lunedì 13 ottobre 2008

IL GIRO DELLA SETTIMANA 6-12 OTTOBRE 2008

MALAVITA IN CRISI

Settimana densa di avvenimenti. Qui in Italia tutto bene, compresi i malviventi, che ogni tanto hanno la cortesia, almeno loro, di facilitare il lavoro alle forze dell'ordine. Leggiamo infatti che a Casalecchio di Reno quattro rom decidono di rapinare un ristorante e con astuzia inimitabile fanno cadere la loro scelta su un locale nel quale si stava svolgendo una festa della Polizia. Tre di loro sono finiti dentro, mentre il quarto è riuscito a fuggire. È pensabile che per qualche tempo passerà le serate in casa. A Milano invece due cinesi sono impegnati a trasferire con un furgone la bazzecola di dodicimila orologi falsi, taroccature delle marche più prestigiose, Omega, Rolex, Eberhard, e qui più ne ha più ne metta. Per non dare nell'occhio non trovano nulla di meglio che imboccare contromano la Tangenziale Est. La Polizia Stradale ha così rovinato ai due orientali due carriere, quella di commerciante e quella di autista, sequestrando la merce e ritirando la patente al guidatore. A Palermo invece c'è un “palo” che fa concorrenza a quello della banda dell'Ortica, immortalato da Jannacci. Ma mentre il palo della canzone non vedeva arrivare gli agenti perché era quasi cieco, oltre che sordo, il palo di Palermo non si è nemmeno accorto dell'arrivo dei poliziotti perché era troppo assorto nella lettura dell'Inferno dantesco. E così è finito dentro insieme al suo complice, che si stava dando da fare per rubare un'auto. All'erudito palo è stato concesso di tenersi la Divina Commedia anche in cella. Così, ha detto, la galera non sarà un inferno.

MA IL RAZZISMO IMPERVERSA

Se tutti i malviventi fossero di questo livello, sarebbe un gran bel vivere. Ma mentre nel terzo caso – quello di Palermo – i due ladri erano italiani e di razza bianca, negli altri due casi abbiamo rom e cinesi, e quindi entro un trimestre (questa è più o meno la media) dovrebbero partire le denunce per comportamento razzista e xenofobo tenuto da poliziotti, carabinieri, vigili urbani, finanzieri, polizia penitenziaria e guardie forestali. Pare infatti che i tutori dell'ordine se devono perquisire o arrestare un cittadino straniero, o peggio ancora di colore, vengano presi da incontenibili accessi di odio razzista. Prima lo pestano ben bene, magari già che ci sono lo violentano, poi lo umiliano e mentre fanno tutte queste cose lo coprono di insulti e minacce. Il fatto che poi i casi fin qui denunciati si siano rivelati delle balle, non ha nessuna importanza. Come è ormai universalmente noto, non importa se una cosa sia vera o falsa, importa chi la dice. E l'autorevolissimo settimanale “Famiglia Cristiana” ci conferma che in Italia ci si avvia verso un sistematico odio per lo straniero. Lo ha detto anche Padre Sorge. Del resto, Famiglia Cristiana dice tante altre cose interessanti e in questi tempi è impegnata in una martellante campagna contro il pericolo di involuzioni totalitarie nel nostro Paese, con ritorni di strisciante fascismo.

E IL FASCISMO STRISCIA, STRISCIA

Ce lo dice Beppe Del Colle, in un giocoso editoriale in cui spiega, stringi stringi, che un governo che governa proprio non gli va giù. Attenti, ci ammonisce il Beppe, il Parlamento è esautorato (forse non ricorda che più o meno da sempre l'ottanta per cento dell'attività legislativa si svolge di fatto nelle commissioni). E poi il Berlusconi è arrivato a dire – orrore – che lui governa con il consenso dei cittadini. Che nostalgia per il mortadellone, che per governare aveva bisogno del consenso di sei o sette gruppetti di estremisti di sinistra! Quelli sì erano bei tempi! Ma dove il nostro grande editorialista ci regala un attimo di autentico buonumore è laddove annuncia con enfasi che la magistratura è “resa innocua”. Come, non si sa, ma comunque è notorio che la magistratura italiana, con l'equilibrio e soprattutto con la imparzialità che la contraddistinguono, è sempre stata una garanzia. Magari non garantisce la Giustizia, ma non è il caso di fare troppe sottigliezze. Certo che questa continua ossessione del Beppe col fascismo che striscia qua e là poteva lasciare un po' perplessi. Ma una spiegazione pare invece che ci sia. Infatti il valoroso editorialista ha di recente fatto un viaggio a Bologna, città quanto mai antifascista, e qui, proprio qui, ha sentito sussurrare dappertutto una delle più caratteristiche frasi dei fascisti: “Me ne frego!”. Allarmato, il Del Colle ha teso l'orecchio democratico meglio, e ha avuto conferma. Un sacco di bolognesi continuavano a dire “Me ne frego!”. È partito da Bologna sconvolto e ha iniziato a scrivere svariati chilogrammi di editoriali. Nessuno aveva fatto in tempo a spiegargli che a Bologna l'incriminata frase è in bocca a tutti da quando Cofferati ha dato il fatale annuncio della sua decisione di non ricandidarsi alla carica di Sindaco.

