato l’acqua in vino… non arrivammo a tanto, ma poco ci mancò. Dopo circa un annetto di questi articoli da manicomio arrivò, guarda caso, la nomina del Valiani a senatore a vita. Ovviamente, solo un maligno potrebbe pensare che ci fosse un nesso tra la nomina a senatore a vita e gli articoli di divinizzazione.

Orbene, l’ex vate Scalfari inizia il sermone con una lode al presidente della Repubblica che lascia francamente alquanto perplessi. I fatti sono noti. Il Parlamento ha approvato la legge governativa sulla sicurezza, e il sig. Napolitano (promulgandola, come era suo preciso dovere) ha voluto però redigere una lettera alquanto confusa, in cui vuole mettere in luce “incoerenze” della nuova legge coll’ordinamento penale vigente. La lettera è indirizzata al Presidente del Consiglio, ai Ministri proponenti (e fin qui può avere un senso), ai presidenti delle Camere (e già questo è alquanto strambo) e infine al Presidente della Corte Costituzionale. E questo è strambissimo, perché i casi sono due: o la legge è, secondo il Napolitano, palesemente incostituzionale (e allora ha il dovere di non promulgarla) o non lo è, e in questo caso ha il dovere di promulgarla. Ma il Presidente della Corte Costituzionale che c’entra in tutto ciò? Di certo il sig. Napolitano non ignora che la Corte Costituzionale può giudicare solo se attivata da istanze esterne, e non di propria iniziativa. La cosa più probabile è che il comunista Napolitano si sia trovato in un bel casino: non poteva non promulgare la legge, ma doveva dimostrare ai suoi superiori (dopo una vita da comunista non si cambia la testa solo perché si riceve la nomina a Presidente della Repubblica) che lui è comunque schierato contro questo governo. “Vedete, cari compagni, non posso fare altro, però, insomma, ecco, ho fatto quello che ho potuto, un po’ di critiche le ho fatte, così facciamo colpo sull’opinione pubblica…”

Insomma, il sig. Napolitano ha fatto un pateracchio del quale, non foss’altro per rispetto alla sua veneranda età, che ormai lo pone fuori dalle critiche perché troppo vicino al Giudizio finale, sarebbe stato meglio non parlare. Ma per chi è abituato al servilismo (e nessuno lo è come questi fustigatori politicamente corretti) il pateracchio diventa invece “diuturna fatica di raddrizzare il timone d'una barca assai mal diretta dai nocchieri che dovrebbero assicurarne un'ordinata navigazione.” E quindi il vate richiama alla inevitabile “solidarietà da esprimere al Capo dello Stato”.

Ossia: l’odiato Governo Berlusconi sta portando disastro e confusione. Meno male che, con “diuturna” fatica, il Napolitano vigila. Perbacco. C’è il vigile, siamo a posto.

Fatto il doveroso atto di piaggeria, il vate riesce a mettere insieme banalità e umorismo, il che non è da tutti. Banalità, laddove scopre che “I valori del partito riformista sono largamente condivisi al suo interno. Sono i valori di libertà, eguaglianza, solidarietà con i deboli, non violenza, difesa dell'ambiente”. Il partito “riformista”, per la cronaca, sarebbe il coso, il PD. E questi valori, secondo il vate, distinguono fortemente la sinistra dalla destra, i cui valori , evidentemente, sono la schiavitù, la disuguaglianza, lo schiaffeggiamento dei deboli, la violenza e la distruzione dell’ambiente. Come mai la gran maggioranza degli italiani abbia dato il suo voto a simili mostri, resta un mistero. Forse perché prima non aveva chiesto consiglio a Scalfari.

