domenica 27 settembre 2009

L'ARGOMENTO DELLA SETTIMANA - 21 - 27 SETTEMBRE 2009

DEMOCRAZIA IN PERICOLO - ma chi realmente la sta minacciando?

E' vero, assolutamente vero, e chi mi segue sa che lo sto dicendo da tempo. In Italia la democrazia è in pericolo.
Ma chi realmente la sta mettendo in pericolo, chi realmente vuole trattare il popolo (che sarebbe sovrano...) come un'accolita di deficienti?

Riassumiamo alcune banali verità, che sembra vengano regolarmente (e maliziosamente) dimenticate.

Il popolo sovrano, con le elezioni dell'aprile dello scorso anno, ha mandato a casa la maggioranza di sinistra (maggioranza per la quale peraltro non si era mai fatto il richiesto controllo delle schede elettorali) e ha largamente votato per il centrodestra, portando così a Palazzo Chigi Silvio Berlusconi, leader del PdL. Berlusconi ha formato velocemente un governo e si è messo al lavoro per il Paese.

Ma il popolo sovrano, come di recente ci ha spiegato l'ex fervente fascista, pentito al momento giusto, Giorgio Bocca, se vota per la sinistra è maturo e intelligente, se vota per la destra è scemo. Ergo, i santoni che si sono da decenni attribuiti il monopolio della verità, devono intervenire per salvare il popolo scemo dai danni che questi si fa da solo.
Per mesi ci tentano andando a frugare nelle lenzuola di Berlusconi, ma in tutto questo casino una sola persona ne trae vantaggio, ossia tale signora D'Addario che, esercente il più antico mestiere del mondo, si trova a un tratto nelle insolite vesti di fonte della Verità e di star.
A un certo punto la sinistra si rende conto (qualcuno non del tutto decerebrato c'è anche tra loro) che il giochetto non serve a molto, e anzi decide che non serve più da quando un uomo di crudeltà spaventosa, tale Vittorio Feltri, direttore del Giornale, non pubblica alcune notizie riservate sull'attività amatoria di un tale signor Boffo, attività che pare sia diretta verso la sponda opposta rispetto a quella altamente pubblicizzata del Presidente del Consiglio. Orrore e sdegno democratico. Si scopre così che la "privacy" è sacra, e il tutto, detto da chi sulla privacy ci ha sputato sopra fino al giorno prima, ha un inevitabile connotazione umoristica.
Ma, tant'è.

Ora accade un altro fatto terribile, spaventoso. Berlusconi, stanco del fatto che Repubblica e Unità scrivano su di lui un sacco di fregnacce, esercita il proprio diritto, come qualsiasi altro cittadino, di querelare i due giornali, ossa di chiedere al giudice che gli estensori di fregnacce siano puniti e condannati a congruo risarcimento. Tra l'altro, così facendo, il Berlusca assume su di sè il rischio che il giudice dia ragione ai due sunnominati giornali. Insomma, il Presidente del Consiglio fa ciò che chiunque può fare: eccepisce che la sua onorabilità sia stata offesa, e chiede al giudice di condannare chi ha commesso questo fatto.

A questo punto l'orrore e lo sdegno democratico si elevano alla massima potenza: Berlusconi cerca di mettere un bavaglio alla stampa!

E allora, con tutta franchezza, ai vari Di Pietro, Santoro, Franceschini, Scalfari, tanto per fare i primi nomi che mi vengono in mente, sorge spontaneo fare una domanda: signori, siete realmente scemi o avete solo voglia di scherzare? La domanda è legittima perchè su questa orribile minaccia per la libertà di informazione si organizza anche una manifestazione (alla quale, con eccellente dimostrazione di tante cose che non sta bene dire, si associa anche Avvenire). Probabilmente a sinistra ci si è scordati delle querele fatte da D'Alema, dal Mortadella e da tanti altri. Nessuno si mise a strillare contro l'attentato alla libertà di informazione.

Se invece la querela la fa il Berlusca, allora il pianto democratico e antifascista si coalizza in un singhiozzo disperato a difesa della democrazia.

