mercoledì 31 dicembre 2008

BUON ANNO E LUNGA VITA A ISRAELE

So perfettamente che quanto sto per scrivere risulterà sgradito a molti, amici compresi. Ma continuo testardamente a credere che la verità vada gridata sui tetti. E io credo che nessun uomo onesto, se analizza con un poco di serietà e intelligenza la situazione, possa negare che Israele non poteva fare altro che muover guerra ad Hamas, banda di delinquenti terroristi che hanno per dichiarato scopo la cancellazione dello Stato di Israele.Dal 1948, quando fu proclamato lo Stato di Israele, gli israeliani hanno dovuto difendere con le armi il loro diritto alla sopravvivenza. All'orrore nazista si è sostituita l'ossessione di tanti governanti e gruppi arabi (per fortuna, non tutti) di distruggere Israele.

PER QUALE MOTIVO ISRAELE DOVEVA CONTINUARE AD ACCETTARE SUPINAMENTE I LANCI DI RAZZI DI HAMAS?  CHI DI NOI ACCETTEREBBE UN VICINO DI CASA CHE ABBIA PER SCOPO QUELLO DI DISTRUGGERE LA NOSTRA CASA E UCCIDERE I NOSTRI FAMILIARI ?

Il governo di Olmert sta facendo il proprio dovere: difende i propri cittadini. E se si lamentano vittime civili, ciò è dovuto principalmente alla criminale tattica di Hamas, che piazza gli impianti militari nel bel mezzo delle zone abitate da civili innocenti.

NON C'E' NULLA DI BELLO NELLA GUERRA. LA GUERRA E' MORTE, DOLORE, SANGUE E DISPERAZIONE. MA ALLE VOLTE E' INEVITABILE, E IL GOVERNANTE CHE SFUGGA ALLE PROPRIE RESPONSABILITA' PUO' CAUSARE SCIAGURE BEN PIU' GRAVI. IL TERRORISMO MINACCIA NON SOLO ISRALE, MA IL MONDO. AI TERRORISTI, CRIMINALI VIGLIACCHI E CHE NON MERITANO ALCUNA MISERICORDIA, DEVE ARRIVARE UN SOLO MESSAGGIO: SE NON CESSERETE DALLE VOSTRE ATTIVITA' CRIMINALI, SARETE DISTRUTTI.

Non facciamo gli ipocriti. La guerra è sporca, ma con taluni avversari è l'unico argomento che questi sono in grado di capire. La Storia del Medio Oriente, dal 1948 ad oggi, ce lo ha dimostrato. 

Non vi nascondo che spesso i miei amici ebrei mi hanno stufato, quando avevo l'impressione che facessero i lamentosi di professione, quando li vedevo inflazionare l'Olocausto. Ma in questa situazione, non posso che dire: BUON ANNO ISRAELE, TIENI DURO. 

domenica 28 dicembre 2008

IL GIRO DELLA SETTIMANA 22 – 28 DICEMBRE 2008

NOTIZIE VITALI DA BUCAREST... E DA AMERICA E INGHILTERRA

Settimana densa di avvenimenti. Qui in Italia tutto bene, e meglio ancora a Bucarest, dove il locale municipio inanella record su record, con regolare omologa sul Guiness dei primati. Infatti la capitale rumena, che già poteva fregiarsi del titolo di città col maggior numero di Babbi Natale per le strade (per la precisione, quattromila), ora può anche passare alla Storia per la salsiccia affumicata più grande del mondo, pesante una tonnellata e lunga metri 392. Non si hanno notizie circa l'omologazione per l'esportazione di balordi, ma questo è un altro discorso. Comunque tutto l'insieme della faccenda fa sorgere un dubbio: i “primati” a cui si riferisce il Guiness sono i record o le scimmie? Dubbio legittimo, visto l'impegno profuso in operazioni del tutto inutili. A questo punto, direte voi legittimamente, cosa c'entra tutto ciò con il Natale? Nulla, ovviamente, ma visto che il Natale sta dando grossi problemi, pare sia prudente non parlarne troppo. Ne sa qualcosa Tonia Thomas, l'impiegata di una ditta della Florida, licenziata perché al telefono ha detto ai clienti “Buon Natale” anziché “Buone Feste”, offendendo così la sensibilità dei non cristiani. Ma dopo il provvedimento del municipio di Oxford, che ha tout court abolito la festa di Natale, e dopo la brillante iniziativa della televisione inglese Channel Four, che la sera di Natale ha invitato a parlare il presidente iraniano (quello con un cognome che da mesi cerco di scrivere, ma non ci riesco), che ha ovviamente detto il solito mucchio di follie, si potrebbe pensare che il rincretinimento sia un monopolio del mondo anglosassone. Errore!

CONFORTANTE: ANCHE IN ITALIA SAPPIAMO COMPORTARCI DA CRETINI, E MASSACRIAMO UN PO' IL PRESEPE...

In Italia non vogliamo essere secondi a nessuno, e così questo Natale è stato celebrato in svariati luoghi all'insegna del “dialogo interreligioso” che, tradotto in italiano corrente si legge così: “poiché siamo dei pusillanimi, e abbiamo una fifa bestia degli Islamici, sovente violentucci anzichenò, facciamo di tutto per dimostrare che sì, siamo cristiani, ma così, non tanto, un po' per scherzo, e purché nessuno si senta disturbato”. E così, dopo Ravenna (dove nelle scuole pubbliche, e anche in alcune private è stato vietato il presepe), in altre città si è avuta un'idea geniale: facciamo il presepe, ma sia ben chiaro che non siamo così oscurantisti cattofascisti vandeani borbonici e, che so io, magari anche piduisti, da pensare che il presepe sia una faccenda cristiana. Ma va! Il presepe è una roba bella, e adesso ci mettiamo dentro, insieme ai pastori, le pecorelle, gli angeli, anche la moschea, così gli amici Islamici magari non si arrabbiano. A Genova, e Venezia, a Sestri Levante, il dialogo interreligioso (vedi sopra la traduzione in italiano) si è espresso così. Ora sarebbe legittimo chiedersi perché non mettere nel presepe anche la sinagoga, il tempio buddhista, il tempio alla trimurti, il tempio scintoista, e magari anche una stazione meteorologica, che ci dica le previsioni del tempio. È chiaro che a questo punto siamo nel casino più completo, ma a tutto c'è un rimedio, e lo ha trovato un brillante sacerdote, Monsignor Attilio Bianchi, parroco di Santa Lucia a Bergamo, che ha fatto il presepe, ma senza il Gesù Bambino, perché, ha spiegato, i suoi parrocchiani non lo meritavano, non accogliendo col dovuto fervore gli emarginati e gli immigrati. Se è vero che i parrocchiani di Monsignor Bianchi siano un branco di carogne, non ci è dato saperlo, ma possono stare tranquilli, tanto, tra crisi economica, crisi finanziaria, guai da immigrazione incontrollata, tra un po' saremo tutti poveri ed emarginati, e quindi anche il loro zelante parroco potrà rimettere il Bambinello nel presepe. Di certo, qualora optasse per un presepe vivente, non dovrebbe avere problemi per trovare il somaro... E sempre in tema di presepi, la stampa ci informa che Don Dino Pistolato (nomen omen?), direttore della Caritas di Venezia, si è preoccupato di far dono di un bel presepe al presidente della locale comunità Islamica, sottolineando che in fondo cristiani e musulmani sono monoteisti, quindi le differenze non sono poi così profonde. Ora, tanto fervore verso l'Islam sarebbe da capirsi se i cristiani si fossero macchiati di chissà quali gravi colpe nei confronti di un Islam oppresso e piegato, ma visto che al contrario se noi andiamo a casa loro con un Crocifisso al collo, o un Vangelo in valigia, rischiamo, ad andar di lusso, la gattabuia, forse possiamo parlare di “scuse preventive” in base alla traduzione che davamo sopra della frase “dialogo interreligioso”. E ci viene in mente anche una piccola riflessione che facevamo giorni fa (pubblicata sul sito “La Voce di Don Camillo”) circa un fatto curioso: le parole sincretismo e cretinismo sono quasi l'una l'anagramma dell'altra. Un caso, nulla più...

MA IL MONDO ISLAMICO VIAGGIA SULLA STRADA DEL PROGRESSO

Però, se vogliamo essere obiettivi, dobbiamo riconoscere che il mondo musulmano sta facendo grossi passi sulla via del progresso. Due notizie di questi giorni ce lo confermano. Il re dell'Arabia Saudita ha concesso, per ora a titolo sperimentale, che in due città del suo regno siano aperte sale cinematografiche. Fantastico! Di questo passo c'è da sperare che entro qualche decennio le donne possano essere trattate un pochetto meglio delle bestie, come accade ora, e che magari nel suo petrolifero regno le religioni diverse da quella islamica possano erigere proprie chiese. Non vogliamo però mettere fretta al pensoso monarca, e quindi rimandiamo la verifica ai nostri pronipoti (con facoltà di subdelega ai loro pronipoti). La seconda notizia viene invece dall'Afghanistan, dove le truppe americane fanno una faticaccia per eliminare le bande di guerriglieri talebani. Ora, pare che la CIA abbia trovato una nuova arma per indurre i capi tribù a svelare i nascondigli delle bande. Si tratta forse del siero della verità? O di qualche diavoleria elettronica? Niente di tutto questo: molto più semplicemente, per qualche pillola di Viagra, il ben noto medicinale che permette ai vecchi di comportarsi da cretini come facevano da giovani (salvo poi schiattare), gli anziani capi tribù pare siano disposti a raccontare tutto. E vanno capiti, poveracci, perché loro di mogli ne hanno quattro, e quindi ogni problema, compreso quello risolvibile col Viagra, è moltiplicato per quattro. Insomma, i vecchi afgani dimostrano un vivo senso pratico e una seria volontà di dialogo con l'Occidente, anche se per ora si tratta di un dialogo, diciamo così, su un ben specifico argomento. Ma l'importante è iniziare, e dialogare, dialogare, dialogare. Non bisogna fare come quelle carognacce di israeliani, che solo perché Hamas negli ultimi giorni spediva in media novanta razzi in territorio israeliano, si sono seccati e hanno bombardato Gaza. Che maniere! Formalizzarsi solo per qualche centinaio di missili e solo per il fatto che Hamas ha per scopo dichiarato la distruzione di Israele. Se Olmert avesse seguito i criteri illuminati del dialogo, ora sarebbe seduto a un tavolo coi capi di Hamas, appunto per dialogare. Probabilmente gli resterebbe solo il tavolo, perché nel frattempo i missili di Hamas gli avrebbero già demolito il resto di Israele, ma se ci si ferma su questi dettagli, va a finire che non si dialoga più.

