domenica 8 novembre 2009

L'ARGOMENTO DELLA SETTIMANA - 2 - 8 novembre 2009

STRASBURGO, ovvero: IL FASCINO DEL TOTALITARISMO

Ciò che penso sulla nota sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo l’ho già scritto su La Riscossa Cristiana, e il gran numero di adesioni alla petizione che abbiamo proposto parla da solo. È anche doveroso notare che per una volta il coso, il PD, ha detto una cosa sensata. Infatti Bersani ha fatto un invito al buon senso: “è un simbolo che non offende nessuno”. Il che, detto da un ex comunista, nonché da un uomo che, poveraccio, deve vivere in stato di choc permanente (va capito: provate voi ad avere una Rosy Bindi come “Presidente”, e quindi magari doverla ascoltare spesso…) ha piacevolmente stupito. Ciò detto, e sempre ricordandoci che la prudenza ci ammonisce col noto adagio “Timeo Danaos ac dona ferentes”, ci sarebbe spazio anche per fare della facile ironia sulla sostanziale cretineria di una sentenza che in un Paese come il nostro (ma anche in tanti altri Paesi europei), se applicata con laico scrupolo, porterebbe a conseguenze paradossali. Tanto per limitarmi a Milano, io, signor Tal dei Tali, arci-ateo, ho tutto il diritto di chiedere che il Duomo sia o abbattuto o almeno coperto da un telone. E se ciò vale per il Duomo, deve valere anche per tutte le altre chiese di Milano (non so quante siano, ma son tante), visto che tutte hanno questo difettaccio di esporre la Croce e di esporla alla vista di tutti. E che dire dello scandalo delle ambulanze, che si distinguono per colore, ma sono tutte “Croci” ? Io, arci-ateo, ho tutto il diritto di pretendere che il pubblico soccorso sia prestato da ambulanze laiche, che non impongano alcun simbolo religioso. E così via. Se sono un lavoratore dipendente ho tutto il diritto di venire a lavorare la domenica, giorno festivo per i cristiani. Ma ho anche il diritto di contestare il fatto che siamo nell’anno 2009. Già, perché gli anni si contano dalla data di nascita di Gesù Cristo. Vogliamo andare avanti? Meglio di no, perché scriveremmo un sacco di fesserie. Ma la storia è sempre quella: se in un computer immetto un dato per cui due più due fa cinque, poi non potrà che produrre risultati sballati. Perché c’è una cosa da sottolineare: la sentenza di Strasburgo, oltre ad essere un abuso, è anche sostanzialmente una cretineria, come tutte le affermazioni che non tengono conto del fatto che esiste una cosuccia da nulla, che è la realtà. Certo, la realtà non esiste, ad esempio, per gli schizofrenici, immersi nel loro mondo di fantasie. Ma i giudici che hanno emanato quella sentenza non sono certo schizofrenici. E, anche se hanno prodotto una cretineria, non sono certo cretini. E allora? Allora c’è una considerazione molto più preoccupante: si va sempre più diffondendo tra i magistrati, non solo italiani, un pericoloso vezzo: la convinzione della propria onnipotenza, l’assoluta certezza che non ci sia materia sulla quale non possano decidere.

Né questo fenomeno deve stupirci, perché una società che non ha più moralità né valori di riferimento ha deificato la “legittimità”, che altro non è che l’applicazione della legge. E anche un bambino un pochetto scemo capisce benissimo che in tanti casi tra “legittimità” e “giustizia” può esserci un abisso. Ma tant’è, e oggi la “legittimità” è il nuovo inconsistente idolo. E i suoi sacerdoti sono diventati i magistrati. E quando si riveste un ruolo di eccessivo potere, va a finire che ci si convince (fatte le debite eccezioni) della propria infallibilità e onniscienza. Ma questo ci porta verso un nuovo totalitarismo, nel quale i “giudici” possono decidere di tutto e su tutto, regolando ogni aspetto della nostra vita. Non scordiamoci che proprio in Italia abbiamo visto dei giudici che hanno autorizzato l’assassinio di Eluana Englaro.

Se vigesse ancora il sano buon senso, i giudici di Strasburgo si sarebbero limitati a dichiarare la propria incompetenza in materia, mandando a quel paese una mammina che, evidentemente afflitta da altri problemi, da sette anni si dedicava a rompere le scatole a magistrati di ogni ordine e grado per la sua guerra personale contro il Crocefisso esposto nelle aule scolastiche. Ma non lo hanno fatto, perché ormai tanti, troppi magistrati vivono nella contemplazione della propria grandezza incommensurabile, in virtù della quale possono pontificare su tutto e su tutti. E se questo non è totalitarismo, non saprei proprio come altrimenti chiamarlo.

Ciò diventa tanto più evidente in tutti gli organismi europei, che di fatto sono in mano a pochissime persone, mentre l’unico organo eletto, ossia il Parlamento europeo, ha poteri limitatissimi. Non sono un economista, né posso prefigurarmi gli effetti sulla nostra economia interna in caso di nostro sganciamento dall’Europa. Ma so per certo che in questa Europa c’è da rischiare la libertà, e questo davvero non mi garba.

