domenica 24 maggio 2009

L'ARGOMENTO DELLA SETTIMANA - 18 - 24 MAGGIO 2009

In questi mesi ho avuto diverse volte la soddisfazione di ricevere parole di apprezzamento per il mio “giro della settimana”, e anche parole che qui non riporto perché forse ci sono anche dei bimbi a leggere. Insomma, per un verso o per l’altro il giro della settimana interessava, e a molti piaceva. Chiedo quindi scusa a questi ultimi e cercherò di spiegare le ragioni che mi hanno indotto, quantomeno per ora, a sospenderlo. Con gli altri non mi scuso, perché ho la serena certezza che comunque argomenti per darmi dello scrittorello vetero-cattolico-reazionar-fascista eccetera saranno sempre in grado di trovarli e quindi potranno continuare a gioire.

Ergo, fatte le dovute scuse veniamo alle altrettanto dovute spiegazioni. Il “giro della settimana” è stato per alcuni mesi il luogo per scherzare un po’, per guardare col sorriso e con l’ironia gli avvenimenti politici, in genere terribilmente seriosi, non tanto per la loro sostanza, quanto per la granitica convinzione di tanti “politici” di avere qualcosa da dire. Ma più il tempo passa e più mi accorgo che gli argomenti ritornano, anzi, più che altro ritornano i comportamenti, poiché gli argomenti, a furia di essere riciclati e ripetuti in modo ossessivo, si spengono da soli. E per poter ridere su qualcosa, dobbiamo pur avere qualcosa su cui ridere.
E su cosa? Su Santoro che periodicamente tiene una trasmissione da dementi, ripetendo invariabilmente le stesse cose, con il qualificatissimo apporto di un Di Pietro che spergiura che l’Italia sta crollando nella più oscura delle dittature? Su Franceschini che, pover’uomo, avendo tanti argomenti quanti quelli di un venditore di freezer al polo Nord cerca di star dietro a Di Pietro in chi la spara più grossa? Su tutta una serie di politici che dal 1994 non si è dedicata ad altro che a dimostrarci che Berlusconi è il demonio, sicché non hanno avuto il tempo di elaborare uno straccio di vero progetto politico?
No, cari amici. Questa è ormai fuffa (che fa rima con muffa). Vale la pena parlarne ancora? Io penso di no, quantomeno per ora. Magari in un domani in Italia nascerà un’opposizione vera (per ora abbiamo solo un branco di frustrati che giocano a chi le spara più grosse) e quindi ricomincerà una vera dialettica. Ma ora?
Però ci sono argomenti che invece vale la pena trattare, perché indicativi dell’epoca che viviamo. E anche perché è molto più utile trattare di certi argomenti, che continuare a inseguire le ultime dichiarazioni noiosamente sciocche del politico di turno 

Per tutti questi motivi, comincio quindi da oggi a proporvi:

L’ARGOMENTO DELLA SETTIMANA

Oggi è domenica 24 maggio 2009. Fa caldo. Ci sono tanti problemi, nazionali e internazionali. L’avvenire è incerto. Eppure sembra che ci sia un problema di vitale importanza, che dà anche il titolo alla nostra puntata:

PARLIAMO TANTO DI SESSO

Ebbene, sì. Io personalmente non ne parlerei, anche perché, giunto ormai a età che potrei definire decisamente matura, devo ancora capire dove sia questo problema del sesso. Ma per alcuni c’è, è ossessivo, è ormai maniacale.