MA E' NATALE, SIAMO TUTTI PIU' BUONI

Comunque a Natale siamo tutti più buoni, e quindi non ci fermiamo più di tanto sulla politica nostrana, altrimenti dovremmo riportare le interviste di Cacciari e di Violante, fieri alfieri della sinistra, che dicono entrambi che il coso, il PD, è un cadaverone, oltretutto impegolato nelle inchieste giudiziarie. Vogliamo che anche il Walter passi giornate serene, contemplando il piccolo Obama in cioccolato che avrà appeso all'albero e confortandosi al pensiero che probabilmente nessuno brigherà per fregargli il posto di segretario del coso, del PD, anche perché nessuno più lo vuole fare. E invece apprendiamo con vera gioia che il Natale in casa Di Pietro è trascorso in serenità e letizia, perché Di Pietro papà ha spiegato che Di Pietro figlio ha fatto tutte le cose per bene e non ha nulla da rimproverarsi. Inoltre al momento dello scambio dei doni abbiamo saputo, da fonti ben informate, che padre e figlio hanno avuto lo stesso pensiero reciproco, e si sono regalati l'un l'altro un bel abbecedario. Pare accertato che entro l'Epifania il pool “Di Pietro & figlio” dovrebbe saper assemblare tutto, dicasi tutto, l'alfabeto italiano.
Con questa notizia, che porta natalizia dolcezza non solo nei sostenitori dell'Italia dei Valori (finanziari, immobiliari ecc.), ma negli italiani tutti, chiudiamo questo giro della settimana, e auguriamo a tutti i nostri lettori e amici
UN FELICE 2009.


martedì 23 dicembre 2008

BUON NATALE A TUTTI GLI AMICI E I COLLEGHI


BUON NATALE, CARI AMICI. 
A tutti auguro un Natale sereno e ricco di gioia, per tutti noi prego il Signore perchè il Natale ci doni un cuore puro come quello di Maria, che disse "sì" al Miracolo, come quello dei Pastori, che seppero avere fiducia nell'Angelo e andarono a contemplare il Bambinello che veniva a salvare l'uomo dal dolore e dalla morte. 

Per tutti noi prego il Signore, e per il nostro disgraziato e amato Paese, perchè la famiglia resti il luogo dell'Amore, formata da un uomo e da una donna e dai figli che il Signore vorrà loro donare. Perchè i malati siano amati e assistiti e non ammazzati dietro l'ipocrita velo di una carta bollata. Perchè i bambini siano accolti con gioia e non ammazzati col crimine abominevole dell'aborto. Perchè i nostri giovani lascino i falsi miti e i disperati rifugi dell'alcol e della droga per ritrovare in Gesù Salvatore la gioia e la forza. Perchè in tutti noi la chiara coscienza della Grazia che abbiamo ricevuto ci aiuti a non cadere nel cretinismo del "dialogo" che disconosce le nostre radici cristiane. Con amore per la Santa Chiesa, per il Santo Padre, per l'Italia.

BUON NATALE, CON AFFETTO SINCERO

 

ELUANA ENGLARO

da ZENIT di stasera, IMPORTANTISSIMO:

Se Eluana deglutisce, la sentenza va rivista

Scienza & Vita e "Avvenire" chiedono altre indagini

ROMA, martedì, 23 dicembre 2008 (ZENIT.org).- “Se davvero Eluana deglutisce ed è ancora possibile che possa essere imboccata e nutrita, non riusciamo a capire perché i giudici non abbiano valutato accuratamente questa circostanza”.
Così l’associazione Scienza & Vita, con un comunicato recapitato a ZENIT il 23 dicembre, commenta le rivelazioni del dott. Giuliano Dolce - direttore scientifico dell’Istituto Sant’Anna di Crotone - che, dalle colonne di “Avvenire”, ha fatto sapere di aver verificato questa situazione nel quadro clinico di Eluana durante una visita medica. 

“In sostanza ci chiediamo – prosegue Scienza & Vita – se questa circostanza non sia tale da dover indurre a un ulteriore ripensamento sul destino di Eluana, già segnato da un provvedimento della Corte d’Appello”. 

Ed ancora: “è stata fatta davvero ogni valutazione medica o è rimasta qualche zona d’ombra? Sono stati effettuati tutti, ribadiamo tutti, gli accertamenti clinici anche e soprattutto in riferimento alla valutazione della capacità di deglutire?”. 

“A queste domande – osserva l’associazione – ci piacerebbe trovare risposte adeguate e non ideologiche, foss’anche fondate su una sentenza passata in giudicato. Anche ai condannati a morte – laddove purtroppo esiste la pena capitale – è concessa la possibilità di una sospensione o revisione della condanna quando emergano fatti nuovi sulle circostanze che hanno spinto i giudici a emettere la sentenza più grave e terribile che un uomo possa subire”. 

Scienza & Vita conclude affermando: “Non pensiamo di chiedere troppo, dinanzi al valore straordinario che la vita di ciascun cittadino ha, sia agli occhi dei costituenti di ieri sia dei legislatori di oggi”.

A commento delle rivelazioni del dott. Dolce il quotidiano Avvenire ha scritto il 23 dicembre che “ci sono aspetti della condizione di Eluana Englaro che non solo l’opinione pubblica ma anche i giudici mostrano di non avere valutato (o addirittura saputo) e che modificano taluni dei presupposti su cui si basa il decreto della Corte d’Appello”. 

Il neurologo ha così raccontato: “È accaduto lo scorso 18 gennaio. Dopo gli ultimi sviluppi, credo di non poter tacere che Eluana ha mantenuto la deglutizione. Si tratta di un particolare non indifferente. Infatti tra le persone in stato vegetativo alcune non riescono a deglutire, altre sì”. 

“La differenza è visibile, perché i primi perdono bava dalla bocca, e questo non era il caso di Eluana – afferma –. Le suore mi hanno confermato che mai aveva perso questa capacità e che, nei primi anni, veniva alimentata dalla madre con un cucchiaino. Addirittura mi hanno riferito che ha ancora il riflesso della tosse: un particolare decisivo per poterla alimentare per bocca”. 

Ma la riflessione a questo punto passa su un altro piano: “Il decreto – spiega Dolce – dice che si può sospendere l’alimentazione artificiale con il sondino, non che si può lasciar morire di sete e di fame una persona che può essere alimentata per via naturale”. 

“Credo – continua – che se i giudici avessero nominato una commissione medica per valutare le condizioni di Eluana, questi elementi sarebbero emersi. Si sarebbero anche potuti effettuare altri esami, come la videofluoroscopia per valutare quanto la deglutizione sia valida, o la risonanza magnetica dinamica. Si doveva chiarire che gli specialisti non parlano più di stato vegetativo permanente o persistente”. 

La vicenda di Eluana, secondo Dolce, è tutt’altro che chiusa: “Abbiamo già scritto una lettera al direttore sanitario della clinica di Udine per spiegargli questi argomenti. Ma certamente, se qualcuno pensasse di mettere in atto il decreto, ci rivolgeremmo alla procura”. 

Di fronte a queste rivelazioni, osserva “Avvenire”, è venuto per tutti “il momento della coscienza e della massima responsabilità”.

In merito alla vicenda il Movimento per la Vita ha fatto notare che dagli ambienti scientifici stanno arrivando in queste ore numerose conferme che non poche persone in stato vegetativo persistente sono in grado di deglutire. 

Ci sono anche le attestazioni di altri neurologi e di famiglie che, sia pure con grande pazienza, danno da bere e da mangiare ai propri congiunti con le normali posate. 


Carlo Casini, Presidente del Movimento per la Vita italiano (MpV), ha commentato che “è dunque sempre più difficile sostenere che alimentare e dare da bere sono terapia. Ed è sempre più irrazionale e contraddittorio sostenere che non c’è violazione della legge penale se a togliere il sondino è un medico mentre vi è reato se provvede un privato”.

“Siamo curiosi di vedere chi, a questo punto, se la sentirà di sostenere che le strutture sanitarie pubbliche o accreditate possono togliere cibo od acqua a persone in esse ospitate. O chi se la sentirà di proibire a volontari, di dare da bere e da mangiare con il cucchiaino ad Eluana”, ha sostenuto il Presidente del MpV.