E allora torno alla domanda del titolo: Chi realmente sta minacciando la democrazia ? La sta minacciando chi cerca disperatamente, da mesi e mesi, di sovvertire un risultato elettorale chiaro, netto , indiscutibile. Berlusconi deve andarsene. Questa è l'unica ossessione di una sinistra che non ha più alcuna proposta politica, tant'è vero che prende sempre più piede un esagitato urlacchiatore come Di Pietro, ma che ormai vive in una monomania.

In Italia non esiste più una dialettica parlamentare maggioranza - opposizione, un esame vero, ponderato, dei provvedimenti governativi, per fare, ove necessario, obiezioni e proposte. In Italia esiste solo una ex opposizione che ormai ha perso, insieme al senno, anche il senso del ridicolo.

Se ben guardiamo, per la sinistra Berlusconi ha una colpa fondamentale, irreparabile per definizione: esiste.

E quindi si può tranquillamente fare di tutto e di più (sulle idiozie di un Di Pietro che paragona Berlusconi a Hitler e a Saddam, non mi fermo, non avendo studiato psichiatria), nel disperato tentativo di spingere il Capo del governo a presentare le dimissioni.

Questo, amici, ha un solo nome: Colpo di Stato.

E allora, insisto, da dove vengono le minacce per la democrazia?

domenica 20 settembre 2009

L'ARGOMENTO DELLA SETTIMANA - 14 - 20 SETTEMBRE 2009

A KABUL SI MUORE, IN ITALIA SI VOMITA ODIO


Mi pare che in questa settimana appena trascorsa ci sia una sola cosa di cui parlare: la morte dei nostri sei soldati a Kabul. Certo, anche questa settimana è stata piena di pagliacciate fornite da quella sub-palude dell’intelligenza che è ormai la politica dei parolai sinistrati. Ma non ce ne frega niente, tanto moriranno da soli, soffocati dalla propria inconsistenza.

Mi interessa invece, da questa modesta tribuna, invitare alla preghiera per quei sei militari, per il loro sacrificio e per lo strazio dei loro familiari e amici.

Mi interessa che si parli di loro, perché questo squinternato Paese è ancora capace di produrre uomini che non cercano lo sballo, non vogliono scorciatoie per un impiego sicuro e ben remunerato, non ciondolano dal lunedì al venerdì per fare gli imbecilli al sabato e alla domenica.

No, grazie al Cielo in questo nostro squinternato Paese c’è anche chi sceglie la carriera delle armi, e si trova a migliaia di chilometri da casa, dagli affetti, da madri e fidanzate e mogli, perché il dovere lo ha chiamato lì. E non mi si dica, per favore, la balla che i nostri soldati vanno in quei posti perché attratti dalla lauta paga. Quando c’è di mezzo la pelle, i soldi contano poco. Nei Paesi ancora martoriati dal demone dell’odio,la morte può uscire improvvisa da ogni angolo. E lo si è visto, purtroppo.

L’offensiva islamica al mondo libero (culminata con l’attentato alle Due Torri, ma iniziata ben da prima) ha richiamato all’improvviso l’occidente obeso e appannato alla realtà dura dei fatti. Siamo in guerra. In una guerra spietata, guidata dal fanatismo che non si ferma finché non vede la morte dell’ultimo nemico. O che si fermerà se il nemico verrà, come si dice in gergo militare, “neutralizzato”. In guerra si va per fare la guerra, è forse brutto ricordarlo, ma è così. Ed è altrettanto vero che ci sono guerre ingiuste e guerre giuste, addirittura necessarie.

I pacifisti scatenati, questi piccoli evirati mentali, ricordano molto i tremebondi governi europei che stavano a guardare Hitler che si pappava l’Europa. Ricordate la famosa frase: “Morire per Danzica? Mai!”.

Ora i nuovi nazisti, accecati dall’odio per tutto ciò che è umano, civile, cristiano, si sono scatenati nel loro delirio di morte. Il loro vagheggiato califfato universale sarà coperto da un tappeto di morti ammazzati, in nome della Santa Guerra per Allah.