MA NEL PD LE IDEE SONO SEMPRE PIU' CHIARE

La virile decisione di Cofferati ha, almeno secondo il Corriere della Sera, “scosso” il PD. E se la cosa è vera, ci sembra anche grave, perché scuotere il PD è una maramalderia. Già si sta rompendo stando fermo, se poi lo si scuote, non si sa cosa possa succedere. Zelanti studiosi hanno di recente censito nel partito del Walter nazionale la bellezza di diciannove-componenti-diciannove, il che, per un partito che doveva unificare la sinistra, è un bel record. Ma il Veltroni invece vuole unificare e quindi ha detto che il 25 ottobre bisogna andare tutti in piazza, a protestare contro il governo. Poi ecco che il senatore Morando, in un'intervista al “Giornale” dice che la manifestazione del 25 ottobre non sarà contro il governo, perché le misure che il governo sta prendendo per fronteggiare la crisi economica sono giuste e quindi vanno appoggiate. Ora, che un partito di opposizione faccia un manifestazione di piazza contro il governo per sostenere la politica del governo forse indica che c'è un tantino di confusione. È arrivato ad accorgersene persino Follini, che ogni tanto esce dal faldone dove lo hanno archiviato e rilascia dichiarazioni pregnanti. In questo caso ha detto : “mi chiedo se sia il caso di andare in piazza”. Poi lo hanno archiviato di nuovo. A chiarire (si fa per dire) le cose è intervento Dario Franceschini, che poi sarebbe il numero due del PD, che ha detto che la piattaforma della manifestazione non cambia, perché il PD è un partito che fa proteste e anche proposte. Quindi tutti in piazza il 25 ottobre; ci sono ancora oltre dieci giorni e c'è tutto il tempo per cercare di capire perché cavolo ci si va.
Non avevano le idee molto chiare nemmeno gli studenti che hanno fatto una bella bigiata di massa, pardon manifestazione, per protestare contro le sciagurate iniziative della Ministra Gelmini, che tra l'altro ha reintrodotto il voto di condotta, che poi vorrebbe dire un certo qual freno ai comportamenti da cavernicoli. E questi giovani vanno capiti, perché la Ministra della Pubblica Istruzione vuole tarparli proprio nelle cose che hanno meglio imparato negli ultimi anni. La manifestazione comunque è stata spontanea, e chi dice qualcosa di diverso è un porco fascista. Infatti l'associazione “UDS”, Unione degli Studenti, che si definisce «impegnata nella costruzione di una scuola pubblica, democratica, laica, solidale e antifascista» ha solo casualmente la sua sede coincidente con quella della CGIL. Pura coincidenza, tale anche per la “sorella maggiore”, l'UDU, Unione degli Universitari. Se poi diversi giovani, interrogati da giornalisti maliziosi e di sicuro al soldo di Berlusconi, non hanno saputo spiegare con precisione perché mai fossero in piazza, beh, questo non ha poi tanta importanza. Come diceva De Coubertin, l'importante non è vincere, ma partecipare. Sostituite a “vincere” la parola “capire” e il gioco è fatto.

... E CHIARISSIME NELLA CRISI FINANZIARIA

Dove si capisce sempre di meno cosa stia succedendo è invece nella crisi che travaglia la finanza mondiale. Le borse vanno a picco ma ci sorge un fiero dubbio: se un titolo viene venduto, seppur a prezzo stracciato, vuol dire che c'è qualcuno che lo compra. Altrimenti come farebbe ad essere venduto? E quel qualcuno, puta caso, se fa un affare, non è per caso un furbo che arricchisce sul panico di un fesso? Capisco che il discorso sembrerà troppo banale, ma del resto siamo tutti un po' frastornati. Si riunisce il G4, che poi però invoca serie misure dal G7, che le potrà prendere solo in una riunione del G8. Poi oggi leggiamo che con Bush si è riunito il G20. E il G37? Si riunirà prima o dopo il G52? Insomma, qui si danno i numeri, e se almeno si dessero quelli giusti potremmo giocarli al superenalotto. Poi un'altra notizia ci ha sconvolto. La CONSOB, che è quell'organismo composto da signori molto severi e compassati che controllano la Borsa, ha vietato la vendita “allo scoperto” su tutti i titoli quotati in borsa. Detto in parole povere, per vendere i titoli bisogna averli. La mamma ci aveva spiegato, fin da quando eravamo teneri pargoli, che nessuno può vendere una cosa che non possiede, altrimenti è fondamentalmente un imbroglione. Invece nell'alta finanza tutto ciò si chiamava “vendita allo scoperto”, il che dimostra che non è tanto importante ciò che si fa, ma il modo con cui lo si presenta. E quindi per chiudere prendiamo in prestito una frase al grande Giovannino Guareschi: tutto ciò “è bello e istruttivo”.
Con un caro saluto, ci vediamo la prossima settimana.

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