“Umidificare le mucose è doveroso – ha scritto la Corte d’Appello di Milano – ma dare da bere è proibito. Vi può essere contraddizione più grande?”, conclude Casini.





domenica 21 dicembre 2008

IL GIRO DELLA SETTIMANA 15 - 21 DICEMBRE 2008

CIRCOLI ARCI, SESSO E CULTURA

Settimana densa di avvenimenti. Qui in Italia tutto bene, e meglio ancora nel ridente paese di Mignanego, in provincia di Genova, dove i carabinieri, nel corso di un controllo al locale circolo ARCI, hanno potuto constatare che ivi si teneva una “maratona” di sesso di gruppo. Ora, poiché i circoli ARCI, a tutti ben noti, sono associazioni culturali e ricreative che si riconoscono nel valori democratici e antifascisti e che promuovono cultura, socialità e solidarietà, non deve stupire il fatto che quei valorosi militi abbiano manifestato qualche perplessità al gestore del circolo, non riuscendo (valorosi, ma forse culturalmente rozzi?) a inquadrare bene ciò che accadeva con i fini statutari dell'ARCI. Per fortuna il gestore, culturalmente preparato, ha spiegato che “il sesso è cultura e l'orgia rappresenta un momento di aggregazione”.

Ora, se uno fosse di natura malizioso e per nulla democratico a questo punto potrebbe dire che una sinistra che da pochi giorni ha finito di festeggiare come un campione (o una campionessa? Non ci si capisce nulla...) un Vladimiro Guadagno, in arte Luxuria, che sta un po' di qua e un po' di là, una sinistra di questo tipo, dicevamo, che poi nei suoi circoli culturali organizza quel che s'è detto, beh... è ormai caduta troppo in basso. Ma sarebbe un discorso ingiusto, perché si direbbe che per molta di questa sinistra il discorso politico, o culturale, o aggregativo, si fermi a metà strada, sempre più o meno negli stessi punti, più che cadere in basso. Comunque, come insegna Tex Willer, ognuno deve dare il meglio in ciò che sa fare, quindi chiudiamo qui un discorso che potrebbe portarci su scoscesi e perigliosi crinali.

PERO' IO MI DEPRIMO

E ciò detto, consentite al Vostro cronista settimanale un attimo di depressione. Già, perché per prendere in giro qualcuno, bisogna che ci sia da prendere in giro qualcuno. Ora, se alla fin fine non si salva nessuno e tutti meriterebbero di essere presi in giro, va a finire che non lo merita più nessuno. E quindi il Vostro povero cronista si trova come un soldato col fucile carico di fronte a un nemico che tutto fa salvo che pensare a combattere. Certo, se questo soldato è un vile, può sparare sul nemico, ma poiché non è un vile, che fa? Si deprime.
E se vogliamo uscire dalla metafora, questa sinistra sta eccedendo. Eh, sì, cari amici. Perché dopo aver agitato la questione morale come uno shaker dal quale produrre poi cocktail di democrazia e antifascismo militante, ora questa sinistra si trova nella c..., pardon, volevo dire, nei pasticci fino agli occhi, con inchieste a destra e a manca, con la giunta di Napoli in cui (per oggi, ma vedremo domani) solo quattro assessori su sedici non sono ancora indagati, con indagini che arrivano a Roma, con puzza di bruciato che si sente lontano un miglio. E con la signora Russo Iervolino Rosa, sindachessa, che spiazzando generazioni di comici e umoristi dichiara che il suo lavoro al Comune è caratterizzato da mani candide, assenza di clientele e ampia trasparenza. Poi c'è anche il Di Pietro che gioisce e vorrebbe uccidere tutti, possibilmente previa impiccagione con successivo squartamento, ma si tranquillizza un po' perché di mezzo a tutta la fetenzia spunta anche il nome del suo pargolo e del suo uomo di fiducia. E poi c'è Veltroni che, dopo una flebo di cc. 500 di fosforo puro, dichiara: “o ci rinnoviamo o siamo finiti”, il che, detto di un partito che deve ancor iniziare, è davvero il massimo. Insomma, amici miei, potrei andare avanti, ma la fogna la conoscete tutti, e come si può scherzare su questa sinistra? Diventa impietoso, è come sparare sulla Croce Rossa. Oltretutto siamo in periodo natalizio e potremmo invece iniziare una raccolta di aranci, il frutto classico (perché, poi?) da portare ai detenuti. Meglio comprarne diversi chili.

Uno sfascio così, diciamocelo chiaro, ispira sentimenti compassionevoli e umanitari. Ergo, mettiamoci una pietra sopra, magari vicino alla pietra tombale sul coso, sul PD.

MA C'E' CHI MI SALVA


Per fortuna, qualcuno si dà da fare per fornire un minimo di argomenti al Vostro cronista settimanale. Anzitutto, in ordine di importanza, non possiamo non citare il nostro beneamato Presidente della Repubblica, che si è accorto che la magistratura va un po' a ruota libera e che quindi una riforma si impone a tempi brevi. Naturalmente solo un maligno, maligno più del maligno, potrebbe opinare che questo improvviso interesse da parte del Supremo Colle di Roma derivi dal fatto che i nostri solerti magistrati questa volta sono impegnati a martellare di brutto il coso, il Pd, che poi prima era DS, che prima era PDS, che prima ancora era PCI, ossia quel partito che aveva dribblato la famosa “Tangentopoli”, che come tutti sanno nasceva solo e unicamente da imperioso bisogno di giustizia, né aveva il benché minimo scopo di distruzione della classe politica al potere.
Poi, sempre in ordine di importanza, citiamo i signori del Comitato di assegnazione del Premio Nobel, che sono sotto inchiesta da parte dell'Autorità anticorruzione svedese, che garbatamente chiede di spiegare come mai uno dei membri del Comitato sia anche consigliere di amministrazione della multinazionale farmaceutica AstraZeneca. Pare infatti che questa aziendona avesse molto piacere che il Nobel della medicina fosse assegnato proprio a Tizio e Caio, studiosi di un tale virus, per debellare il quale le medicine sono prodotte proprio da AstraZeneca. Il tutto allietato da strani giri di soldi, e regalucci vari. Insomma, dal marcio in Danimarca di amletica memoria l'orizzonte si è allargato e c'è del marcio anche in Svezia. Detto tra di noi, un'accademia che ha assegnato premi Nobel a personaggi come Fo e Gore, è difficile capire come faccia a peggiorare ulteriormente la propria immagine, ma non si sa mai, per il peggio c'è sempre spazio.

E ultimo in ordine di importanza (in tutti i sensi) diamo qui un ringraziamento a un altro personaggio che ci fornisce qualche argomento: il principe Emanuele Umberto Reza Ciro Renè Maria Filiberto di Savoia, per gli amici Emanuele Filiberto. Il bravo giovane infatti, fedele all'esempio avuto dal padre, è impegnato allo spasimo per demolire ciò che poteva restare di serio in Casa Savoia. Così, dopo un trionfale ingresso in politica, col partito “Valori e Futuro”, di cui pochi si sono accorti, anche perché alle scorse elezioni ha raccolto ben lo 0,4% dei suffragi, ora il baldo erede del casato che creò l'Italia unita ha annunciato al mondo che parteciperà al programma televisivo “Ballando con le stelle”. Ora, dal momento che la televisione in genere più che schifo mi fa ribrezzo, non conosco questo programma. Praticamente non ne conosco nessuno, però ricordo che quando ero un frugoletto coi riccioli d'oro la mamma, prima della nanna, mi raccontava le fiabe, dove i principi in genere si davano a eroiche imprese, uccidevano draghi, salvavano donzelle in pericolo, eccetera.

MA IN ITALIA CAMBIA MAI QUALCOSA ?

Deve essere cambiato qualcosa. O forse no. Già, perché leggendo alcune pagine del grande Giuseppe Giusti, che scriveva un secolo e mezzo fa, ho trovato dei versi che sembrano descrivere la realtà italiana attuale. E allora mi viene il legittimo sospetto che forse... beh, leggeteveli e valutate un po' Voi. E con questo auguro a tutti non solo una buona nuova settimana, ma sopratutto un BUON NATALE, sperando che sia un Natale pieno di presepi. Lo so, sono politicamente scorretto, sanfedista, borbonico, ultradestro clericofascista, ma che volete che ci faccia? Per me il Natale continua ad essere quello, con la capanna, Maria, Giuseppe e il Bambinello. 


Ed eccovi Giuseppe Giusti:

“Vedi che laida guerra, che matassa di inganni.
Si campa sulla terra col baratto dei panni!
L'asino getta via il basto per la sella, 
si vende per Messia chi è nato Pulcinella” 


sabato 20 dicembre 2008

ELUANA ENGLARO - TRE LETTERE APERTE

LETTERA AL CSM

Chiedo al CSM un regalo per Natale: che imponga ai magistrati di star zitti, almeno per qualche giorno, che so, fino alla Befana. Almeno non dovremo sopportare ulteriori corbellerie. Infatti capita di leggere che uno dei sostituti procuratori generali della Cassazione, nella foga di dimostrare che le disposizioni del ministro Sacconi non valgono nulla, è arrivato a dichiarare che "si potrebbe ipotizzare il ricorso alla forza pubblica per eseguire la sentenza della Corte d'Appello di Milano" (la sentenza, per intenderci, con cui si dà via libera al Beppino per ammazzare la figlia).
Ora questo magistrato va sottoposto a prova con etilometro, purchè l'apparecchio sia robusto, altrimenti rischia di fondere. Infatti come è possibile chiedere l'intervento della forza pubblica per una sentenza che "dà facoltà di eseguire un determinato atto"? La sentenza (facendo finta che abbia valore, perchè ribadisco che, al di là del fatto di essere una porcata dal punto di vista morale, è un monstrum giuridico) infatti NON OBBLIGA NESSUNO A FARE NULLA. Si limita a consentire all'amorevole babbo di uccidere la figlia. Ora, che potrebbe fare la forza pubblica? Obbligare qualcuno a esercitare un atto NON DOVUTO, MA FACOLTATIVO? Oppure obbligare dei terzi, diversi dal destinatario della sentenza (il babbino amorevole) a eseguire un atto che non hanno nemmeno la FACOLTA' di eseguire? 
Se questo è un magistrato, siamo fritti. Se qualcuno che, coi soldi delle nostre tasse, è pagato per applicare la legge e "render giustizia", ragiona così, forse è meglio cambiare Nazione. Del resto, questi stessi magistrati che vivono rimirando la loro infallibilità, ci hanno appena offerto lo spettacolo - che ha fatto ridere il mondo - di due procure in guerra tra loro, che si sequestrano a vicenda gli atti di un processo. La Corte di Cassazione ci ha offerto follie recenti, degne del peggior umorismo surreale. Per esempio: le zingare che vessano bimbi e li obbligano a fare i mendicanti (a suon di botte) non sono punibili, perchè questo "rientra nella loro cultura". Oppure, sempre secondo i nostri prodi giudici, non era punibile un tizio che deteneva diversi etti di canapa indiana, perchè apparteneva a non ricordo quale setta di pazzi per i quali l'assunzione di quella droga rientra nelle proprie usanze.
E si potrebbe andare avanti a lungo...
Ora c'è la novità dell'esecuzione coatta, per mezzo della forza pubblica, di un atto facoltativo. 