E allora possiamo dire: “Morire per Kabul? Sì. È doloroso, è sciagurato, ma può essere inevitabilmente necessario. Perché i soldati che sono in quei Paesi (né mi riferisco solo ai nostri. Pensiamo allo sterminato numero di vittime tra i soldati americani. E anche altri Paesi partecipano alle operazioni) hanno un compito ben preciso: distruggere i terroristi e ridare così pace non solo ai Paesi infestati, ma al mondo.

In nostri sei soldati, come gli altri che li hanno preceduti Lassù, sono morti per noi. Purtroppo ci ricordiamo della loro opera instancabile solo quando qualcuno ci lascia la pelle. Ma ricordiamoci almeno che “nessuno è così grande come chi da la vita per i suoi amici”. E rivolgiamo una preghiera al Signore, che li accolga nel Suo Regno, alla Madonna, che, Madre Misericordiosa, li consoli e consoli il dolore di quelle mamme, spose, bimbi, che all’improvviso si sono trovati con una lama gelida nel cuore.

Pace e gloria ai caduti di Kabul.

Ma è inevitabile una piccola coda, perché come cristiani avremmo un certo diritto ad avere dei Pastori ( e non degli sciagurati) e dei Vescovi che sappiano frenare il delirio degli sciagurati, quando questo reca davvero scandalo.

Non meritano una parola i quattro imbecilli che hanno imbrattato i muri con scritte oltraggiose, tipo “-6”. Avrei solo piacere che venissero rinchiusi per cinque minuti, solo cinque minuti, in una stanza, in compagnia dei commilitoni dei caduti. Perderebbero tante cattive abitudini…

Ma merita una parola invece uno sciagurato incosciente che risponde al nome di Don Giorgio De Capitani, parroco di un paesino nel lecchese. Andate a leggere il suo sito: http://www.dongiorgio.it/

E lo troverete ricco di insulti per i nostri caduti, definiti mercenari, e maschioni fascistoidi. E poi, la solita sbrodolata retorica sul fatto che si parla poco degli operai morti (dei quali invece, giustamente, si è sempre parlato), e altre amenità sinistrorse del genere. Ho girato un po’ il suo sito (l’ho fatto prima di pranzo, così non ho vomitato) e, salvo errore, non ho letto tanto sacro furore contro gli abortisti. Lo sa, caro Giorgio (il “Don” mi pare eccessivo) quanti bambini vengono assassinati ogni anno in Italia, in nome del “diritto” ad abortire?

Ma fin qui, tutto può accadere. Può essere che quel Giorgio De Capitani sia semplicemente fuori di zucca. Non sarebbe né il primo né l’ultimo. Del resto, si è già esibito nel dare del “porco” al Presidente del consiglio e ovviamente il suo sito è linkato con quello del profeta genovese, presunto prete che a suo tempo si autonominò padre spirituale dei forsennati che devastarono Genova in occasione del G8.

OK, il Giorgio è fuori di zucca, quindi interviene il suo Vescovo e prende i provvedimenti necessari. Ma il suo Vescovo è poi un Arcivescovo, visto che si parla dell’Arcidiocesi ambrosiana. Si tratta di Sua Eminenza, Cardinale Dionigi Tettamanzi. Che fa S. Em. per frenare il suo prete (si fa per dire) suonato? Nulla, assolutamente nulla, clamorosamente nulla, e il Giorgio può andare avanti imperterrito a vomitare il suo messaggio di odio.

Del resto, a giustificazione di S.Em., dobbiamo ricordare che è molto preso dal dialogo interreligioso. Ha appena incassato il plauso della comunità islamica di Milano per il suo invito a costruire moschee in ogni quartiere (magari scordandosi che in diversi quartieri manca una Chiesa cattolica…). Ha tanto da fare, come quel giorno in cui non ebbe il tempo di dir nulla, dopo che centinaia di culi islamici all’aria avevano profanato il sagrato della Chiesa più cara ai milanesi.

