domenica 28 dicembre 2008

IL GIRO DELLA SETTIMANA 22 – 28 DICEMBRE 2008

NOTIZIE VITALI DA BUCAREST... E DA AMERICA E INGHILTERRA

Settimana densa di avvenimenti. Qui in Italia tutto bene, e meglio ancora a Bucarest, dove il locale municipio inanella record su record, con regolare omologa sul Guiness dei primati. Infatti la capitale rumena, che già poteva fregiarsi del titolo di città col maggior numero di Babbi Natale per le strade (per la precisione, quattromila), ora può anche passare alla Storia per la salsiccia affumicata più grande del mondo, pesante una tonnellata e lunga metri 392. Non si hanno notizie circa l'omologazione per l'esportazione di balordi, ma questo è un altro discorso. Comunque tutto l'insieme della faccenda fa sorgere un dubbio: i “primati” a cui si riferisce il Guiness sono i record o le scimmie? Dubbio legittimo, visto l'impegno profuso in operazioni del tutto inutili. A questo punto, direte voi legittimamente, cosa c'entra tutto ciò con il Natale? Nulla, ovviamente, ma visto che il Natale sta dando grossi problemi, pare sia prudente non parlarne troppo. Ne sa qualcosa Tonia Thomas, l'impiegata di una ditta della Florida, licenziata perché al telefono ha detto ai clienti “Buon Natale” anziché “Buone Feste”, offendendo così la sensibilità dei non cristiani. Ma dopo il provvedimento del municipio di Oxford, che ha tout court abolito la festa di Natale, e dopo la brillante iniziativa della televisione inglese Channel Four, che la sera di Natale ha invitato a parlare il presidente iraniano (quello con un cognome che da mesi cerco di scrivere, ma non ci riesco), che ha ovviamente detto il solito mucchio di follie, si potrebbe pensare che il rincretinimento sia un monopolio del mondo anglosassone. Errore!

CONFORTANTE: ANCHE IN ITALIA SAPPIAMO COMPORTARCI DA CRETINI, E MASSACRIAMO UN PO' IL PRESEPE...

In Italia non vogliamo essere secondi a nessuno, e così questo Natale è stato celebrato in svariati luoghi all'insegna del “dialogo interreligioso” che, tradotto in italiano corrente si legge così: “poiché siamo dei pusillanimi, e abbiamo una fifa bestia degli Islamici, sovente violentucci anzichenò, facciamo di tutto per dimostrare che sì, siamo cristiani, ma così, non tanto, un po' per scherzo, e purché nessuno si senta disturbato”. E così, dopo Ravenna (dove nelle scuole pubbliche, e anche in alcune private è stato vietato il presepe), in altre città si è avuta un'idea geniale: facciamo il presepe, ma sia ben chiaro che non siamo così oscurantisti cattofascisti vandeani borbonici e, che so io, magari anche piduisti, da pensare che il presepe sia una faccenda cristiana. Ma va! Il presepe è una roba bella, e adesso ci mettiamo dentro, insieme ai pastori, le pecorelle, gli angeli, anche la moschea, così gli amici Islamici magari non si arrabbiano. A Genova, e Venezia, a Sestri Levante, il dialogo interreligioso (vedi sopra la traduzione in italiano) si è espresso così. Ora sarebbe legittimo chiedersi perché non mettere nel presepe anche la sinagoga, il tempio buddhista, il tempio alla trimurti, il tempio scintoista, e magari anche una stazione meteorologica, che ci dica le previsioni del tempio. È chiaro che a questo punto siamo nel casino più completo, ma a tutto c'è un rimedio, e lo ha trovato un brillante sacerdote, Monsignor Attilio Bianchi, parroco di Santa Lucia a Bergamo, che ha fatto il presepe, ma senza il Gesù Bambino, perché, ha spiegato, i suoi parrocchiani non lo meritavano, non accogliendo col dovuto fervore gli emarginati e gli immigrati. Se è vero che i parrocchiani di Monsignor Bianchi siano un branco di carogne, non ci è dato saperlo, ma possono stare tranquilli, tanto, tra crisi economica, crisi finanziaria, guai da immigrazione incontrollata, tra un po' saremo tutti poveri ed emarginati, e quindi anche il loro zelante parroco potrà rimettere il Bambinello nel presepe. Di certo, qualora optasse per un presepe vivente, non dovrebbe avere problemi per trovare il somaro... E sempre in tema di presepi, la stampa ci informa che Don Dino Pistolato (nomen omen?), direttore della Caritas di Venezia, si è preoccupato di far dono di un bel presepe al presidente della locale comunità Islamica, sottolineando che in fondo cristiani e musulmani sono monoteisti, quindi le differenze non sono poi così profonde. Ora, tanto fervore verso l'Islam sarebbe da capirsi se i cristiani si fossero macchiati di chissà quali gravi colpe nei confronti di un Islam oppresso e piegato, ma visto che al contrario se noi andiamo a casa loro con un Crocifisso al collo, o un Vangelo in valigia, rischiamo, ad andar di lusso, la gattabuia, forse possiamo parlare di “scuse preventive” in base alla traduzione che davamo sopra della frase “dialogo interreligioso”. E ci viene in mente anche una piccola riflessione che facevamo giorni fa (pubblicata sul sito “La Voce di Don Camillo”) circa un fatto curioso: le parole sincretismo e cretinismo sono quasi l'una l'anagramma dell'altra. Un caso, nulla più...

