lunedì 7 settembre 2009

L'ARGOMENTO DELLA SETTIMANA - 31 AGOSTO - 6 SETTEMBRE 2009

IPOCRISIE, SEPOLCRI IMBIANCATI E ALTRE SCHIFEZZE

“La cloaca nazionale sta per straboccare”. Ricordo che lessi anni fa questa frase, scritta da un giornalista americano che osservava attonito una Società che sembrava andare alla deriva, presa solo dalla febbre del guadagno, con una corruzione sempre più estesa. Di lì a poco, si avrebbe avuto il drammatico crollo di Wall Street e la recessione.

“La cloaca nazionale sta per straboccare”. Nel nostro caso è diverso. Da noi è già straboccata. E quanti sguazzano con i piedi nel liquame della fogna sono convinti di poter ancora impartire lezioni di morale e virtù civiche. Mattacchioni, scemi o in malafede? Chissà. Forse un mix di tutte tre le cose.

Non avevo alcuna intenzione di parlare del caso Boffo, lo hanno già fatto in troppi. Ma finalmente mi è capitato anche di trovare un articolo equilibrato ed intelligente sull’argomento. Lo ha scritto il prof. Roberto De Mattei su Corrispondenza Romana, e ve lo segnalo, raccomandandone caldamente la lettura: http://www.corrispondenzaromana.it/chiesa-cattolica/chiesa-cattolica-riflessioni-e-domande-sul-caso-boffo.html

Penso invece sia utile riflettere un attimo sulle reazioni che il “caso Boffo” ha scatenato, e che hanno messo in secondo piano anche le porcheriole, questa volta finanziarie o fiscali, dei signori Mauro, De Benedetti ed eredi Agnelli (al quale – parce sepulto - continua a venir attribuito una specie di tratto nobile che francamente non ho mai capito).

Orbene, Berlusconi per mesi e mesi, in modo ossessionante, viene stretto d’assedio in una valanga di pettegolezzi, nessuno dei quali è materia politica. Illazioni sui comportamenti sessuali del Presidente, totale indiscrezione sulle sue sfortunate vicende familiari (una separazione non è mai un evento lieto). La fonte più qualificata di informazioni è una signora che di mestiere fa la “escort”, ossia, usando il buon vecchio italiano, la prostituta. Come si vede, una fonte affidabile e onorevole, ma che probabilmente si sente spiritualmente vicina ai vari Mauro, Scalfari eccetera, che le danno piena fiducia.

Nessuno batte ciglio.

Poi arriva Feltri che dice, e documenta, di una condanna per molestie subita da Boffo, che ha allineato Avvenire alla Buona Stampa, Corriere, Repubblica, Espresso, Unità & co. nella pratica dell’insulto quotidiano al Capo del governo.

Apriti cielo! Le pie voci della difesa democratica dello Stato si alzano possenti e manifestano il loro turbato sdegno per l’imbarbarimento della lotta politica. Boffo lancia accuse contro Feltri, ma evitando accuratamente di parlare del tema centrale: è vero o no che le molestie erano quelle da lui stesso fatte ad una signora che aveva la disgrazia di essere sposata a un tizio (uomo) con cui Boffo (uomo) se la faceva?

Le pie voci della difesa democratica dicono “è giusto, sono cose private, Feltri è da mettere al rogo in nome della libertà”. Si sveglia Fini, perdendo l’ennesima buona occasione per stare zitto, deprecando il clima di guerra feroce in atto tra fazioni politiche. Dove fosse il Fini stesso quando Berlusconi veniva insultato, non si sa. Certo, un Presidente della Camera ha sempre molto da fare, e quindi forse non si era accorto di nulla. Quale Araba Fenice, risorge anche il presidente dell’Azione Cattolica, Franco Miano, per dichiarare che Feltri (chissà perché) ha “intimidito” L’Avvenire, consumando così un grave reato contro la libertà di stampa. Inoltre il Miano esprime tutta la sua solidarietà a Boffo. Contento lui. Comunque in questo intervento bisogna riconoscere un pregio: quello di ave ricordato al mondo che esiste l’Azione Cattolica, perché in effetti non se ne accorgeva più nessuno. Poi bisognerà anche capire a cosa serva di preciso, ma questo è un altro discorso.

Anche per Miano vale lo stesso discorso fatto per Fini: dov’era il valoroso Presidente di Azione Cattolica quando si gettavano tonnellate di fango su Berlusconi? Data la sua carica, pensiamo che fosse in ritiro spirituale, non accorgendosi così di quanto stava accadendo nel mondo.