Comunque sia, dopo aver fatto queste affermazioni (che devono essere costate lunghe notti di insonne meditazione) il vate si dà al più puro umorismo, affermando che non è assolutamente vero che il coso, il PD, sia ormai un casino in cui ci si scanna senza avere una proposta politica concreta e senza più capir nulla dei veri problemi del Paese. Ciò è falso, sentenzia il vate che ha, bontà sua, l’onestà di ammettere che anche ampi settori della sinistra hanno l’impressione che il coso, il PD, sia ormai alla canna del gas. Non è vero,sentenzia il vate, perché i valori (cioè le quattro ovvie banalità di cui sopra) sono nel coso, nel PD, “ampiamente condivise”. Se poi i pareri su come realizzare questi “valori condivisi” sono un tantino divergenti, sicché si assiste allo sport dei pesci in faccia (per limitarci ai pesci) tra i vari SuDario, D’Alema, Bersani, Marino e ora anche il guitto Grillo, che c’entra? Questa è dialettica democratica.

E poi il vate ci comunica anche di essere molto lieto per il fatto che in questo dibattito interno al coso, al PD ,sia emerso con decisione il tema del laicismo, incarnato da quel Marino, tuttora indagato per omicidio volontario, nella persona di Eluana Englaro.

Laico, antifascista, attento all’ambiente. Se anni e anni di profonde meditazioni hanno portato il vate Scalfari a formulare queste ipotesi così originali, mai sentite, e soprattutto proclamate dall’alto della sua Turris Aeburnea, credo davvero che si potrebbe consigliargli di avere il buon gusto, per la sua stessa dignità, di ritirarsi a vita privata. Ora che il giornale da lui fondato e che dalla di lui profonda intelligenza trae linfa vitale, si è sputtanato per un paio di mesi cercando invano di far dimettere il Presidente del Consiglio usando argomenti laidi e pettegolezzi mai dimostrati, ma degni delle più squallide portinerie, ora che è accaduto tutto ciò, al vate resta da proclamare l’eguaglianza, la libertà, la non violenza, la difesa dell’ambiente. Pover’uomo, sinceramente è triste assistere a un tale declino.

E se consideriamo che Repubblica è per i sinistrati del coso, del PD, come il manuale delle giovani marmotte per Qui, Quo e Qua, ossia la fonte stessa della saggezza, allora capiamo meglio perché lo stesso coso, lo stesso PD stia annaspando e più che un segretario debba nominare un liquidatore. Semplicemente perché non esiste come partito politico, ossia come portatore di idee, come propositore di un modello di società. Potremmo gioirne, come uomini di destra. Come Italiani invece ci spiace un pochino, perché una vera opposizione, intelligente, aiuta e stimola il Governo a migliorare, a rivedere gli errori, a far funzionare meglio il Paese. Un’opposizione di questo tipo invece suscita solo pena, fa anche passare la voglia di discutere.

Pace all’anima (se la possiede) sua

domenica 12 luglio 2009

L’ARGOMENTO DELLA SETTIMANA - 6 -12 LUGLIO 2009

n. 1 - SQUALLORE (O IDIOZIA ALLO STATO PURO?)

La signora (?) Nicoletta Mantovani sarebbe rimasta una perfetta sconosciuta se un bel dì, tempo fa, non avesse sposato il grande Luciano Pavarotti, che per amor suo sborsò un torrente di soldi alla prima moglie, onde togliersela di torno. E fin qui, fatti loro. Purtroppo la signora Mantovani, non paga evidentemente della situazione invidiabile (dal punto di vista economico) in cui, per ragioni ereditarie, la vedovanza l’aveva posta, decise anche di darsi alla politica. E anche fin qui, potremmo dire, fatti suoi. Di somari tra i politici ne abbiamo tanti, che uno più o uno meno, non cambia nulla.

Però per un imperscrutabile motivo la signora Mantovani è stata nominata (ovviamente nelle liste del coso, del PD) assessore alla Cultura del Comune di Bologna. E Bologna, per chi non lo ricordasse, è la città che vanta la più antica Università del mondo, è da sempre insomma un simbolo del Sapere, degli studi dotti e seri. Tant’è che un tempo si usava dire che ciò che veniva da quell’Ateneo era indiscutibile: “Bononia semper docet”.