E questi magistrati, che si trovarono uniti e lucidi solo quando ci fu da protestare contro il rischio che gli scatti di stipendio divenissero, da biennali, triennali, questi signori si arrogano addirittura il diritto di decidere quando una persona deve morire!

Basaglia, quanti danni hai fatto!

LETTERA ALL' A.D. DELLA CLINICA "CITTA' DI UDINE"

Caro Signore,
non ricordo il suo nome, ma non ha importanza. Ricordo quello che ha detto negli ultimi giorni, e questo ha molta importanza. Lei ha parlato di azione svolta gratuitamente, da volontari, tutti mossi dalla "pietas" (sa anche il latino). Cosa ci sia di pietoso nell'accoppare una persona, mi risulta oscuro; ma lei ha detto proprio così. Poi è andato su tutte le furie perchè il ministro Sacconi ha ricordato che le strutture sanitarie sono fatte per curare e non per ammazzare la gente, e ha parlato addirittura di "intimidazioni" da parte del ministro. Cioè, secondo lei, se un ministro esercita un atto del suo ufficio, compie una "intimidazione". Poi lei ha detto che a questo punto voleva l'appoggio della Regione, perchè non poteva correre il rischio che alla sua clinica venisse ritirata la convenzione col Servizio Sanitario. Insomma, lei ha la pietas, però deve anche badare giustamente agli affari, come è dovere di un buon amministratore.
Nel frattempo ha incassato la solidarietà dei vari Pannella, associazione Coscioni e roba del genere. Ma questo era scontato. Si tratta di poveri malati nell'animo, che solidarizzano subito appena sentono odore di morte, l'unico odore che riescono a percepire. Di loro, che ce ne frega?
Insomma, caro signor A. D., per ora le è andata male. Certo, era pensata bene. Si apriva un business eccezionale. Intanto, come "promozione", si accoppa gratis una persona, e così quando la cosa prenderà piede e in tanti otterranno la sospirata autorizzazione per ammazzare il parente malato (che da fastidio, perchè è da accudire), sapranno già dove andare: alla clinica da lei amministrata! "La Clinica della morte pietosa". Che bello. E naturalmente i prossimi pagheranno, ma saranno ben contenti di farlo. Spesso quando si accoppa un parente malato, oltre che liberarsi di un fastidio, magari c'è anche da incassare un'eredità. La sua clinica si poneva all'avanguardia.
Qualcuno disse una volta che la sola morale dell'imprenditore è il profitto. E' proprio vero.
E ora lei è preoccupato e seccato. E' intervenuto questa carogna di ministro, e lei ancora non è sicuro di poter avviare il nuovo "business della pietas".

Le auguro Buon Natale. Spesso a Natale accadono miracoli. Magari a lei accadrà di ragionare in modo un poco più umano. Speriamo.

LETTERA A BEPPINO ENGLARO

Caro Signor Englaro,
leggo sull'ANSA di stasera che lei ha chiesto una "moratoria" in attesa che "si chiarisca la situazione". Insomma, ha chiesto a stampa e politici di stendere il silenzio, sicchè si possa avviare una riflessione.
Ma non le sembra di pretendere un po' troppo? Ma come può avere l'ipocrisia di dire che un padre che vuole accoppare la figlia ha diritto al silenzio stampa, alla quiete riflessiva, alla "moratoria" ?
Una richiesta del genere conferma che lei non è in grado di ragionare. Lei da anni si batte per AMMAZZARE SUA FIGLIA e pretende anche di farlo con calma e silenzio? Non sono uno psichiatra, e pertanto non sono in grado di analizzare la furia omicida di cui lei è vittima; mi risulta incomprensibile il fatto che lei non voglia lasciare sua figlia alle suore che da tanti anni la accudiscono giorno per giorno con dedizione e amore. No, lei la vuole MORTA !
Perchè? Forse non lo sa neppure lei. E ora, dopo aver dato a tutta l'Italia questo bello spettacolo, invoca anche la "moratoria"?
Ma che uomo è lei ? Ma se è così sicuro che la MORTE sia la maggior felicità che lei può dare a sua figlia, perchè non ha il coraggio di prendere una pistola e spararle? E' preferibile farla agonizzare per un paio di settimane?
Se lei sparasse a sua figlia, si sentirebbe un assassino e invece facendola crepare di fame e sete si sente un padre amorevole?
Ma lei ha una coscienza? E dove la tiene? Avvolta nelle carte processuali? Ha delegato la sua moralità a una sentenza giudiziaria?

E ora vuole la moratoria? E se lei riuscisse nel suo tragico proposito, e se finalmente si risvegliasse la sua coscienza (quella vera, non quella fatta di carte bollate), che farebbe? Chiederebbe la "moratoria" anche a quella voce che le urlerebbe dal suo cuore la sua colpa?

Buon Natale, Beppino Englaro. Hai ancora la possibilità di diventare una persona umana. Esci dalla tua ossessione, lascia tua figlia alle suore, e sparisci. Il mondo è grande, nessuno avrà nostalgia di te.






mercoledì 17 dicembre 2008

SALVIAMO LA VITA DI ELUANA ENGLARO

Cari Amici, il Ministro Sacconi sta cercando di fermare una mano omicida, ma come avrete visto gli amanti della morte si sono subito scatenati. Sui forum di Storia Libera abbiamo lanciato alcune inziative A DIFESA DELLA VITA DI ELUANA ENGLARO. Vi prego di cliccare su http://www.storialibera.it/forum/viewtopic.php?f=14&t=233&st=0&sk=t&sd=a&start=190

Vi ringrazio se vorrete, con la Vostra partecipazione, dare una mano a salvare la vita di questa povera donna indifesa, che ha e avrà ancora bisogno di amore e dedizione - che già riceve dalle suore di Lecco - e non certo di morte, come vorrebbe il suo spaventoso padre

martedì 16 dicembre 2008

SOLIDARIETA' AD ALBERTO ROSSELLI, VALOROSO STORICO E GIORNALISTA


Finalmente le "Istituzioni" si accorgono che il carissimo amico e ottimo scrittore ALBERTO ROSSELLI è oggetto di vili minacce per aver scritto un pezzo di Storia che molti ipocriti vorrebbero dimenticare: il genocidio degli Armeni. Chi tocca l'Islam muore, è la parola d'ordine per tanta brava stampa nazionale (e radio, e televisione) che non hanno dato notizia del caso, tanto più "imbarazzante" perchè Rosselli è un uomo "politicamente scorretto"

Ecco, dal Giornale (edizione di Genova):

 
martedì 16 dicembre 2008 
Il caso Rosselli va in Regione «Storia da insegnare a scuola»

Regione e Comune scoprono il caso Rosselli. Mozioni per affrontare la situazione dello scrittore genovese minacciato di morte per aver parlato del genocidio del popolo armeno in Turchia. Borzani è pronto ad organizzare una serata al Ducale per esprimergli solidarietà