Comunque, le pie voci democratiche hanno accertato non solo che Feltri è una carogna, ma anche che la libertà di stampa è in serio pericolo. E poi se lo dicono persone come un D’Alema o un Di Pietro, noto ovunque per la sua fine intelligenza, non se ne può dubitare. Ed è tanto più in pericolo perché Berlusconi ha detto una cosa che sanno anche i bambini, ma che in questo Paese di ipocriti non si può dire: ha detto che i giornali raccontano un sacco di balle. Terribile. Anche lui intimidisce. E poi ha anche querelato Espresso, Repubblica e Unità, essendosi stufato di essere bersaglio quotidiano di insulti. Spaventoso, questo è fascismo!

E qui ormai siamo nell’idiozia allo stato puro, abbiamo superato anche la malafede. Perché se Berlusconi usa un mezzo legittimo per far valere i suoi diritti (la querela) è fascismo e tentativo di imbavagliare la libertà di stampa. Forse, se fosse così “fascista” avrebbe mandato una squadraccia di manganellatori a lisciare il cranio a chi parlava male di lui.

Del resto, parlano di fascismo gli stessi organi di informazione che continuano a insultare il Presidente, ai quali nessuno ha mai impedito di farlo e contro i quali adesso il Presidente stesso ha sporto querela, assumendosi quindi anche il rischio che il Giudice gli dia torto. È una curiosa forma di fascismo quella in cui tutti hanno la libertà di insulto, purché insultino Berlusconi, che sarebbe quello che impedisce la libera informazione. Ma, signori, non stiamo andando un tantino fuori di zucca?

In molti hanno ricordato che Baffino D’Alema, anni fa, aveva querelato Forattini, per una vignetta satirica contro di lui. La querela in sé era idiota, perché un vignettista satirico che fa una vignetta satirica (senza insulti o cadute di gusto) fa solo il suo mestiere. In molti hanno ricordato anche le querele sporte dal Mortadella.

Ma quelle erano querele democratiche, mentre la querela di Berlusconi nasce chiaramente dall’intenzione di imbavagliare la libertà di informazione in Italia.

Insomma, qui siamo al totale caos mentale. Io sono sempre stato convinto che la sinistra, battuta sonoramente alle passate politiche,e poi ribattuta alle europee e alle amministrative, fosse ormai in crisi isterica. Del tutto priva di argomenti politici, posta davanti a un governo che governa e a un Presidente del Consiglio che sa farsi amare da buona parte degli italiani, la sinistra ormai si era rifugiata nel pettegolezzo, nella piccola ossessione postribolare. Ma ora ha fatto un passo avanti. I suoi più rappresentativi elementi stanno dimostrando non malafede, non astio politico, non desiderio di eliminare l’avversario. Sono tutti sentimenti negativi, ma che avrebbero una loro logica crudele in una situazione di scontro politico esasperato.

No, ahimé. Stanno dimostrando solo un’infinita stupidità, perché quando l’ipocrisia e il giochetto dei due pesi e due misure vanno al di là di ogni limite accettabile, si perde ogni residua credibilità. E un politico che fa di tutto per perdere credibilità può solo essere un idiota.

E lo dico con rammarico, perché l’opposizione, in un Paese serio e civile, è molto importante. L’opposizione dovrebbe vigilare sul governo, avere proposte da fare, avere insomma un’identità politica e una capacità di contatto con la realtà. Ma questa opposizione manca, si è ormai liquefatta in un putrido rivolo fatto di fantasie sessuali, pettegolezzi, maldicenze, salvo poi essere così puerile da urlacchiare se uno dei loro viene colto con le mani nella marmellata.

E alla festa del coso, del PD, maggior partito di opposizione, una delle star è il Beppino Englaro. Insomma, o sparano idiozie o hanno da proporre la morte. Di questo passo, finiremo per aver nostalgia di quel solido sano delinquente che era Togliatti. Un delinquente, ribadisco la parola, che coprì valanghe di crimini comunisti approfittando della sua carica di ministro della Giustizia, che da Radio Mosca incitava allo sterminio delle truppe italiane, che giustificò le mostruosità peggiori. Ma che, confrontato agli attuali sinistri, almeno aveva un cervello

2 commenti:

MP ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
MP ha detto...

Nella strategia per fermare Berlusconi rientra a pieno titolo l'infiltrazione di falsi amici nella sua casa: prima Maria Latella, specialista in "moglie dei premier" per conto del Corriere della Sera, poi l'avvocato di Peppino Englaro, entrambe riuscite chissà come a diventare "migliori amiche e consigliere" di Veronica Lario. Poi Tarintini, il pugliese delle escort spedito da chissà chi (forse D'Alema che lo conosceva bene!) a fare il suo sporco lavoro...