Se accettiamo certi comportamenti, alla prossima tornata elettorale, europea o nazionale potremo scrivere le seguenti istruzioni agli elettori: “Caro cittadino scemo, vieni pure a dare il tuo voto, per mandare al governo del tuo Paese chi vuoi tu, e sta sicuro che sarà scrupolosamente applicato il principio democratico della vittoria della maggioranza. È però doveroso avvisarti che tutto ciò non serve a nulla, tanto poi la tua vita sarà regolata da una serie di dittatorelli sparsi, corti di giustizia, commissioni varie, e altri sfuggenti organi burocratici, di cui tu sai poco o nulla. Tieni conto che non avrai nemmeno la comodità di avere un dittatore solo, ben identificabile, che si può sempre impiccare o fucilare”.

Esagero? Fate voi. Ma se una sentenza vuole decidere su tradizioni millenarie e sui sentimenti più profondi di un popolo, io continuo a chiamare tutto ciò totalitarismo, perché nessuno, nemmeno il giudice con l’ermellino più bello, può limitare la mia libertà di professare la mia religione. E di professarla pubblicamente. Commetterei un abuso solo laddove volessi imporre con la violenza la conversione alla mia religione. Ma questo pare che sia un vezzo di certi signori, chiamati islamici, che in questa Europa di pusillanimi non si possono criticare, perché sono violenti e quindi incutono paura.

E per chiudere l’argomento, vorrei riportare le parole del Presidente del Consiglio, in una conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri:

ROMA - "Non è una sentenza coercitiva. nessuna possibilità di coercizione che ci impedisca di tenere i crocefissi nelle aule" e qualunque sia l'esito del ricorso che il governo ha deciso di presentare "non ci sarà capacità coercitiva". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi, a proposito della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, per cui è già stato confermato il ricorso da parte del governo.

Su richiesta di un commento alla sentenza della Corte di Strasburgo, Berlusconi ha risposto: "Ritengo che sia una decisione assolutamente non rispettosa della realtà. L'Europa tutta, ma in particolare un Paese cattolico come il nostro non può, come ebbe a dire Benedetto Croce, non dirsi cristiana". Il premier ha quindi ricordato la battaglia condotta dall'Italia per introdurre le radici giudaico-cristiane nella nuova Costituzione europea. In quel caso, ha sottolineato, "Paesi laici o laicisti, come la Francia di Jacques Chirac, si opposero". Il premier ha quindi osservato che la sentenza proviene da una "commissione del Consiglio d'Europa, alla quale partecipano Paesi come la Bielorussia che non fanno parte dell'Unione europea". Il Cavaliere ha quindi confermato che il governo italiano ha presentato ricorso, ma ha anche sottolineato come anche in caso di esito negativo la decisione di Strasburgo non avrà conseguenze.

Ritiene sia necessario un referendum sul crocifisso nelle aule? "Penso non ci sia nessuna necessità - risponde il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, durante la conferenza stampa dopo il Cdm a Palazzo Chigi - Se c'é una cosa che anche un ateo può tranquillamente convenire é che la nostra storia è quella cristiana. Immaginiamoci cosa potrebbe accadere se si allargasse questo concetto della croce fino ad impedire di metterla là dove ci sono non cristiani, non cattolici". "Ci sono otto paesi d'Europa che hanno la croce nella loro bandiera - aggiunge il premier - Allora dovrebbero cambiarla perché ci sono stranieri che hanno preso la cittadinanza di quei paesi ed hanno altre fedi?".

(fonte: ADN Kronos)

Queste parole le ha dette Berlusconi, che notoriamente passa il suo tempo tra vizi lascivi e orge scatenate. Comunque, le ha dette lui. Ci piacerebbe chiedere che ne pensa alla signora Rosy Bindi, che si dice cattolica, e che a suo tempo plaudì il comportamento di Napolitano che, respingendo un decreto legge, rese possibile l’assassinio di Eluana Englaro. La sexi-presidente del coso, del PD, a suo tempo lodò Napolitano per la “difesa dei valori della Costituzione”. La cosa c’entrava come i cavoli a merenda, però difendere la Costituzione fa sempre molto chic. Ora che dirà di Berlusconi, lei che si definisce “cattolica adulta”?

1 commento:

elleci ha detto...

Sottoscrivo. Bisogna aggiungere che della Corte di Giustizia fa parte anche un giudice turco... il che è tutto dire! Poi, questa Corte non fa parte degli organinismi dell'U.E., ma penso che conti poco; quello che non capirò mai è il fatto che in quasi tutti gli Stati non si è voluto sottomettere al giudizio del corpo elettorale il Trattato di Lisbona, con tutta l'importanza che avrà sul nostro futuro! Questa è stata una scelta assolutamente ANTIDEMOCRATICA e la dice lunga sulla buona fede dei governi dei singoli Stati! Hanno avuto paura di interpellare gli elettori, perché sapevano già quale sarebbe stato l'esito!