Che ci fa una signora Mantovani, che non è docente di alcunché, né studiosa di un bel nulla, bensì solo, con tutto il rispetto per la categoria, ex-segretaria del grande tenore, alla direzione di tale assessorato nella città simbolo della Cultura, resta avvolto dal mistero. Ma tant’è, le migliori tradizioni nazionali ci hanno dato ignorantoni anche a dirigere ministeri e non ci scandalizzeremmo davvero solo per il fatto che una ex segretaria diviene assessore alla Cultura. Quando però questa personaggia, che ora riveste una funzione pubblica, scade in un misto di squallore – trivialità – idiozia, e ci scade proprio come assessore alla Cultura (come privata cittadina può farsi tutte le porcate che vuole), allora ci sentiamo offesi, perché Bologna, con le sue tradizioni e la sua Storia, non è un feudo di quattro piccoli maniaci, ma è un patrimonio di tutti gli italiani.

Che ha fatto la signora Mantovani? Non ha trovato nulla di più intelligente, spiritoso, molto “politicamente corretto” che esordire come assessore alla Cultura partecipando a una festa di invertiti che avevano organizzato il concorso di “Miss Alternativa”, ossia di reginetta dei travestiti. Il tutto è avvenuto nel circolo i”Il Cassero” che, ci informano, è uno dei luoghi storici dei guazzabugli sessuali, dove si trovano tutti questi poveracci un po’ uomini e un po’ donne, omosessuali, lesbiche, tri e pentasessuali, travestiti o travestite, eccetera. Insomma, un circolo di pervertiti che però, finché si fanno i fatti loro, hanno tutto il diritto di farseli. Contenti loro…

Ma la cosa è un po’ diversa se un rappresentante della giunta cittadina interviene a questa bella festa, perché vuol dire che se ne infischia del suo ruolo pubblico, che sputa in faccia ai molti italiani che di queste schifezze ne hanno le scatole piene, e che fa scadere a un livello da vespasiano il ruolo della Cultura in una città che, lo ripetiamo, è il simbolo stesso della cultura.

Ma l’idiozia, ben iniziata, non poteva che finire in bellezza. E la congrega di poveri pervertiti conclude la bella festa regalando alla gentile signora Assessore alla Cultura, un penone (sta per “grosso pene” ossia grosso organo sessuale maschile) in metallo, dotato di piedestallo, sicché possa, ad esempio, troneggiare sulla scrivania, simbolo del livello del c… a cui è giunta certa politica in questo sventurato Paese.

E la signora assessore che fa? Trova la cosa tanto ma tanto spiritosa, e accetta ben volentieri il regalo, facendosi fotografare sorridente col suo penone metallico ben stretto in mano.

“Un regalo non si rifiuta mai” dichiara la rappresentante della cultura di Bologna. E forse nel suo cervellino è convinta di aver fatto una cosa tanto spiritosa e tanto simpatica. Ma dimostra solo di non aver capito nulla. Lo spirito di Bologna, spesso definito “grasso” per il gusto della battuta pesante, non ha nulla a che vedere con queste cretine e inutili manifestazioni di pura volgarità. È risaputo (meno che a certi politici) che la tradizione goliardica, vivissima a Bologna, imponeva lo scherzo pesante, la battuta a sfondo sessuale, in genere così gigantesca da risultare volutamente grottesca. Qualcuno ricorda cos’erano i famosi “papiri” che le matricole dovevano acquistare dagli “anziani”, anzi dai “divini anziani”? Ma erano i tempi in cui allo spirito pesante, per altro esercitato da ventenni, non da responsabili pubblici, si univa una serietà negli studi proverbiale. E anche il ventenne sapeva farsi onore e fare onore alla città Tempio della Cultura.

Ora, cos’è rimasto di Bologna la grassa, ma anche “la dotta”? E’ rimasto il sorriso ebete di una piccola donna, che deve la sua carriera solo a una illustre vedovanza, che strige sorridendo tra le mani una specie di incubo da psicanalisi, perché, anche nelle dimensioni, pare un tantino esagerato. Ma lei lo stringe, felice di essersi dimostrata così allineata, conformista senza ombra di dubbio.

Vada, la signora Mantovani, a riascoltare la voce del suo defunto marito che canta “che gelida manina”. Senta la poesia di quei versi, la dolcezza di quella musica, la strepitosa bravura di quella voce sublime. Magari capirà qualcosa di più dell’amore, inteso come atto poetico, come moto anzitutto dell’anima.