Stasera abbiamo un’altra preghiera da idre, oltre a quella per i nostri soldati caduti, vittime del dovere, a Kabul. Dobbiamo dire una preghiera per la Santa Chiesa, minata nel suo interno dalla confusione. Ricordate chi è il padre della confusione e della menzogna?

lunedì 14 settembre 2009

CHI SI RIVEDE ! ORA IL BEPPINO ENGLARO SI SENTE VITTIMA E SPORGE DENUNCIA PER DIFFAMAZIONE

Mi è capitato di leggere che il Beppino Englaro, ormai in parossismo narcisistico, ha denuciato per diffamazione una trentina di siti web, in cui il suo atto è stato chiamato per nome: "omicidio" o equivalenti.
Poichè sono orgoglioso di essere stato, assieme ad altri valorosi amici, tra quelli che di più si sono battuti per salvare la vita dell'indifesa Eluana Englaro, mi dispacerebbe ora restare tagliato fuori da questa bella festa dell'ipocrisia nazionale. Ho quinidi scritto la seguente mail alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecco:


Alla cortese attenzione dell'egregio dott. PAOLO DEL GROSSO, PM presso la Procura della Repubblica di Lecco
Egregio dott. Del Grosso,
poiché apprendo dalla stampa che il Suo ufficio avrebbe in corso indagini su circa trenta siti web, indagini derivate dalla denuncia per diffamazione presentata tramite l'avv. Giuseppe Campeis di Udine da ENGLARO Beppino, desidero farle presente quanto segue:
- nel forum collegato col sito di Storia Libera,( www.storialibera.it , cliccare poi su forum, e successivamente su epoca contemporanea, ideologia, ideologia ed eutanasia) mi sono occupato lungamente del caso di Eluana Englaro e sovente ho definito come "assassinio" o "omicidio" quanto si stava consumando nei confronti di questa povera indifesa donna
- conseguentemente ho sovente definito come "assassino" ( o termini equivalenti) il padre ENGLARO Beppino, essendo quest'ultimo da anni impegnato a ottenere la morte della figlia per sete e fame, facendo cessare l'alimentazione e idratazione.
La stessa terminologia ho sovente usato nel mio blog, il cui indirizzo trova in calce alla presente.
Ho usato tale terminologia perchè chi causa la morte di un innocente, fuori dai casi di non punibilità previsti dalla legge, commette appunto un "omicidio" o "assassinio". Nè rientra in alcun modo tra i casi di non punibilità un'ordinanza assolutamente anomala emessa da un organo giudiziario sulla base di nessuna legge. A tale proposito è anche necessario ricordare che la legge penale vieta espressamente l'uso della consuetudine o dell'analogia come fonti del diritto.
Aggiungo che in ogni sede sarei pronto a ribadire queste valutazioni, che nascono non solo da giudizi morali, ma anche dall'abitudine di dare alle cose il nome giusto.
Ho sempre scritto senza uso di soprannomi o "nickname". Mi firmo sempre con nome e cognome, Paolo Deotto.
Quanto sopra ho voluto farle presente, per facilitare, almeno in parte, il Suo lavoro.
Riceva i miei migliori saluti
Paolo Deotto

(seguono indirizzo, numeri telefonici e indirizzo mail)


L'ARGOMENTO DELLA SETTIMANA - 7-13 SETTEMBRE 2009

PIERFERDINANDO... CASINI


Lo scorso anno, quando dalle pagine dei forum di Storia Libera lanciammo l’appello elettorale per le consultazioni di aprile, sconsigliavamo caldamente di votare per quel “centro” vero o presunto, che piuttosto sembrava aspirare a diventare l’ago della bilancia, per potersi assicurare posti di governo a destra o a sinistra, visto anche che le previsioni (rivelatesi poi clamorosamente sballate), davano un probabile sostanziale pareggio.

In quell’occasione presi un discreto numero di insulti, anche da amici cattolici, che continuavano a parlare (o vaneggiare?) di “partito cattolico”, non capendo che questo non esisteva più, ammesso e non concesso che mai fosse esistito.

