martedì 5 maggio 2009

IL DIVORZIO CHE MANDA IN ESTASI LA SINISTRA

SIGNORI DELL’OPPOSIZIONE, FATE PENA. MA ANCHE UN TANTINO SCHIFO


Mi ero ripromesso di non scrivere una riga sul divorzio tra il Presidente Berlusconi e la moglie, la signora Veronica Lario. Nel mio blog e nei forum che modero su “Storia Libera” cerco di trattare di politica, e cerco quindi di avere rispetto per le faccende assolutamente private, anche di alti esponenti politici. Lo stesso rispetto che pretendo per le mie faccende private.

Se mi permetto ora di parlarne è perchè, a mio avviso, in troppi ne stanno parlando, a sproposito

Ora, è facile obiettare: “Ma un uomo sempre alla ribalta come Berlusconi dovrebbe ben sapere che anche la sua vita privata diventa un fatto pubblico”.
OK. Prendiamo per buona questa affermazione, discutibile ma inevitabile in una società un tantino rincoglionita da televisione, mancanza di libri ma abbondanza di riviste sceme specializzate in pettegolezzi (per essere “in” dovrei dire, chissà perché, “gossip”).
OK. In una prospettiva di questo tipo, un po’ deprimente ma realistica, potremmo lasciare tutto lo spazio che vogliamo a un po’ di casalinghe in fila alla cassa del supermercato, o in attesa che il parrucchiere si liberi, per discutere di un avvenimento mondano di questa portata. 
Ma qui accade un fatto un più, ossia che tutto il can-can parte da un giornale che si vanta, con una prosopopea un po’ vomitevole (che è quella che contraddistingue il suo padre fondatore e nume tutelare, Scalfari), di essere la Voce della Saggezza, una specie di incrocio tra il Monte Sinai e il mondo delle Idee Platoniche. Repubblica. Chi è l’intellettuale chic, possibilmente con automobile da 30.000 euro in su, moglie ingioiellata (e amante? Boh…) e vacanze nei luoghi più alla moda, che non compra Repubblica? Che poi lo legga, è un altro paio di maniche. Ma la testata per eccellenza della nostra sinistra, molto “bene”, molto elitaria, è Repubblica.
Orbene, se Repubblica fosse un giornale serio, per prima cosa non ospiterebbe le dichiarazioni di una signora che ha tutto il diritto di aver le scatole piene del marito (sono, ripeto, fatti loro), ma si limiterebbe a dire alla signora: “Gentile Signora, partecipi del Suo dolore, tuttavia Lei capisce che, essendo noi un organo di informazione serio e corretto, non possiamo pubblicare faccende tanto private e che presterebbero il fianco a mille pettegolezzi”.
Lo so che sto sognando. Figuriamoci! Repubblica si getta sul boccone, a ruota viene “La Stampa” e poi tutto quel ciarpame, pardon, quei giornali che appena possono sparano a zero su Berlusconi (cioè circa i tre quarti degli organi di stampa, alla faccia della “dittatura mediatica” del Cavaliere).
Secondo atto: il fatto privato diventa un fatto pubblico. OK, era inevitabile. Ma adesso è il turno dei deficienti, ossia del partito che non detiene (per fortuna) la maggioranza, ma che ha un’aggressività notevole e una assoluta incapacità di star zitto quando sarebbe opportuno (cioè sempre). Il partito dei deficienti trova un autorevole portavoce in un signor Adinolfi (on? Non saprei) che si scatena in una bagarre di contorsionismi mental—moralistici per dimostrare che un uomo che si comporta così con le donne non può governare l’Italia, eccetera eccetera. Per una volta (forse era distratto) fa una buona figura il SuDario Franceschini, che tenta flebilmente di sottolineare che si tratta di vicende private.
Ma il povero SuDario è l’ultimo a cui la sinistra dia ascolto. E adesso abbiamo uno splendido coro di persone che si scoprono all’improvviso difensori della morale e dell’unità della famiglia.

Ora, amici cari, fate pena perché non avendo più argomenti politici che vi salvino dal vostro declino, causato peraltro dalla vostra sostanziale nullità, e non avendo più nulla con cui fermare l’ascesa di Berlusconi, vi attaccate a un fatto privato che è già triste in sé, e che meriterebbe un poco più di rispetto umano. Una famiglia che si disfa è sempre un fatto triste, è un po’ come una guerra civile, che lascia alla fine solo amarezza, e né vincitori né vinti. Ma voi, cari amici sinistri, sapete cosa sia il rispetto umano?
Però, amici cari, fate anche un tantino schifo, lasciatevelo dire. Eh, sì, perché proprio da voi devono arrivare le lezioncine morali? Voi che avete portato in Parlamento pervertiti travestiti, che avete cercato di legittimare i “matrimoni” tra lesbiche o tra pederasti, che avete fatto tutto il possibile per distruggere la famiglia, ora proprio voi avete la faccia tosta di fare i moralisti? Voi che avete fatto il possibile per facilitare l’uso di droghe, voi che avete dato tutto il vostro appoggio all’eutanasia, difendendo gli assassini di Eluana Englaro, proprio voi volete dare lezione?

Ma abbiate un po’ di pudore! E procuratevi un detersivo per pareti lisce, perché, se siete ancora un tantino dignitosi, ogni mattina guardandovi allo specchio vi verrà spontaneo sputarvi in faccia. E allora sarà meglio poi dare una pulitina.

Dilettatevi con la vostra Repubblica e affine carta stampata. Magari fra qualche giorno anche Santoro vi darà le linee guida per indirizzare il vostro sdegno democratico.

Mi resta solo un dubbio: come mai certi giornali vengono venduti a fogli piegati, mentre sarebbe più comodo, per l’uso a loro più consono, venderli già confezionati in pratici rotoli? 


PS: per fortuna il popolo italiano ha già mostrato di essere molto più sveglio di quanto non lo consideri questa sinistra elitaria e con la puzzetta sotto il naso democratico. E credo che la sinistra si sia tirata l’ennesimo boomerang…

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