di Federico Casabella


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Il caso «Rosselli» finisce in Regione. Una storia che «il Giornale» sta raccontando da tempo, mentre viene snobbata dai media italiani ed è materia di curiosità di tv e giornali esteri, sarà proposta all’attenzione del consiglio regionale grazie all’interessamento del capogruppo di Alleanza Nazionale Gianni Plinio e del consigliere di Forza Italia Matteo Rosso. I due esponenti del centrodestra hanno sottoscritto un ordine del giorno per manifestare solidarietà allo scrittore genovese Alberto Rosselli da tempo minacciato di morte da estremisti turchi. La storia risale ad alcuni mesi fa quando Rosselli presentò il libro «L’olocausto armeno» (Edizioni Solfanelli, Chieti) testo in cui viene raccontato il genocidio di un milione e mezzo di armeni cristiani massacrati nei primi anni del Novecento dalle truppe islamiche turco- curde in Anatolia e nel resto dell’impero Ottomano. Una realtà storica che ancora oggi mette in imbarazzo il governo di Ankara che non riconosce lo sterminio e che, nel periodo della discussione sull’ingresso nell’Unione Europea della Turchia aveva creato diversi contrasti.«È giusto e doveroso - dicono Gianni Plinio e Matteo Rosso- che le istituzioni manifestino solidarietà ad Alberto Rosselli che, insieme ad altri uomini di cultura, è nel mirino dell’estremismo turco per aver osato parlare pubblicamente del genocidio degli armeni». Il volume dello scrittore genovese ha avuto interesse da parte di diverse testate internazionali come Bbc, Le Figarò, Sky e Radio Vaticana e di tv e giornali armeni, mentre i media italiani e locali non si sono interessati della questione, tanto da scatenare la reazione dei consiglieri di An e Fi: «Non è consentibile che un fatto così grave continui a restare in silenzio in Liguria quando su di esso c’è attenzione sia da parte di importanti media stranieri e dello stesso parlamento europeo». Sì, perché delle intimidazioni a Rosselli, che da circa un anno è perseguitato da estremisti islamici con continue telefonate a tutte le ore del giorno e della notte minacciano di morte lo scrittore e la moglie si è occupato anche il parlamento europeo su sollecitazione di deputati olandesi. Così Gianni Plinio e Matteo Rosso, sfruttando anche il fatto che il consiglio comunale di Genova è uno dei pochi in Italia ad aver riconosciuto il genocidio armeno, vogliono approfondire questa pagina storica: «La persecuzione scatenata tra il 1915 ed il 1918 dai turchi nei confronti della popolazione armena rappresenta forse il primo esempio dell’epoca contemporanea di sistematica e scientifica soppressione di una minoranza etnico religiosa - proseguono i consiglieri Pdl-. Sarebbe importante che la Regione Liguria di concerto con la direzione regionale scolastica promuovesse iniziative informative presso gli studenti delle scuole medie a proposito di questo olocausto dimenticato. Già in occasione delle minacce della camorra nei confronti dello scrittore Roberto Saviano il consiglio regionale espresse una unanime solidarietà: siamo certi che saprà fare altrettanto a favore di Alberto Rosselli».Sul caso si è mosso anche il consigliere comunale Gianni Bernabò Brea (La Destra) che chiede al Comune di esprimere solidarietà allo scrittore e a tutti i giornalisti perseguitati dall’integralismo per aver denunciato crimini contro l’umanità, mentre Luca Borzani presidente Fondazione Cultura è pronto ad organizzare una serata in cui Genova si stringerà intorno allo scrittore. 

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Se si terrà, come auspico, la serata di solidarietà, nulla potrà impedirmi di parteciparvi in prima fila!

Forza Alberto, gli uomini liberi sono con te!




lunedì 15 dicembre 2008

IL GIRO DELLA SETTIMANA 8 - 14 DICEMBRE 2008

A SINISTRA C'E UN PO' DI CONFUSIONE

Settimana densa di avvenimenti. Qui in Italia tutto bene, e ancora meglio per il signor Scalzone Oreste, vecchino, di professione rivoluzionario a tempo pieno contro una società che gli lascia fare il rivoluzionario a tempo pieno. Il tutto potrebbe sembrare assurdo, ma invece lo è davvero. Fatto sta che lo Scalzone ha potuto pubblicamente dimostrare che è ancora vivo, con grande sollievo del personale medico del Pio Albergo Trivulzio, che lo aveva perso un attimo di vista, sicché l'arzillo vecchino si era intruppato nella manifestazione per lo sciopero generale della CGIL. Dal corteo si era staccato un gruppo di circa trecento persone che avevano pensato bene, dopo una democratica discussione (leggi: rissa da saloon per decidere la linea di comportamento) di occupare simbolicamente l'Università Statale. Anzi, di “okkupare” perché, come è arcinoto, la fantasia abbonda a sinistra e quindi si continua a parlare come nel sessantotto e ci si tiran dietro macerie come quel poveraccio di Scalzone. Il quale era appunto tra i trecento, che però in questo caso non erano giovani e forti e non sono morti, come invece accadde nel caso della Spigolatrice di Sapri. Infatti quando è arrivata la Polizia ad avvisare che la festa era finita e si doveva tornare, chi a casa, chi all'ospizio, ha trovato solo diciannove-rivoluzionari-diciannove. Meglio che niente, anche se in certi casi è legittimo pensare che niente sarebbe molto meglio. Comunque legittimamente gli studenti continuano a manifestare e okkupare per reclamare il diritto allo studio, col risultato che in questo primo scorcio di anno scolastico solo in Milano si sono già perse oltre cento ore di scuola. Il tutto ha la stessa logica di manifestare per il diritto al cibo bruciando in piazza lasagne, formaggi e merendine. Ma non bisogna essere troppo severi, perché questa sinistra protestataria ha ormai maturato un certo diritto alla confusione, non foss'altro perché nessuno più la fila. Ne sa qualcosa il povero signor Epifani, che di mestiere fa il segretario generale della CGIL e quindi deve fare periodicamente qualche sciopero con corteo e comizio, altrimenti teme, come il signor Scalzone, che tutti lo scambino per una mummia e lo chiudano in un sarcofago. Il gioco però è rischioso, perché poi succede che si fa un bello scioperone generale come quello di venerdì scorso, e riesce così bene, ma così bene, che la stessa “Unità” preferisce dedicare la prima pagina al maltempo, e il Corrierone, da sempre campione del principio “stiamo dove tira il vento” si ricorda dello sciopero con un articolo interno, a pag. 14. E poi, poveretti, i sinistrati sono anche preoccupati per le elezioni regionali in Abruzzo, dove sanno che prenderanno una batosta e quindi iniziano già a farsi i primi lividi tra di loro, con Di Pietro che sottolinea come senza di lui il coso, il PD vada a ramengo, ottenendo l'orgogliosa risposta degli organi del coso, del PD, che ci tengono a sottolineare che per andare a ramengo non hanno bisogno di nessuno, sono già espertissimi da soli. Il Veltroni intanto cerca di consolarsi con un bel raduno degli amici che ha trovato in web e spiega loro che si respira aria di novità. Non è ben chiaro rispetto a cosa, ma l'importante è che ci sia aria di novità, altrimenti il coso, il PD, che ci sta a fare?

MA LA MAGISTRATURA INVECE CI TRANQUILLIZZA

Per fortuna in tutto questa confusione gli italiani trovano un punto fermo nella magistratura, che sempre più dà a tutti la netta sensazione di essere composta da individui equilibrati, seri e pensosi del bene comune. Il quale bene comune, si sa, si può raggiungere in mille modi. Il popolo romano ad esempio chiedeva all'imperatore “panem et circenses”, ossia pane e giochi al circo. Volevano mangiare e divertirsi. Ora, in quanto al mangiare, i nostri magistrati il problema l'hanno risolto da tempo, almeno per loro, perché con gli stipendi che si ritrovano mangiano, e bene. In quanto al fornire divertimenti al popolo, dopo il primo tempo dello spettacolo delle due Procure che si scambiano tra loro avvisi di procedimento, corredati da ispezioni anche corporali sui magistrati-avversari, è stato appena proiettato il secondo tempo, che vede i due contendenti sedersi a un tavolo e cercare un accordo. Nel terzo tempo, che forse sarà proiettato nella prossima settimana, sapremo se le due gang hanno trovato un accordo per spartirsi le zone di influenza o se la guerra riprenderà. Nel frattempo, come si faceva al cinema ai bei tempi, si proietta anche un filmino breve di comicità un po' scemotta, ma che fa da rilassante e fa passare un quarto d'ora gradevole al pubblico. Al filmino breve ha provveduto il Tribunale di Milano, con una sentenza in cui si condanna un padre separato, in ritardo nel pagare i mensili assegni e moglie e figlio, evidenziando come il comportamento dello sciagurato abbia anche impedito al giovane figlio di fare uso del telefonino, oggetto che al giorno d'oggi è da considerarsi indispensabile. L'obiezione del padre, che, lavoratore autonomo, aveva spiegato di trovarsi nei pasticci per grave riduzione degli affari, è stata considerata di nessuna rilevanza di fronte al crimine di lasciare un giovane senza telefonino. Con una magistratura così c'è da sentirsi sicuri e tutelati, anche se voci di corridoio – del tutto da verificare – danno in vertiginoso aumento gli affari delle agenzie specializzate nella fornitura di bounty killer.

E L'INGHILTERRA? CHE AVESSE RAGIONE MARIO APPELIUS?

Se qui in Italia insomma tutta questa confusione potrebbe dare l'idea che qualcuno stia rincretinendo, dall'Inghilterra ci arrivano notizie più rassicuranti. Infatti nulla è penoso come il macerarsi nel dubbio, e nella Terra d'Albione il dubbio non c'è più. Stanno davvero, senza equivoci, rincretinendo. Infatti il municipio di Oxford aveva già deciso da un mesetto di abolire il Natale per non urtare la suscettibilità di quanti professino religioni diverse da quella cristiana; ora questa preoccupazione ha investito tutto il Regno Unito, e nelle scuole non si cantano inni religiosi natalizi, si evitano parole compromettenti come “vergine”, “re”, “figlio”; è altresì vietato cantare inni natalizi che contengano riferimenti alla città di Betlemme, perché non si sa mai come potrebbero prender la faccenda i palestinesi, mentre la direzione delle Poste ha dato disposizione agli impiegati di evitare di vendere i francobolli con immagini sacre, e comunque di non esporli e di non usarli assolutamente per invii all'estero. Di questo passo, poiché in Inghilterra oltre ai musulmani, agli ebrei, ai cristiani, ci sono seguaci di altre religioni, scintoisti, taoisti, buddisti, indù, animisti, nichilisti, dentisti, eccetera, si prevede a breve la paralisi totale di tutto e di tutti, poiché di sicuro in ogni attività di qualcuno potrebbe esserci qualcosa che infastidisce qualcun altro. Per ora un primo grave problema si è già posto dal momento che il sig. K.Z., oscuro impiegato della City, ha fondato la religione della Grande Tazzina, che postula che millenni or sono una grande tazzina sia scesa dal cosmo per portare la vita sulla Terra. Il sig. K.Z., che nel giardino di casa ha già eretto un monumento al Cucchiaino, che per primo annunciò l'arrivo della Grande Tazzina, ha proclamato il mercoledì giorno sacro della settimana e ha detto che è una vergogna che gli inglesi ogni giorno riempiano le tazze di te, mancando così di rispetto alla Grande Tazzina. Ora, poiché finora il sig. K.Z. è l'unico seguace della religione da lui stesso fondata, della quale si è peraltro proclamato Capo Assoluto, e quindi è così minoranza che più minoranza non si può, la Camera dei Comuni ha già messo all'ordine del giorno una progetto di legge che prevede il mercoledì come giorno festivo e dispone che il tradizionale te delle cinque si beva in bicchieri, buglioli, zuppiere, scodelle, ma mai in tazzine.