E forse allora rifletterà un po’ sulla sua partecipazione a un festino di poveri malati, che soffrono di idea fissa del sesso, peraltro inteso solo come sfogo di voglie animalesche, e oltretutto nemmeno secondo natura.

Forse rifletterà guardando il suo penone sulla scrivania, chissà. Intanto a noi, poveri fessi di cittadini comuni, resta lo squallore di una politica che ormai non ha più niente da dire, la vomitevole ipocrisia di una sinistra che ha fatto la moralista con Berlusconi, salvo poi gettarsi in queste pozzanghere melmose di perversione.

Signora Mantovani, lei è ancora troppo giovane per rassegnarsi ad essere già morta, nel cervello e nell’anima. Se la vicinanza di Pavarotti, sregolato quanto si vuole, libertino quanto si vuole, ma spirito artistico e sensibile al bello (e il bello è sempre espressione di Dio), se la vicinanza di Pavarotti, dicevamo, non Le è servita solo per il saldo di conto corrente, ma ha lasciato almeno una piccola traccia in Lei, restituisca il penone, chieda scusa agli elettori, e si ritiri dalla politica.

Non lo vuole il moralismo. Lo vogliono il buon gusto, l’intelligenza, la dignità.

Auguri

n. 2 - FINALMENTE IL CANDIDATO GIUSTO PER LA GUIDA DEL COSO, DEL PD: UN BUFFONE

Leggo oggi su ANSA che Beppe Grillo, di mestiere comico e opportunista, ha deciso di porre la sua illuminata candidatura per la guida del coso, del PD.

Evviva. Dopo Ignazio Marino, che deve avere un po’ di confusione in testa, perché ha posto la “questione morale” per il fatto che lo stupratore seriale di Roma era un dirigente locale del coso, del PD, scordandosi che lui stesso, Marino, è una “questione morale”, avendo avuto parte attiva in un omicidio, dopo questo bel figuro, ora arriva a darci parole di saggezza un uomo che era bravissimo a fare il buffone, era spiritoso, simpatico, poi deve aver battuto la testa contro qualche spigolo duro e si è scoperto guida morale e coscienza del Paese: Beppe Grillo.

Tra l’altro c’è un aspetto davvero curioso: questi personaggi si stanno scannando tra loro per conquistare, in buona sostanza, la prima poltrona di un obitorio. Nessuno sa di preciso cosa sia il coso, il PD, tutti sanno con sicurezza che dacché esiste ha avuto come maggiore occupazione (oltre ai deliri contro Berlusconi) quella di collezionare sconfitte su sconfitte. Però c’è chi aspira a guidarlo. Necrofilo o scemo? Boh!

A me pare però che la soluzione migliore sarebbe, a questo punto, una bella diarchia: Marino e Grillo, l’assassino e il buffone. Forse esprimono meglio di tutti gli altri l’anima profonda del coso, del PD. Il primo è l’individuo che ormai non ha più contatto con la realtà, che parla di “libertà”, ma la sua è libertà di morire e uccidere. Forse non è giusto chiamarlo omicida, perché è semplicemente suonato, ma è un suonato pericoloso, perché si batte per il “diritto” di ammazzare i pazienti che possano dare troppi fastidi a medici e/o a parenti. Il secondo è messianicamente convinto di avere il dono della Verità e della Moralità. Forse ha solo un pessimo pusher. Di sicuro è meno pericoloso di Marino, può anche essere divertente, e comunque è un vero simbolo della sinistra: Non aver nulla da dire, ma urlarlo.

Vivi auguri di lunga vita al coso, al PD. Il SuDario può togliersi l’espressione mesta dal volto. Comunque vada, l’avvenire del coso, del PD, è assicurato…

domenica 5 luglio 2009

L'ARGOMENTO DELLA SETTIMANA N. 2 - 29 GIUGNO - 5 LUGLIO 2009

SPERO TANTO DI ESAGERARE...