Poi le elezioni sono andate come sappiamo, con una trionfale affermazione del duetto PdL – Lega, che alla Camera e al Senato si è assicurato una robusta maggioranza, garanzia di governabilità e di governabilità per una legislatura. Il carisma eccezionale, piaccia o meno, di Berlusconi, e il grande seguito che ha Bossi in alcuni settori e in alcune regioni, avevano dato il loro risultato. Quanto all’UDC, poverina, alla Camera conquistò il 5,7% dei seggi e al Senato appena lo 0,95%. Come fiasco niente male, che dimostrò anche come moltissima parte dell’elettorato cattolico (che per fortuna non è così esiguo) avesse dato la fiducia al centrodestra.

Il Pierferdinando Casini mi veniva descritto, da persona di grande affidabilità e intelligenza, come una brava persona, un onesto. Non ho motivo di dubitarne. Ho motivo però di dubitare un tantino della sua intelligenza, perché ai recenti “stati generali” (ma una volta non si diceva “congresso”?) dell’UDC si è abbandonato a una serie di stravaganti affermazioni che lasciano perplessi, non foss’altro per il loro scarso (o nullo) collegamento con la realtà.

Ora, è sempre bello pensare che ciò che si spera sia vero, ma è anche necessario, terminato il momento di relax cerebrale favorito dagli svolazzi della fantasia, mettere i piedi per terra.

Come può un uomo che rappresenta meno del 6% dell’elettorato pretendere di diventare l’ago della bilancia della politica italiana? Come può dire che la loro proposta politica è l’unica vera novità? (Già, ma la proposta politica dell’UDC, chi l’ha capita?). Perché scimmiotta il segretario del coso, del PD, dicendo che l’era di Berlusconi è finita? E con che faccia dichiara la sua disponibilità ad alleanze locali con tutti, a seconda della convenienza?

Qui smetto coi punti interrogativi, perché non vorrei farmi contagiare dalla nuova e cretina moda giornalistica di porre lunghi elenchi di domande, più che altro a Berlusconi, domande che poi ne sottendono una sola, fondamentale, angosciante: perché hai vinto?

L’unica collocazione logica per l’UDC sarebbe all’interno del PdL. Ma questo vorrebbe dire accettare che il PdL sarà diretto da Berlusconi, finché Berlusconi lo vorrà fare o sarà in grado di farlo. Se invece l'UDC vuole fare opposizione, la faccia in modo serio, non alla Scalfari - Mauro, ormai patologicamente afflitti (e con loro tanti sinistrati, che al posto del Vangelo leggono Repubblica) dal desiderio di uccidere Berlusconi. Bossi, fedele alleato di Berlusconi, ha invece il vizio (o la tattica?) di spararle ogni tanto grosse, sicché subito ci si getta a parlare di “crisi” della compagnie governativa.

E si è arrivati alla cretineria (come tale bollata da Calderoli) di parlare di elezioni anticipate, col governo che ha alle Camere una maggioranza sicura come pochissimi altri nel dopoguerra. Certo, la Lega fa il suo mestiere facendo pressioni all’interno del governo per arrivare a quella realizzazione totale del federalismo, che è nei suoi programmi.

Ma da qui a dire che la Lega sta per abbandonare il Governo, ce ne corre. Bossi è troppo intelligente per fare un passo del genere, ben sapendo che la Lega e il PdL ormai hanno stretto un accordo d’acciaio, e che la Lega, da sola, dovrebbe ritrovarsi alleata con una sinistra alla deriva, che comunque ha dato una orrenda prova di sé nei venti sciagurati mesi del governo Mortadella

E da qui a offrirsi come prossimi alleati, non importa di chi, ma alleati (che vuol dire anche spartizione di poltrone…)ci corre la differenza tra sogni e capacità di leggere la realtà.

Casini non spiega perché l’era di Berlusconi sarebbe finita, non spiega perché l’era del bipolarismo sarebbe finita. Non spiega, afferma. Il che può anche essere una buona tattica, ma diventa un po’ suicida quando sei, elettoralmente parlando, un nanetto.