TRUFFE, PRIGIONI, E ALTRE PIACEVOLEZZE. MA L'IMPORTANTE E' LA LEGITTIMITA'

Se in Inghilterra si piange, negli Stati Uniti non si ride. O meglio, rideva ma adesso ha smesso, il signor Barnard L. Madoff, già stimato finanziere e gestore fiduciario di mega-patrimoni, e ora ospite delle prigioni di New York, dove è stato trasferito dagli agenti dell'FBI, che hanno definito la truffa commessa da Madoff come “epica”. Probabilmente l'agile finanziere entrerà nel Guinness dei primati, poiché una truffa da 50 miliardi di dollari, attuata col vecchio ma sempre efficace sistema dello Schema di Ponzi non è cosa di tutti i giorni. 
E per uno che va in galera giustamente, per fortuna registriamo il caso di un altro che, messo in galera ingiustamente, viene scarcerato. A Torino il signor A.C. , anni 59, ex carabiniere, interviene per salvare il figlio e la nipotina, assaliti da una decina di balordi, che si erano seccati poiché il figlio di A.C. li aveva invitati a tenere a bada un cane pericoloso, che aveva spaventato la bimba. Il giovane viene buttato a terra e preso a calci. Il padre, A.C., interviene e quando uno dei balordi estrae la pistola e gliela punta contro, A.C. spara (con una pistola regolarmente detenuta) e uccide il balordo. A questo punto il pubblico ministero decide che A.C. è un freddo assassino e lo fa arrestare per omicidio volontario. Poi ci ripensa e derubrica il reato in eccesso colposo di legittima difesa. Poi, per fortuna, il giudice dispone la scarcerazione, ma in attesa della fine delle indagini impone ad A.C. gli arresti domiciliari. Il perché non è ben chiaro, ma almeno il poveretto non deve stare in galera. Nel frattempo pare che la Procura della Repubblica di Torino sia impegnata nella stesura di un apposito modulo che in futuro l'aggredito dovrà compilare e poi inviare in Procura, per descrivere i fatti e chiedere autorizzazione ad adottare i comportamenti proporzionati all'offesa subita, per difendersi. La Procura risponderà entro 24 ore, prolungabili a 72 se il modulo perviene nella giornata di venerdì. In tal modo la difesa sarà sempre proporzionata all'offesa e si eviterà che il cittadino si faccia giustizia da solo. Nel caso in cui, nell'attesa delle dovute autorizzazioni, l'aggredito venga ucciso, verrà aperto un fascicolo a nome degli uccisori. Il sistema potrà essere lungo, ma così tutto sarà di sicuro regolare e in Italia, si sa, ci teniamo tutti al rispetto della legge.
E con tale confortante notizia, che conferma il diritto del cittadino a difendersi, purché tale diritto sia esercitato secondo canoni di legittimità, chiudiamo il nostro giro, augurandovi una buona nuova settimana. 

sabato 13 dicembre 2008

IL PREMIO "ATTILIO MORDINI"





Il 22 novembre 2008, a Milano, al Palazzo Reale, ho avuto l'onore di ricevere, insieme ad altre personalità del mondo della cultura ben più note e meritevoli di me, il premio alla cultura intitolato ad Attilio Mordini, istituito da AESPI (Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnante). Ecco alcune foto di quella bella giornata (le foto sono tutte scattate dal ben noto e bravissimo Franco Cavassi, fotografo di eventi e manifestazioni, che potete contattare scrivendogli su franco.cavassi@libero.it)

Potete vedere il prof. Piero Vassallo, grande storico della filosofia, mentere tiene un breve discorso; la consegna del premio da parte del prof. Giuseppe Manzoni di Chiosca, presidente della commissione giudicatrice, e le congratulazioni dal prof. Angelo Ruggiero, presidente di AESPI. Infine, foto che mi è molto cara, ricevo le affettuose congratulazioni dal prof. Piero Vassallo, che mi onora della Sua amicizia.

lunedì 8 dicembre 2008

IL GIRO DELLA SETTIMANA 1 - 7 DICEMBRE 2008

A MILANO CI SONO IL CARDINALE DE CORATO E L'ONOREVOLE TETTAMANZI

Settimana densa di avvenimenti. Qui in Italia tutto bene, e in particolare a Milano, dove vicesindaco e arcivescovo si sono scambiati i ruoli. Infatti Sua Eminenza Dionigi Tettamanzi, che voci ben informate ci assicurano essere un Cardinale della Chiesa Cattolica, nella predica di Sant'Ambrogio ha detto che è necessario aprire nuovi luoghi di culto in ogni quartiere “per tutte le religioni”e “in particolare per l'Islam”. L'affermazione denota un finissimo senso diplomatico, pari a quello che può mostrare un rinoceronte che si lanci alla carica contro una vetrina di Swarovski, laddove si consideri che pochi giorni fa la Polizia ha associato alle patrie galere due simpaticoni, islamici, frequentatori della moschea di Macherio, che stavano progettando di festeggiare il Natale a modo loro, con qualche attentatuccio, una bombetta in Duomo, magari anche in qualche centro commerciale, oppure in stazione Centrale, perché si tratta di giovanotti scrupolosi, che se fanno attentati li vogliono fare bene. Queste simpatiche intenzioni hanno ovviamente portato alle stelle la popolarità dell'Islam, già tanto apprezzato soprattutto dai residenti in Milano nelle zone di via Jenner e via Quaranta. Le affermazioni di Sua Eminenza hanno insomma destato qualche legittima perplessità tra i fedeli ambrosiani. Per fortuna Milano è la città dalle mille risorse, e a ricordarci che Natale è soprattutto il Santo Natale, e che a Natale è nato Gesù Cristo, è intervenuto il vice sindaco, onorevole De Corato, che ha invitato le famiglia milanesi ad avere in casa il Presepe, che è, a differenza dell'albero illuminato, più consono alle nostre tradizioni cristiane. De Corato, al quale facciamo con sincero affetto i migliori auguri, sta rischiando grosso, perché ha anche preteso che alla tradizionale fiera milanese degli “Oh bej, oh bej” partecipassero solo gli ambulanti autorizzati, ossia quelli che pagano fior di soldini per la licenza di utilizzo del suolo pubblico, e ha chiesto alle forze dell'ordine di allontanare gli abusivi. Non solo il vice sindaco ha manifestato queste intenzioni, ma le ha anche realizzate. Ora, un politico che in Italia, oggi, pretende in pochi giorni di far rispettare la legge a tutti e di ricordare che il Natale è festa della cristianità rischia, a dir poco, che qualche zelante procuratore della Repubblica apra su di lui un'inchiesta per ricostituzione del Partito fascista, attentato alla costituzione e, che so io, abigeato (che non c'entra nulla, ma dal momento che anche un Di Pietro è stato per anni magistrato, tutto può accadere).

IL GIOCHINO NUOVO IN MAGISTRATURA

Non vorremmo però eccedere in allarmismo. Il pericolo per l'onorevole De Corato c'è di sicuro, ma non è imminente, perché molte strutture giudiziarie sono impegnate in un singolarissimo gioco, così interessante da aver suscitato anche l'attenzione del signor Giorgio Napolitano, che lassù sul Colle fa il Capo dello Stato, e ha detto: “Ohibò, che casino, spiegatemi un po' cosa sta succedendo”. Di che gioco si tratta? Spieghiamo subito. Si inizia con un sostituto procuratore (da una Procura a caso, facciamo Salerno) che apre un'inchiesta X. Magari questa inchiesta non piace a tutti, perché saltano fuori un po' di panni sporchi sinistrati e a sinistra, lo sanno tutti, ci sono solo verginelle in fiore e innocenti frugoletti dediti al bene comune e al gioco della lippa. Comunque, a parte ciò, un'altra Procura (anche qui prendiamone una a caso, ad esempio Catanzaro) dice: “in quell'inchiesta c'è roba che mi interessa. Ci fate vedere un po' le vostre carte?”. “Col cavolo” dice la prima procura. “Ah, carognoni, dice la seconda procura, ora vi arrangiamo noi”. E apre un'inchiesta sulla prima procura, ordinando la perquisizione di magistrati, e arrivando a obbligare uno di questi a togliersi anche gli slip per fare ben bene un'ispezione (forse cercavano fascicoli nascosti in capsuline...). La seconda procura, è comprensibile, si imbufalisce e dice: “Ah, fate così? Ora vedrete”, e apre un'inchiesta sulla prima procura, per abuso di potere e sfilamento di slip a magistrato. Il gioco è molto divertente e può andare avanti all'infinito, come un gioco di due specchi contrapposti, perché la seconda procura potrebbe a questo punto aprire una seconda inchiesta sulla prima procura, che potrebbe rispondere aprendo una terza inchiesta sulla seconda procura, e così via. Senonché come guastafeste interviene il CSM, che sarebbe poi il Consiglio Superiore della Magistratura, e dice: “ragazzi, ma vi rendete conto che state facendo la figura dei fessi? Rimettetevi le mutande, piantatela e ora trasferiamo qualche magistrato da qua a là, e qualche altro da là a qua”. I giocherelloni dicono “vabbè...”, tanto il massimo che rischiano è appunto un trasferimento. Sono un po' seccati perché si divertivano molto e invece adesso magari dovranno lavorare. Ma a rimettere tutti di buonumore interviene ancora il CSM che, per bocca di un autorevole esponente, dichiara: “azione tempestiva per ridare al Paese fiducia nella giustizia”. La battuta è davvero fortissima, e fonti ben informate ci dicono che in città, paesi, villaggi e anche sobborghi molti cittadini siano stati ricoverati per i malori dovuti all'eccessivo sbellicarsi dalle risate.