MA IL MONDO ISLAMICO VIAGGIA SULLA STRADA DEL PROGRESSO

Però, se vogliamo essere obiettivi, dobbiamo riconoscere che il mondo musulmano sta facendo grossi passi sulla via del progresso. Due notizie di questi giorni ce lo confermano. Il re dell'Arabia Saudita ha concesso, per ora a titolo sperimentale, che in due città del suo regno siano aperte sale cinematografiche. Fantastico! Di questo passo c'è da sperare che entro qualche decennio le donne possano essere trattate un pochetto meglio delle bestie, come accade ora, e che magari nel suo petrolifero regno le religioni diverse da quella islamica possano erigere proprie chiese. Non vogliamo però mettere fretta al pensoso monarca, e quindi rimandiamo la verifica ai nostri pronipoti (con facoltà di subdelega ai loro pronipoti). La seconda notizia viene invece dall'Afghanistan, dove le truppe americane fanno una faticaccia per eliminare le bande di guerriglieri talebani. Ora, pare che la CIA abbia trovato una nuova arma per indurre i capi tribù a svelare i nascondigli delle bande. Si tratta forse del siero della verità? O di qualche diavoleria elettronica? Niente di tutto questo: molto più semplicemente, per qualche pillola di Viagra, il ben noto medicinale che permette ai vecchi di comportarsi da cretini come facevano da giovani (salvo poi schiattare), gli anziani capi tribù pare siano disposti a raccontare tutto. E vanno capiti, poveracci, perché loro di mogli ne hanno quattro, e quindi ogni problema, compreso quello risolvibile col Viagra, è moltiplicato per quattro. Insomma, i vecchi afgani dimostrano un vivo senso pratico e una seria volontà di dialogo con l'Occidente, anche se per ora si tratta di un dialogo, diciamo così, su un ben specifico argomento. Ma l'importante è iniziare, e dialogare, dialogare, dialogare. Non bisogna fare come quelle carognacce di israeliani, che solo perché Hamas negli ultimi giorni spediva in media novanta razzi in territorio israeliano, si sono seccati e hanno bombardato Gaza. Che maniere! Formalizzarsi solo per qualche centinaio di missili e solo per il fatto che Hamas ha per scopo dichiarato la distruzione di Israele. Se Olmert avesse seguito i criteri illuminati del dialogo, ora sarebbe seduto a un tavolo coi capi di Hamas, appunto per dialogare. Probabilmente gli resterebbe solo il tavolo, perché nel frattempo i missili di Hamas gli avrebbero già demolito il resto di Israele, ma se ci si ferma su questi dettagli, va a finire che non si dialoga più.

MA E' NATALE, SIAMO TUTTI PIU' BUONI

Comunque a Natale siamo tutti più buoni, e quindi non ci fermiamo più di tanto sulla politica nostrana, altrimenti dovremmo riportare le interviste di Cacciari e di Violante, fieri alfieri della sinistra, che dicono entrambi che il coso, il PD, è un cadaverone, oltretutto impegolato nelle inchieste giudiziarie. Vogliamo che anche il Walter passi giornate serene, contemplando il piccolo Obama in cioccolato che avrà appeso all'albero e confortandosi al pensiero che probabilmente nessuno brigherà per fregargli il posto di segretario del coso, del PD, anche perché nessuno più lo vuole fare. E invece apprendiamo con vera gioia che il Natale in casa Di Pietro è trascorso in serenità e letizia, perché Di Pietro papà ha spiegato che Di Pietro figlio ha fatto tutte le cose per bene e non ha nulla da rimproverarsi. Inoltre al momento dello scambio dei doni abbiamo saputo, da fonti ben informate, che padre e figlio hanno avuto lo stesso pensiero reciproco, e si sono regalati l'un l'altro un bel abbecedario. Pare accertato che entro l'Epifania il pool “Di Pietro & figlio” dovrebbe saper assemblare tutto, dicasi tutto, l'alfabeto italiano.
Con questa notizia, che porta natalizia dolcezza non solo nei sostenitori dell'Italia dei Valori (finanziari, immobiliari ecc.), ma negli italiani tutti, chiudiamo questo giro della settimana, e auguriamo a tutti i nostri lettori e amici
UN FELICE 2009.


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