E poi il Casini termina il suo intervento con una frase tanto bella, tanto suggestiva, ma della quale non si capisce niente. Se ce la spiegherà, gli saremo infinitamente grati. Dice infatti questo Titano della politica: “L’alleanza contro Berlusconi è il miglior regalo che possiamo fare a Berlusconi stesso”. Che vuol dire? Boh! NB: come alleati, vanno bene tutti…

Nel frattempo, alla festa della Lega, Bossi rilancia la Padania libera, ma riconferma l’alleanza col PdL.

Casini lancia il “grande centro”. Contento lui. Nei giorni scorsi si è incontrato anche con Rutelli e con Fini, con tutti questi personaggi in cerca d’autore, questi fantasmi che da troppo tempo infestano una politica che continua comunque a svelare il suo lato peggiore, che è poi l’aspetto peggiore dell’eredità dei due vecchi “partiti di massa”, DC e PCI. Ci riferiamo al totale disprezzo per l’elettorato, per le sue scelte, e al totale disprezzo per il bene del Paese.

Cosa ha scelto l’elettorato l’aprile dello scorso anno, lo capirebbe anche un bambino un po’ scemo. Rispetto e lealtà vorrebbero che l’opposizione, facendo il suo mestiere, offra un’alternativa politica. Ma non avendola, va a scavare nelle lenzuola del Capo del governo. Questo governo lavora, è guidato da un uomo che, piaccia o meno, è estremamente popolare (anche perché ha dimostrato di saper “fare”), e allora rompe gli antichi schemi. Morte a Berlusconi. Questo è il solo messaggio che la sinistra sa dare.

Dall’UDC ci aspettavamo qualcosa di meglio, ma è stata una pia illusione. Certo, Casini non va a intervistare puttane per diffamare il Capo del governo. Ma si dichiara disponibile ad ogni alleanza, proclama che solo loro sono la vera novità in politica e lancia il “grande centro”. E addirittura parla di elezioni anticipate come di una cosa seria e alle porte.

Questi sono gli effetti nefasti che l’invidia fa su alcune persone. Con Berlusconi al governo, tanti devono rassegnarsi a star fuori dalla porta. Sono passati i tempi in cui i governi si facevano e disfacevano nei corridoi di via Del Gesù o di Botteghe Oscure, e si poteva fare una bella danza di poltrone per soddisfare un po’ tutti.

Qui abbiamo un governo che governa, un Capo del governo che continua ricoprire il suo ruolo, e lo fa perché l’elettorato (quel tale popolo sovrano che a troppi da un immenso fastidio) ha deciso così. Si rassegni, onorevole Casini, farà una figura migliore. E poi, vorremmo darle un consiglio davvero rivoluzionario (quantomeno per un vecchio prodotto della DC come è Lei): provi a interessarsi un po’ di più del bene del Paese e meno della bottega. Magari così capirà meglio il successo di questi “parvenu” tanto disprezzati, Bossi e Berlusconi.

martedì 8 settembre 2009

8 SETTEMBRE 1943

Il carissimo amico Alberto Rosselli mi ha inviato una citazione di Curzio Malaparte, a proposito della data in oggetto.


La riporto perchè mi sembra davvero interessante ed amaramente veritiera:


ITALICHE RICORRENZE

8 settembre 1943

“Memorabile data. Volte le spalle all’infausta Alleata, giù col ginocchio a terra, ‘corremmo’ a vincere coi nostri Nemici quella stessa guerra che avevamo già persa con gli antichi Amici”.

Curzio Malaparte

lunedì 7 settembre 2009

L'ARGOMENTO DELLA SETTIMANA - 31 AGOSTO - 6 SETTEMBRE 2009

IPOCRISIE, SEPOLCRI IMBIANCATI E ALTRE SCHIFEZZE

“La cloaca nazionale sta per straboccare”. Ricordo che lessi anni fa questa frase, scritta da un giornalista americano che osservava attonito una Società che sembrava andare alla deriva, presa solo dalla febbre del guadagno, con una corruzione sempre più estesa. Di lì a poco, si avrebbe avuto il drammatico crollo di Wall Street e la recessione.