Un paio di giorni fa Baffino D'Alema - che per qualche mistero viene sempre presentato come intelligenza acuta e lucida (pur avendo alle spalle una storia piena di insuccessi come pochi riescono a collezionare...) ha tenuto un pubblico discorso in cui ci ha fornito una visione planetaria della politica. Orbene, dopo aver affermato che l'America va a sinistra (e qui sarebbe divertente che Baffino spiegasse l'escalation militare americana in Afganistan, voluta non dal cattivissimo Bush, ma dall'attuale celestiale presidente...) la mente pensante del coso, del PD, ha espresso la sua preoccupazione perchè invece l'Europa va a destra. Ora, un politico fornito di normale cervello direbbe: "ragazzi, se in tanti votano a destra vuol dire che noi, a sinistra, abbiamo fatto un sacco di castronerie. Cerchiamo di capire quali e rimediamo". Ma Baffino non ha un normale cervello, no. Lui è la mente pulsante, il motore immobile, l'Intelligenza per antonomasia. E così ci spiega che è preoccupato perchè, nelle stesse condizioni, l'Europa anni fa si beccò il nazismo. Nientemeno.
Ora, qualcuno dovrebbe spiegare al D'Alema, ad esempio, com'era l'Europa del primo dopoguerra e cosa fu il trattato di Versailles, e così forse l'Intelligenza per antonomasia capirebbe anche perchè nacque il nazismo. Ma non è questo il problema.
Baffino non è affatto l'uomo geniale che dicono (alcuni), ma non è nemmeno così scemo da credere alle scemenze che dice. E', semplicemente, un perfetto arnese comunista, e come tale non ha alcun rispetto per la Verità. Per lui esiste solo la verità (quella con la "v" minuscola), che consiste in tutto ciò che giova al Partito. E' vero che il partito è attualmente il coso, il PD, ma Baffino non può togliersi di dosso la pelle e diventare all'improvviso democratico. E' nato nel PCI, ha succhiato marxismo fin dalla culla, e quindi la sua testolina è condizionata alla patologia del Nemico da distruggere e del potere da conquistare.
Il Nemico è Berlusconi. E va distrutto, in ogni modo. Da un lato si lavora sul pettegolezzo, anche un tantino sconcio. Non funziona molto, ma intanto è meglio che nulla. Poi si rispolverano fantasmi paurosi e suggestivi: "il nazismo". Poi si ripete all'ossessione (avete notato che è il ritornello degli ultimi giorni?) che "la stagione di Berlusconi ormai sta finendo". Anche questo, detto dopo le elezioni europee e amministrative, in cui la destra ha riportato una nuova vittoria, è una scemenza. Ma non importa. Ripetete, ripetete, alla fine un'idiozia ripetuta mille volte, con sprezzante sicumera, diventa una realtà.
E fin qui siamo alla guerra, per così dire, psicologica. Ma non basta. Bisogna continuare ad alimentare l'odio, e si organizzano manifestazioni di contestazione a Berlusconi ovunque. Sono quattro gatti, è vero, ma c'è un'informazione, ANSA in testa, che per prima cosa titola "Contestato Berlusconi".
E poi si scatena la piazza.
Giorni fa a Verona le manifestazioni contro la base militare americana sono "degenerate" in scontri violenti. Degenerate? Non ci credo. E tra poco mi spiego. E a giorni inzia il G8 all'Aquila. Vedremo i rituali avvisi di procedimento contro Berlusconi o foto di Villa Certosa, ma ormai si è visto che sono armi un po' spuntate. Rischiamo anche di vedere violenza, tanta violenza.
E perchè non credo alla violenza come "degenerazione" di pacifiche manifestazioni?
Perchè si sta ripetendo, pari pari, il meccanismo perverso che portò ai governi di "unità nazionale", ossia all'ingresso del PCI nella stanza dei bottoni.
Si partì dal sessantotto, voluto, organizzato, finanziato dal Partito Comunista. Si continuò col terrorismo, salvo "deplorare", facendo finta di non sapere che il terrorismo era figlio di quella scuola di violenza che fu il sessantotto. Si sconvolse l'Italia col disordine di piazza e col terrorismo. E il messaggio comunista fu chiaro: noi li abbiamo scatenati, senza di noi non li fermerete.
Allora fu possibile, coi pusillanimi uomini di governo democristiani. Oggi il tutto è molto più difficile, perchè a capo del Governo c'è un Berlusconi (non un Rumor o un Moro) e agli Interni c'è un Maroni (non un Restivo o un Taviani).
Oggi abbiamo al Governo degli Uomini, non delle pecorelle. Ma la patologia marxista della conquista del potere a ogni costo è già partita.
Vedremo violenze di piazza e vedremo rinascere il terrorismo. La speranza dei Baffini e canagliume del genere è portare il Paese allo stremo, per poter fare il ricatto che già funzionò a suo tempo: "senza di noi non li fermerete".
E allora anche la gente comune, quella che vota Berlusconi o Lega perchè si sente tutelata da politici che, finalmente, hanno i piedi per terra e si preoccupano della gente, allora anche questa gente comune accetterà, obtorto collo, il ritorno al governo di quanti già furono buttati furi dal voto popolare.
Non raccontiamoci infatti balle: come fanno i "no global" ad avere mezzi finanziari e organizzativi per fare manifestazioni, spostarsi di qua e di là per l'Italia, disporre del kit del perfetto piazzaiuolo (caschi, bastoni, scudi, petardi, bombe molotov ecc.)? E' tutta roba che costa e se si è tanti, costa tanto. Nel 1968 il Movimento Studentesco fu organizzato e foraggiato dai comunisti. Era il loro killer, e il caporione Mario Capanna era sul libro paga del PCI.