Partiamo da Genova. È una città che amo molto e dove abitano alcuni amici carissimi. Ma è anche una città con amministrazione comunale che non solo è “rossa”, ma è anche preoccupata di educare la gioventù ai più sani principi. Intento lodevole, anche se puzza sempre un pochino di tentazione totalitaria, visto che l’educazione dei giovani spetta alle famiglie. Ma poniamo che il Comune voglia dare una mano ai genitori nel loro arduo compito di educatori.
E che ti fa l’amministrazione di Genova nello spazio di pochi giorni? Prima ti organizza un “evento” per i bimbi delle scuole elementari, fornendo ai medesimi dei libri istruttivi in cui le fiabe tradizionali sono rilette in chiave “gay”, ossia, per parlare in italiano, sono rilette sotto una folle ottica da invertiti. Abbiamo così il principe, più o meno azzurro, che riesce a coronare il suo sogno d’amore con un altro principe, o magari anche con un pastorello (se è un principe democratico). Ma abbiamo non solo le fiabe, ma anche l’attualità: ed ecco il librino che racconta la storia di Pierino, o Giannino, o Federicuccio (non ricordo) tutto felice con i suoi due papà. Inutile dire che il Pierino eccetera di prima sarebbe felice anche con le sue due mamme, perché l’importante è volersi bene. Questo caos mentale, queste quintalate di fogna morale servono a educare i bimbi a non essere “omofobi” e a imparare che non c’è nessuna differenza tra uomini e donne, tra coppie etero e coppie omo, tra lesbiche, invertiti, transessuali, pentasessuali, e fors’anco asessuali. Il tutto infilato nella testolina di un bimbo delle scuole elementari. 
Ma il Comune di Genova si occupa più in generale di educazione sessuale ad ampio raggio, e quindi ammette (almeno per ora) che possano esistere anche rapporti eterosessuali. Se esistono, bisogna educare i giovani a viverli bene! Ed ecco che nelle scuole della capitale ligure viene consigliata la visione di un sito Internet che si può descrivere in un modo solo: una squallida porcata. Potrete ivi trovare storie a fumetti di giovinetti e giovinette che scoprono la vita toccandosi il sedere o il seno o toccandosi qualcos’altro. Insomma, la “educazione sessuale” diventa prima di tutto un’educazione alla semplice genitalità, descritta con dialoghi profondi del tipo: “che belle tette, posso toccarle?” “Ma certo”. E risparmiamoci il seguito.
Ora su queste cose potremmo scherzare, ma sono anzitutto atti di vergognosa violenza consumati su persone (i giovani) che dovrebbero essere educati realmente, ossia aiutati a crescere. Qui invece si vuole imporre, alla faccia del diritto/dovere che hanno i genitori sull’educazione dei figli, un furore ideologico che da un lato falsifica la realtà e d’altro lato riduce l’uomo a poco più che un animale da accoppiamento.
D’altra parte perché rimproverare qualche insegnante, probabile rottame sessantottino che cerca di riciclarsi con le scemenze alla moda, quando il “buon esempio” viene dall’alto? È lecito infatti chiedere al sig. Fini, presidente della Camera, a che titolo riceve una rappresentanza di invertiti a Montecitorio. È forse un “atto politico” che fa parte del suo mandato? Come no! Infatti Fini ha ricevuto dalle mani dei pederasti una “mozione contro l’omofobia” da discutere alla Camera. Mah! Di certo ricordiamo che Bertinotti, un comunista che ha da dare molte lezioni di serietà al sig. Fini, non aveva mai fatto incontri del genere in sede “istituzionale”.
Ma che dire poi se il “buon esempio” viene da associazioni che si definiscono “cattoliche” e che in occasione del mese mariano organizzano “veglie di preghiera contro l’omofobia”?
È vero che al peggio non c’è mai fine, ma qui ci si potrebbe chiedere cos’altro ancora dovremo leggere…

Uno dei retaggi peggiori del sessantotto è la confusione del linguaggio. Le parole hanno perso il loro significato corretto sicché si vive in una torre di Babele dove ognuno straparla, e pretende che il suo linguaggio rappresenti una verità incontrovertibile, anche se afferma cose contrarie al più elementare buon senso e alle elementari leggi di natura.
Ricordo che un giornale di sinistra si lanciò ad esempio in un pezzo veramente degno di esame psichiatrico in occasione di quella splendida e vitale affermazione che fece il signor Vladimiro Guadagno, un invertito che si fa chiamare Vladimir Luxuria e che si traveste da donna, quando vinse quell’abominevole scemenza che è “L’isola dei famosi”. A fronte dei 200.000 euro di premio (dieci anni di lavoro di un operaio…), questo giornale lodò la “coraggiosa figura di Vladimir Luxuria”, che rappresentava la donna, che era donna “non perché era nata così, ma per una sua libera scelta”. 
Scegliere il proprio sesso: proviamo a ripetere un po’ questa frase, a sentirne anche solo il suono. Questa, amici miei, è pazzia. Non ha, non può avere altro nome. L’uomo che ha scordato Dio diventa talmente presuntuoso da diventare tragicamente ridicolo. E se Dio ha creato maschi e femmine, quest’uomo impazzito pretende di dire “no” anche all’evidenza della creazione, ossia a un dato che non è neppure un dato di fede, bensì un semplice, normale, ovvio dato di fatto.
Nel 1964 un giornalista tutt’altro che cattolico, il liberale Piero Ottone, a suo tempo direttore, tra l’altro, anche del Corriere della Sera, scriveva un articolo sul divorzio (che ancora non esisteva in Italia) sottolineando l’ovvia importanza della famiglia. Proprio così, usava queste parole: ovvia importanza. Perché Ottone, né stupido, né fanatico, non poteva non riconoscere la realtà. Si badi bene a una cosa: lo stesso Ottone fu, anni dopo, sostenitore dell’aborto. Tanto per ricordare che non parliamo di un devoto fedele cattolico, tutt’altro.  
Chi ha perso questa semplice, ma intelligente, capacità di leggere anche le cose ovvie, naturali, è caduto nella confusione. Uomini e donne sono uguali? Ma da quando? Entrambi hanno gli stessi diritti, nel rispetto della loro peculiarità. 
Ma la furia dei confusi è grande e vogliono trascinare nel loro disastro mentale anche gli altri. Così si inizia, fin da bambini, a inculcare idee perverse, che non possono che portare confusione. Questo è, visto con ottimismo, cretineria al sommo grado. Ma forse, con più realismo, è un vero cinico piano di sterminio dell’umanità.
Adducendo la panzana delle “persecuzioni” a cui sarebbero sottoposti i pederasti e le lesbiche, si fa un folle salto mentale, passando dalla parità di diritti (che nessuno nega) all’eguaglianza (che semplicemente non c’è, non è vera). E si arriva a sostenere che una “famiglia” può benissimo essere composta di due papà o di due mamme, oppure si va più in là, e si parla solo di “genitori” perché il semplice uso di terminologia che distingua i sessi viene presa per “discriminatoria”. E vengono accusati di grave attentato alla libertà gli psichiatri che da anni curano, con significativi successi, molto omosessuali desiderosi di tornare alla normalità di vita, essendo notorio che gran parte dei comportamenti omosessauli sono dovuti a problemi di tipo psichico. 
E sappiamo bene che attorno a queste follie anche la cosiddetta Unione Europea ha intessuto ampi e sofferti documenti.