“La cloaca nazionale sta per straboccare”. Nel nostro caso è diverso. Da noi è già straboccata. E quanti sguazzano con i piedi nel liquame della fogna sono convinti di poter ancora impartire lezioni di morale e virtù civiche. Mattacchioni, scemi o in malafede? Chissà. Forse un mix di tutte tre le cose.

Non avevo alcuna intenzione di parlare del caso Boffo, lo hanno già fatto in troppi. Ma finalmente mi è capitato anche di trovare un articolo equilibrato ed intelligente sull’argomento. Lo ha scritto il prof. Roberto De Mattei su Corrispondenza Romana, e ve lo segnalo, raccomandandone caldamente la lettura: http://www.corrispondenzaromana.it/chiesa-cattolica/chiesa-cattolica-riflessioni-e-domande-sul-caso-boffo.html

Penso invece sia utile riflettere un attimo sulle reazioni che il “caso Boffo” ha scatenato, e che hanno messo in secondo piano anche le porcheriole, questa volta finanziarie o fiscali, dei signori Mauro, De Benedetti ed eredi Agnelli (al quale – parce sepulto - continua a venir attribuito una specie di tratto nobile che francamente non ho mai capito).

Orbene, Berlusconi per mesi e mesi, in modo ossessionante, viene stretto d’assedio in una valanga di pettegolezzi, nessuno dei quali è materia politica. Illazioni sui comportamenti sessuali del Presidente, totale indiscrezione sulle sue sfortunate vicende familiari (una separazione non è mai un evento lieto). La fonte più qualificata di informazioni è una signora che di mestiere fa la “escort”, ossia, usando il buon vecchio italiano, la prostituta. Come si vede, una fonte affidabile e onorevole, ma che probabilmente si sente spiritualmente vicina ai vari Mauro, Scalfari eccetera, che le danno piena fiducia.

Nessuno batte ciglio.

Poi arriva Feltri che dice, e documenta, di una condanna per molestie subita da Boffo, che ha allineato Avvenire alla Buona Stampa, Corriere, Repubblica, Espresso, Unità & co. nella pratica dell’insulto quotidiano al Capo del governo.

Apriti cielo! Le pie voci della difesa democratica dello Stato si alzano possenti e manifestano il loro turbato sdegno per l’imbarbarimento della lotta politica. Boffo lancia accuse contro Feltri, ma evitando accuratamente di parlare del tema centrale: è vero o no che le molestie erano quelle da lui stesso fatte ad una signora che aveva la disgrazia di essere sposata a un tizio (uomo) con cui Boffo (uomo) se la faceva?

Le pie voci della difesa democratica dicono “è giusto, sono cose private, Feltri è da mettere al rogo in nome della libertà”. Si sveglia Fini, perdendo l’ennesima buona occasione per stare zitto, deprecando il clima di guerra feroce in atto tra fazioni politiche. Dove fosse il Fini stesso quando Berlusconi veniva insultato, non si sa. Certo, un Presidente della Camera ha sempre molto da fare, e quindi forse non si era accorto di nulla. Quale Araba Fenice, risorge anche il presidente dell’Azione Cattolica, Franco Miano, per dichiarare che Feltri (chissà perché) ha “intimidito” L’Avvenire, consumando così un grave reato contro la libertà di stampa. Inoltre il Miano esprime tutta la sua solidarietà a Boffo. Contento lui. Comunque in questo intervento bisogna riconoscere un pregio: quello di ave ricordato al mondo che esiste l’Azione Cattolica, perché in effetti non se ne accorgeva più nessuno. Poi bisognerà anche capire a cosa serva di preciso, ma questo è un altro discorso.

Anche per Miano vale lo stesso discorso fatto per Fini: dov’era il valoroso Presidente di Azione Cattolica quando si gettavano tonnellate di fango su Berlusconi? Data la sua carica, pensiamo che fosse in ritiro spirituale, non accorgendosi così di quanto stava accadendo nel mondo.