UN CANDIDATO CONDANNATO AL FALLIMENTO

Tutto è bene quello che finisce bene, e sghignazzare, se non si esagera, fa solo bene alla salute.

Chi invece ha poco da ridere, anzi, avrebbe tutti i motivi per singhiozzare, è il prof. Flavio Delbono, docente di economia, e in corsa con altri tre esponenti del coso, del PD (sì, quella roba che il Walter continua a dire che sia un partito, e già questa è bella, e che lui lo diriga, e questa è formidabile) per la successione a Cofferati nella carica a sindaco di Bologna. Si sa che per il coso, il PD, le primarie sono una roba molto seria, e allora le stanno facendo anche per decidere chi farà danni al comune di Bologna ora che il Cofferati smette e se ne va a farli altrove. Orbene, noi non conosciamo il prof. Flavio Delbono, ma senza essere indovini possiamo prevedere la sua totale rovina politica, visto che ad appoggiarne la candidatura è saltato fuori nientepopodimeno che Romano Prodi, l'uomo capace di far danni anche nel deserto del Sahara, tanto da meritare il soprannome di Re Adim (il rovescio di Mida. Il re Mida trasformava in orto tutto ciò che toccava, il Re Adim... beh, lasciamo perdere). Il Prodi, estratto dal Mausoleo degli zombie, dove finalmente aveva trovato chi gli dava ascolto, ha infatti tenuto un discorso all'Istituto De Gasperi a Bologna, in occasione delle primarie del coso, del PD. Nessuno ha capito nulla, e fin qui tutto è regolare. L'unica cosa apparsa chiara è che il Prodi appoggiava la candidatura del Delbono, il che, politicamente, equivale a darsi martellate sugli alluci stando seduto su una piastra rovente, attorniato da vampiri in una notte di luna piena. 

...E ANCHE LA SINISTRA...

Siamo quindi sinceramente dispiaciuti per il professor Delbono, ma il nostro dispiacere si allarga anche ad altre parti della sinistra, perché il coso, il PD, è una roba grande, e dentro si trova un po' di tutto. Ad esempio, c'è Antonio Di Pietro, che è in grave imbarazzo, perché si trova tra le mani una faccenda che, per quanto la si giri e rigiri, non consente in alcun modo di accusare Berlusconi di golpe o di genocidio. Il fatto è che nella faccenda il Berlusconi proprio non c'entra, mentre pare che c'entri un po' troppo il signor Mauro Mantone, uomo di fiducia dell'ex ministro Di Pietro, che infatti lo nominò direttore dell'edilizia statale al ministero delle Infrastrutture. Orbene, il signore in oggetto pare che abbia un po' a che fare con un'inchiesta sulla spazzatura di Napoli, ma non quella che bastava spalar via, e che ora non c'è più, bensì quella fatta di giri di milioncini pubblici, appalti pilotati e mille altre simili frivolezze. Il Mantone Mauro è un po' nei pasticci e il suo pigmalione Di Pietro lo è due volte perché stavolta non sa che dire, il che per lui è tragico, perché di norma parla, anche se non sa cosa dice. Ma in questo caso non gli viene in soccorso nemmeno il totale disprezzo che in genere manifesta verso il significato di ciò che dice. Sta zitto, e basta. Fonti generalmente ben informate ci dicono che il Di Pietro è ormai di pietra. Questo se non altro darà un po' di respiro al Walter, pover'uomo, che di recente, per mostrare che non era morto, ha minacciato le dimissioni dalla segreteria del coso, del PD, lamentando il fatto che ciascuno nel partito (boh...) fa i fatti suoi e incassando solo l'indifferenza totale degli altri, nonché una risposta tutt'altro che carina dal D'Alema. Pare infatti che Baffodiferro abbia detto “ma chi se ne frega?”. 

La sinistra insomma è un po' nel caos e il cadavere di Togliatti, ammesso che Belzebù glielo consenta, si starà rivoltando nella tomba vedendo come hanno ridotto il suo buon vecchio PCI. Che direbbe ad esempio San Palmiro da Dongo leggendo sulla stampa sinistrata che il Paperone della comunicazione, quel tale signor Rupert Murdoch, che possiede i giornali di mezzo mondo, nonché radio e televisioni, è diventato, da cannibale spietato, un importante innovatore nel mondo dell'informazione? Gli è che il Murdoch tra le altre – tante - cose possiede anche quella SKY TV che ora si troverà a pagare l'IVA al 20% (e non più al 10) per un provvedimento del Governo, peraltro preso in conformità di una direttiva europea. E si sa che se domani il Governo Berlusconi decidesse un vitalizio di 3.000 euro al mese per tutti i disoccupati, la sinistra insorgerebbe contro l'umiliazione che Berlusconi vuole infliggere ai disoccupati, dando loro la pubblica carità. Insomma, si tratta, come ebbe a dire il Walter, di un'opposizione “costruttiva”. Del resto, non avendo mai specificato cosa diavolo volessero costruire, tutto fa brodo.

E TERMINIAMO CON DUE BELLE NOTIZIE

Ma non vogliamo concludere questo giro della settimana solo con cattive notizie, anche perché altrimenti dovremmo anche segnalare che Beppe del Colle ha scritto su Marmaglia Cristiana un editoriale senza neanche una parola contro Berlusconi. I suoi fans (tra i quali noi siamo in prima fila) sono preoccupati. No, vogliamo concludere con notizie liete.
La prima viene da Palermo, e ci dimostra l'amore non ha età. Nel capoluogo siculo infatti una signora di anni ottantadue ha dovuto chiamare la Polizia per placare le focose intenzioni del coniuge, suo coetaneo, che dopo aver assunto una pastiglia di Viagra voleva mostrare di avere ancora il cuore da ventenne. La signora, indubbiamente più realistica e conscia del fatto che il cuore del marito, cardiopatico, non solo non era da ventenne, ma era un po' da rottamare, ha chiesto soccorso al 113, nel timore che tanto ardore si traducesse in vedovanza. Non è dato sapere quali argomenti abbiano trovato gli agenti per riportare la calma.
E per finire, la notizia bellissima arriva da Lugano. Infatti nella ridente cittadina lacustre ha comprato casa il Beppe Grillo e, al di là del fatto che ha raccontato la consueta tonnellata di balle dicendo che lui è un perseguitato, che gli vogliono oscurare il blog, e così via, a parte tutto ciò, dicevamo, questo acquisto immobiliare potrebbe preludere a un trasferimento del Grillo stesso. Il che vorrebbe dire, nella sostanza, che ce lo togliamo dalle scatole. E, a parte il cordoglio degli animalisti, per l'Italia sarebbe comunque una bella cosa. Con sincero rammarico per gli amici svizzeri.
E in questa speranza, chiudiamo questo giro, augurando a tutti una buona nuova settimana. 

domenica 7 dicembre 2008

Sostegno al Granduca del Lussemburgo nella sua opposizione all'eutanasia

Riporto da ZENIT di oggi:

ROMA, domenica, 7 dicembre 2008 (ZENIT.org).- Ha appena avuto inizio una campagna europea di sostegno al Granduca Henri del Lussemburgo, che il 1° dicembre ha annunciato che non firmerà un'eventuale legge di autorizzazione dell'eutanasia. 
L'11 dicembre prossimo si dovrebbe discutere in seconda lettura nel Parlamento del Granducato una legge di depenalizzazione dell'eutanasia e del suicidio assistito.

In un comunicato inviato a ZENIT, Elizabeth Montfort, ex deputato europeo, invita a sostenere la testimonianza di difesa della vita data dal Granduca, nonostante il costo politico. 

La Montfort, che ha già iniziato a raccogliere il sostegno dei deputati europei, precisa che "per fare scacco matto al Graduca Henri, il Primo Ministro Jean-Claude Juncker pensa di modificare la Costituzione per togliergli il potere di veto sulla legge. Questo progetto si trasformerebbe in un autentico colpo di Stato costituzionale".

E' possibile aderire alla campagna sulla pagina web http://www.liberte-politique.com/soutien_au_Grand_Duc_du_Luxembourg/php/appel.php

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Dal minuscolo Granducato ci arriva una grande testimonianza di Fede. E' giusto che ognuno di noi si associ al Granduca di Lussemburgo, uomo di Fede e uomo coraggioso.






lunedì 1 dicembre 2008

IL GIRO DELLA SETTIMANA - 24 / 30 NOVEMBRE 2008

IN SVIZZERA NON VOGLIONO FUMARSI IL CERVELLO

Settimana densa di avvenimenti. Qui in Italia tutto bene, e meglio ancora in Svizzera, dove gli elettori, chiamati a votare a referendum, hanno respinto la liberalizzazione di hashish, marijuana e porcherie simili, dimostrando un raro (al giorno d'oggi) rispetto per sé stessi. E dimostrando pure che il popolo è spesso più sensato e intelligente dei politicanti che fanno certe proposte. Insomma, gli Svizzeri hanno deciso di non fumarsi il cervello, né di credere alla panzana delle droghe “leggere”. Le droghe sono droghe, e basta, e spesso gli spacciatori le vendono anche mischiate alle cose più strane sicché gli effetti sulle capacità di ragionare possono essere devastanti.