In tutto questo casino, poiché il rapporto sessuale non è più una conseguenza dell’amore, ma del puro capriccio e desiderio più o meno stravagante (il sesso si può “scegliere”), ovviamente il rapporto stesso diviene solo un fatto animale, un bisogno di accoppiamento, secondo o contro natura, in una vera orgia distruttiva della dignità umana. E quindi, perché stupirsi se i ragazzini fanno già alle scuole medie le prime esperienze sessuali, senza la minima educazione agli affetti e alla famiglia, ma col solo principio che “tutto ciò che desidero è lecito”?

Qualcuno, della grande schiera degli intellettuali occupati a “liberare” il mondo dai neri pregiudizi in cui lo aveva gettato la Chiesa, qualcuno di questi signori dovrà un giorno spiegarci come mai il risultato che abbiamo finora ottenuto è quello di avere una gioventù disperata, che fa un uso smodato di alcol e di stupefacenti, di avere un aumento dei crimini sessuali, un disfacimento della famiglia, una tranquilla abitudine alla prostituzione tra ragazzine anche di quattordici – quindici anni, bisognose di integrare la “mancetta” settimanale. Qualsiasi insegnante di scuola media e superiore vi potrà confermare il vertiginoso aumento delle malattie a trasmissione sessuale tra i giovanissimi.
E allora, signori “progressisti”, potete finalmente spiegarci una cosa, almeno una (ci accontentiamo) positiva che sia scaturita dalla vostra “liberazione sessuale”?
Non credo. Vi resta una soluzione. Insistere, o meglio resistere, resistere, resistere (come ebbe a dire un uomo a voi molto vicino). Le differenze tra sessi non esistono, tutti uguali e tutti belli, e chi osa fare queste distinzioni, in galera! Poi, una bella serie di famiglie “nuove”. Ma, se ben ricordo, dal tipo di famiglia che voi difendete a spada tratta è un po’ difficile, per ragioni squisitamente tecniche, che nascano dei figli. Così tra un po’ di anni non ci sarà più nessuno, perché la Morte, quella, non potrete dichiararla fuorilegge. E tutti saranno morti.
Riflettete. Non è per caso proprio questo il vostro desiderio?


1 commento:

Nicola ha detto...

Concordo. E' proprio questa battaglia culturale che dobbiamo intraprendere per liberare le future generazioni da idee perverse e malsane che corrompono gli animi umani. Se la nostra società, la nostra civiltà occidentale, sta andando a rotoli in stupri, omicidi per i parcheggi, droga a tutto spiano, figli che uccidono i genitori, genitori che uccidono i figli, ecc.. è proprio per la mancanza di un'educazione alla virtù, ormai sostituita dalla religione darwinista: uomini come animali. Il risultato, infatti, è quello: una giungla selvaggia dove scorrazzano gli scimmioni e dove vige la legge del più forte.