Comunque, le pie voci democratiche hanno accertato non solo che Feltri è una carogna, ma anche che la libertà di stampa è in serio pericolo. E poi se lo dicono persone come un D’Alema o un Di Pietro, noto ovunque per la sua fine intelligenza, non se ne può dubitare. Ed è tanto più in pericolo perché Berlusconi ha detto una cosa che sanno anche i bambini, ma che in questo Paese di ipocriti non si può dire: ha detto che i giornali raccontano un sacco di balle. Terribile. Anche lui intimidisce. E poi ha anche querelato Espresso, Repubblica e Unità, essendosi stufato di essere bersaglio quotidiano di insulti. Spaventoso, questo è fascismo!

E qui ormai siamo nell’idiozia allo stato puro, abbiamo superato anche la malafede. Perché se Berlusconi usa un mezzo legittimo per far valere i suoi diritti (la querela) è fascismo e tentativo di imbavagliare la libertà di stampa. Forse, se fosse così “fascista” avrebbe mandato una squadraccia di manganellatori a lisciare il cranio a chi parlava male di lui.

Del resto, parlano di fascismo gli stessi organi di informazione che continuano a insultare il Presidente, ai quali nessuno ha mai impedito di farlo e contro i quali adesso il Presidente stesso ha sporto querela, assumendosi quindi anche il rischio che il Giudice gli dia torto. È una curiosa forma di fascismo quella in cui tutti hanno la libertà di insulto, purché insultino Berlusconi, che sarebbe quello che impedisce la libera informazione. Ma, signori, non stiamo andando un tantino fuori di zucca?

In molti hanno ricordato che Baffino D’Alema, anni fa, aveva querelato Forattini, per una vignetta satirica contro di lui. La querela in sé era idiota, perché un vignettista satirico che fa una vignetta satirica (senza insulti o cadute di gusto) fa solo il suo mestiere. In molti hanno ricordato anche le querele sporte dal Mortadella.

Ma quelle erano querele democratiche, mentre la querela di Berlusconi nasce chiaramente dall’intenzione di imbavagliare la libertà di informazione in Italia.

Insomma, qui siamo al totale caos mentale. Io sono sempre stato convinto che la sinistra, battuta sonoramente alle passate politiche,e poi ribattuta alle europee e alle amministrative, fosse ormai in crisi isterica. Del tutto priva di argomenti politici, posta davanti a un governo che governa e a un Presidente del Consiglio che sa farsi amare da buona parte degli italiani, la sinistra ormai si era rifugiata nel pettegolezzo, nella piccola ossessione postribolare. Ma ora ha fatto un passo avanti. I suoi più rappresentativi elementi stanno dimostrando non malafede, non astio politico, non desiderio di eliminare l’avversario. Sono tutti sentimenti negativi, ma che avrebbero una loro logica crudele in una situazione di scontro politico esasperato.

No, ahimé. Stanno dimostrando solo un’infinita stupidità, perché quando l’ipocrisia e il giochetto dei due pesi e due misure vanno al di là di ogni limite accettabile, si perde ogni residua credibilità. E un politico che fa di tutto per perdere credibilità può solo essere un idiota.

E lo dico con rammarico, perché l’opposizione, in un Paese serio e civile, è molto importante. L’opposizione dovrebbe vigilare sul governo, avere proposte da fare, avere insomma un’identità politica e una capacità di contatto con la realtà. Ma questa opposizione manca, si è ormai liquefatta in un putrido rivolo fatto di fantasie sessuali, pettegolezzi, maldicenze, salvo poi essere così puerile da urlacchiare se uno dei loro viene colto con le mani nella marmellata.

E alla festa del coso, del PD, maggior partito di opposizione, una delle star è il Beppino Englaro. Insomma, o sparano idiozie o hanno da proporre la morte. Di questo passo, finiremo per aver nostalgia di quel solido sano delinquente che era Togliatti. Un delinquente, ribadisco la parola, che coprì valanghe di crimini comunisti approfittando della sua carica di ministro della Giustizia, che da Radio Mosca incitava allo sterminio delle truppe italiane, che giustificò le mostruosità peggiori. Ma che, confrontato agli attuali sinistri, almeno aveva un cervello