I PERICOLI DELLA DROGA, TANTO PIU' SE TAGLIATA

Ora, da questo modestissimo osservatorio che è il “giro della settimana” avevo già espresso più volte il timore che qualche nostro politico si stesse fumando il cervello, o almeno i rimasugli del medesimo, e consigliavo paternamente, almeno, di cambiare pusher, cercandone uno che vendesse roba meno inquinata. Ahimè, non mi hanno voluto dare ascolto, e ora ecco i risultati: voi leggete abitualmente “Liberazione”, il quotidiano “comunista”? No? Beh, fate benissimo. Ma in questi giorni era da leggere. Infatti i comunisti, come tutti sanno, lottano per il progresso delle classi più torturate dal sistema capitalista, dominato da Berlusconi, Maroni & C. Orbene, non leggendo “Liberazione”, voi vivete ancora nella convinzione che la preoccupazione maggiore dell'operaio, magari in cassa integrazione, sia come arrivare alla fine del mese, o almeno a due terzi. Nooo! La vera preoccupazione è che cadano finalmente alcune barriere dettate solo dal pregiudizio e da una biologia forse menzognera (vuoi vedere che c'è di mezzo il Vaticano?). E quale barriera è più assurda di quella, imposta dalla reazione dei rigurgiti fascisti, della distinzione tra maschi e femmine? Ma l'alba radiosa del sol dell'avvenire è finalmente spuntata e sull'Isola dei Famosi (un programma talmente cretino che mai avrei pensato di dovermene occupare) trionfa un tizio che si chiama Vladimiro Guadagno, in arte Luxuria e il cui mestiere, gratta gratta, non è altro che quello di vestirsi da donna. O meglio, così la vedono gli incalliti reazionari come il sottoscritto. “Liberazione” invece ci chiarisce che il duello finale tra una tale di nome Belen Rodriguez (che pare sia davvero una donna, con attributi generosamente offerti da Madre Natura) e il Guadagno è stato in verità lo scontro “tra la donna bella, secondo il pregiudizio l'unica donna vera, contro Vladimir la pasionaria, la donna che ha scelto di essere donna. Due donne, due storie, due modelli, due culture. Lì siamo rimasti col fiato sospeso, abbiamo temuto che Vlady non ce la facesse”. Poi il Guadagno, o “Vlady”, come lo chiamano su Liberazione (tra loro devono essere in confidenza) ha vinto la disfida, portandosi a casa anche un bel mazzetto di soldi, circa duecento di quegli stipendi che un operaio si becca in un mese di fatica. Gioia e sol dell'avvenire. 

... E I FATTI LO DIMOSTRANO

E poi dite che ho torto se consiglio a questi signori, se proprio non ce la fanno a smettere, almeno di cercare “roba” meno devastante sul cervello? D'accordo, si può obiettare che i nostri amici di “Liberazione” hanno molti motivi di turbamento. Sono fuori dal Parlamento, nessuno più se le fila, nel passato governo (si fa per dire...) Prodi si trovarono, loro malgrado, un'alleato come la Rosy Bindi, che dice pure lei di essere una donna, lasciando il mondo perplesso. Insomma, hanno anche delle giustificazioni. Però...

Comunque, in attesa che si completi la completa liberazione sessuale, argomento dei più scottanti e vissuti dalle masse popolari, la nostra sinistra vigila ed è insorta per un altro attentato ai diritti inalienabili delle classi più umili. Come è a tutti arcinoto, il disoccupato, il giovane che non trova lavoro, il pensionato che mantiene una splendida linea perché mangia come un canarino, tutti costoro, di cosa parlano nei loro incontri, cosa li angoscia di più? Forse l'aumento della pensione, forse la possibilità di mangiare? Macché! Il vero problema è la TV a pagamento, insomma quella roba come SKY, con la quale uno paga più o meno 500 euro l'anno e poi può passare la giornata a rincretinirsi completamente con tutti gli sport, seguiti da tutti i film, le fiction, gli show, la tv trash, e poi non mi vengono altri termini in inglese. Il governo, nero e protoneofascista (con chiari risvolti borbonici e vandeani) ha emanato una norma forcaiola, chiaramente intesa a fiaccare le classi più umili, per azzerare la loro capacità di lotta. Ha portato l'IVA sugli incassi delle TV a pagamento dal 10 al 20%, ossia l'ha adeguata all'IVA corrente, anche perché forse solo il Mago di Arcella sapeva dire perché mai queste TV dovessero pagare solo il 10% di IVA. È chiaro che l'aumento si scaricherà sui consumatori finali, che quindi spenderanno euro 50 in più l'anno. Vergogna e scandalo. Veltroni, che negli ultimi giorni era miracolosamente riuscito a dare un'impressione di lucidità (stando zitto, sua condizione ottimale) è insorto contro questa misura antipopolare del Governo. Di Pietro non ha ancora parlato di golpe di Berlusconi, ma fonti ben informate dicono che nel suo rifugio agro-pastoral-abruzzese, dove portando i greggi al pascolo affina costantemente il suo italiano, stia già meditando contro-mosse clamorose. Staremo a vedere.

ANDIAMO A CONSOLARCI IN PUGLIA...

E da vedere ci dovrebbe essere molto anche in Puglia, dove governa un signore che si chiama Nicola Vendola, ma ha il vezzo di farsi chiamare Nichi, e che pare vada molto d'accordo con il Guadagno di cui dicevamo sopra, almeno per una comunanza di vedute (dipende dalla prospettiva da cui si guarda...). Ma non divaghiamo. Questo signore, che fa appunto il Presidente della Puglia, ha pensato di organizzare la notte bianca, e per non sbagliare ne ha organizzate tre, dal 5 al 7 dicembre prossimi. Una spesuccia: solo sei milioni di euro, spiccioli che L'unione Europea aveva sganciato per la promozione del turismo in Puglia. Il Nichi è così riuscito a battere tutti gli altri comuni e regioni che hanno organizzato queste notti bianche (delle quali, come è arcinoto, si sente un bisogno irrefrenabile). Ha battuto tutti come capacità di spesa. Fonti malignamente informate dicono che il Vendola abbia minacciato di prendere a borsettate in faccia chi gli avesse mosso critiche, ma di più non sappiamo.

... E DA BEPPE DEL COLLE 


Insomma, in questo panorama, c'è da pensare che forse la sinistra, oltre che avere poche idee, le abbia ben confuse. Colpa dei pusher disonesti? Colpa degli choc post-elettorali? Mah! Ai posteri l'ardua sentenza, sia perché a noi non ce ne frega granché, sia perché per fortuna a sinistra c'è invece qualcuno che ragiona con rara lucidità. Non parliamo di Epifani, beninteso, fautore ormai dello sciopero estetico, ossia dello sciopero che non ha più ragione di avere alcuna attinenza con la realtà, perché bello in sé stesso. Parliamo del nostro amico Beppe Del Colle, il valoroso editorialista di Poltiglia Cristiana, l'uomo che forgia l'opinione pubblica, facendo scoccare scintille di puro ingegno sull'incudine della sapienza, dove batte con vigore sul ferro incandescente dell'analisi socio-cultural-politica. Ordunque, il Del Colle ci ha svelato una cosa che mai avremmo sospettato: l'opposizione parlamentare è un vero casino, dove ognuno va per la sua strada e fa quello che vuole, impippandosene del povero Walter, che continua a stare in piedi sulla sedia piagnucolando: “Io sono il segretario del partito”. Chi gli tira una nocciolina, chi un puffo. La sinistra è disunita. Del Colle l'ha detto. E lo ha detto col rammarico del vecchio amante che si sente tradito. Bei tempi quello del governo Prodi, limpido, efficiente, concorde. Ora basta, ora al Governo c'è Satanello Berlusconi e la sinistra, anziché pensare seriamente a come ucciderlo, è occupata a sbranarsi in casa. Non solo: Berlusconi, è questo è un vero scandalo, fa interventi a favore delle fasce più deboli della popolazione. Il Beppe gronda lacrime: dove andremo a finire, di questo passo? Già siamo andati a finire in un caso clamoroso: il senatore Villari, regolarmente eletto a Presidente della Vigilanza RAI, si è rifiutato di dare le dimissioni. Il Walter ha dovuto rinchiudere nel sarcofago la Voce dei Giovani, Sergio Zavoli. Villari è un esponente del PD, ergo dell'opposizione, ergo è stata rispettata la prassi, che vuole che questa commissione sia presieduta da un membro dell'opposizione. È stato eletto con votazione regolarissima e quindi ha deciso di restare al suo posto. Un osservatore rozzo potrebbe dire che questa è l'ennesima figura da cioccolatai che la sinistra, sotto la guida del Walter, è riuscita ad aggiungere al suo già ricco medagliere. Eh, no. Il Beppe Del Colle, vecchio volpone, non ci sta. E ci spiega che quella di Villari è una vicenda “disgustosa”. Il perché probabilmente ce lo spiegherà nel prossimo editoriale, ma intanto ci ha già fornito dei punti fermi, chiari, indici di una lucidità e imparzialità, classiche del grande giornalista. E in attesa di questa seconda puntata del grande Beppe, Vi salutiamo tutti e Vi auguriamo una buona nuova settimana. 

Paolo Deotto