Oggi, lo ripeto, ci sono un Berlusconi, un Maroni, un Bossi. Tutta gente che ha gli attributi, e sono convinto che saprà usarli.
Ma aspettiamoci che accada di tutto. I malati di astinenza di potere sono scatenati, a loro del voto democratico non gliene frega nulla, sono rosi dalla loro patologia. AVERE IL POTERE. E se per realizzare questo deve crepare l'Italia, che crepi.

Ne vedremo tante, e per niente belle.

Esagero ? Sono il primo a sperarlo...

L'ARGOMENTO DELLA SETTIMANA NUM. 1 - 29 GIUGNO - 5 LUGLIO 2009

CHI SI RIVEDE !! ILSIG. ENGLARO, INDAGATO PER OMICIDIO

Nella corsa per la segreteria del coso, del PD, ora che tutti si sono accorti che il SuDario è cotto, spunta un uomo nuovo: il prof. IGNAZIO MARINO, medico fellone che tradì la propria missione, adoperandosi per l'assassinio di ELUANA ENGLARO, si candida a guidare l'opposizione. E chi lo sponsorizza? BEPPINO ENGLARO, indagato per omicidio volontario, uomo orribile, padre sciagurato, che uccidendo la figlia ha potuto dare soddisfazione al suo patologico protagonismo. Ora Englaro, icona per tutti gli assatanati adoratori della morte, rende il favore che a suo tempo gli fece il medico fellone, che usò la sua scienza per dare la morte. Non a caso uno dei più famosi psicopatici adoratori della morte, Marco Pannella, ha esultato!

Non c'è comunque nulla di strano. E ci auguriamo che il Marino riesca nel suo intento. Non ha alcuna esperienza politica, la sua notorietà deriva dal fatto di aver aiutato un padre sciagurato a uccidere la figlia: ha quindi la cultura che veramente qualifica la sinistra: la morte.

Gli auguriamo successo, a lui e al suo sponsor, che ora ha ritrovato il sorriso. Ricordate le foto del Beppino quando sembrava che si potesse salvare la vita della povera Eluana? Corrucciato, serio, sofferente. Ora sorride, e ha preso anche la tessera del coso, del PD. Chissà se nel frattempo è anche passato, così, per caso, sulla tomba di quella figlia di cui disdegnò anche il funerale...

Auguri, signori assassini. Almeno sgombrate il campo da ogni equivoco. Vorremmo solo vedere qualche reazione da parte di quanti hanno ancora la faccia di tolla (per non dire altro) di definirsi "cattolici" e di militare nel coso, nel PD.

Binetti, Bindi, e compagnia bella, alzate almeno un belato, dopo tanti ragli !!!