domenica 21 dicembre 2008

IL GIRO DELLA SETTIMANA 15 - 21 DICEMBRE 2008

CIRCOLI ARCI, SESSO E CULTURA

Settimana densa di avvenimenti. Qui in Italia tutto bene, e meglio ancora nel ridente paese di Mignanego, in provincia di Genova, dove i carabinieri, nel corso di un controllo al locale circolo ARCI, hanno potuto constatare che ivi si teneva una “maratona” di sesso di gruppo. Ora, poiché i circoli ARCI, a tutti ben noti, sono associazioni culturali e ricreative che si riconoscono nel valori democratici e antifascisti e che promuovono cultura, socialità e solidarietà, non deve stupire il fatto che quei valorosi militi abbiano manifestato qualche perplessità al gestore del circolo, non riuscendo (valorosi, ma forse culturalmente rozzi?) a inquadrare bene ciò che accadeva con i fini statutari dell'ARCI. Per fortuna il gestore, culturalmente preparato, ha spiegato che “il sesso è cultura e l'orgia rappresenta un momento di aggregazione”.

Ora, se uno fosse di natura malizioso e per nulla democratico a questo punto potrebbe dire che una sinistra che da pochi giorni ha finito di festeggiare come un campione (o una campionessa? Non ci si capisce nulla...) un Vladimiro Guadagno, in arte Luxuria, che sta un po' di qua e un po' di là, una sinistra di questo tipo, dicevamo, che poi nei suoi circoli culturali organizza quel che s'è detto, beh... è ormai caduta troppo in basso. Ma sarebbe un discorso ingiusto, perché si direbbe che per molta di questa sinistra il discorso politico, o culturale, o aggregativo, si fermi a metà strada, sempre più o meno negli stessi punti, più che cadere in basso. Comunque, come insegna Tex Willer, ognuno deve dare il meglio in ciò che sa fare, quindi chiudiamo qui un discorso che potrebbe portarci su scoscesi e perigliosi crinali.

PERO' IO MI DEPRIMO

E ciò detto, consentite al Vostro cronista settimanale un attimo di depressione. Già, perché per prendere in giro qualcuno, bisogna che ci sia da prendere in giro qualcuno. Ora, se alla fin fine non si salva nessuno e tutti meriterebbero di essere presi in giro, va a finire che non lo merita più nessuno. E quindi il Vostro povero cronista si trova come un soldato col fucile carico di fronte a un nemico che tutto fa salvo che pensare a combattere. Certo, se questo soldato è un vile, può sparare sul nemico, ma poiché non è un vile, che fa? Si deprime.
E se vogliamo uscire dalla metafora, questa sinistra sta eccedendo. Eh, sì, cari amici. Perché dopo aver agitato la questione morale come uno shaker dal quale produrre poi cocktail di democrazia e antifascismo militante, ora questa sinistra si trova nella c..., pardon, volevo dire, nei pasticci fino agli occhi, con inchieste a destra e a manca, con la giunta di Napoli in cui (per oggi, ma vedremo domani) solo quattro assessori su sedici non sono ancora indagati, con indagini che arrivano a Roma, con puzza di bruciato che si sente lontano un miglio. E con la signora Russo Iervolino Rosa, sindachessa, che spiazzando generazioni di comici e umoristi dichiara che il suo lavoro al Comune è caratterizzato da mani candide, assenza di clientele e ampia trasparenza. Poi c'è anche il Di Pietro che gioisce e vorrebbe uccidere tutti, possibilmente previa impiccagione con successivo squartamento, ma si tranquillizza un po' perché di mezzo a tutta la fetenzia spunta anche il nome del suo pargolo e del suo uomo di fiducia. E poi c'è Veltroni che, dopo una flebo di cc. 500 di fosforo puro, dichiara: “o ci rinnoviamo o siamo finiti”, il che, detto di un partito che deve ancor iniziare, è davvero il massimo. Insomma, amici miei, potrei andare avanti, ma la fogna la conoscete tutti, e come si può scherzare su questa sinistra? Diventa impietoso, è come sparare sulla Croce Rossa. Oltretutto siamo in periodo natalizio e potremmo invece iniziare una raccolta di aranci, il frutto classico (perché, poi?) da portare ai detenuti. Meglio comprarne diversi chili.

Uno sfascio così, diciamocelo chiaro, ispira sentimenti compassionevoli e umanitari. Ergo, mettiamoci una pietra sopra, magari vicino alla pietra tombale sul coso, sul PD.

MA C'E' CHI MI SALVA


Per fortuna, qualcuno si dà da fare per fornire un minimo di argomenti al Vostro cronista settimanale. Anzitutto, in ordine di importanza, non possiamo non citare il nostro beneamato Presidente della Repubblica, che si è accorto che la magistratura va un po' a ruota libera e che quindi una riforma si impone a tempi brevi. Naturalmente solo un maligno, maligno più del maligno, potrebbe opinare che questo improvviso interesse da parte del Supremo Colle di Roma derivi dal fatto che i nostri solerti magistrati questa volta sono impegnati a martellare di brutto il coso, il Pd, che poi prima era DS, che prima era PDS, che prima ancora era PCI, ossia quel partito che aveva dribblato la famosa “Tangentopoli”, che come tutti sanno nasceva solo e unicamente da imperioso bisogno di giustizia, né aveva il benché minimo scopo di distruzione della classe politica al potere.
Poi, sempre in ordine di importanza, citiamo i signori del Comitato di assegnazione del Premio Nobel, che sono sotto inchiesta da parte dell'Autorità anticorruzione svedese, che garbatamente chiede di spiegare come mai uno dei membri del Comitato sia anche consigliere di amministrazione della multinazionale farmaceutica AstraZeneca. Pare infatti che questa aziendona avesse molto piacere che il Nobel della medicina fosse assegnato proprio a Tizio e Caio, studiosi di un tale virus, per debellare il quale le medicine sono prodotte proprio da AstraZeneca. Il tutto allietato da strani giri di soldi, e regalucci vari. Insomma, dal marcio in Danimarca di amletica memoria l'orizzonte si è allargato e c'è del marcio anche in Svezia. Detto tra di noi, un'accademia che ha assegnato premi Nobel a personaggi come Fo e Gore, è difficile capire come faccia a peggiorare ulteriormente la propria immagine, ma non si sa mai, per il peggio c'è sempre spazio.

E ultimo in ordine di importanza (in tutti i sensi) diamo qui un ringraziamento a un altro personaggio che ci fornisce qualche argomento: il principe Emanuele Umberto Reza Ciro Renè Maria Filiberto di Savoia, per gli amici Emanuele Filiberto. Il bravo giovane infatti, fedele all'esempio avuto dal padre, è impegnato allo spasimo per demolire ciò che poteva restare di serio in Casa Savoia. Così, dopo un trionfale ingresso in politica, col partito “Valori e Futuro”, di cui pochi si sono accorti, anche perché alle scorse elezioni ha raccolto ben lo 0,4% dei suffragi, ora il baldo erede del casato che creò l'Italia unita ha annunciato al mondo che parteciperà al programma televisivo “Ballando con le stelle”. Ora, dal momento che la televisione in genere più che schifo mi fa ribrezzo, non conosco questo programma. Praticamente non ne conosco nessuno, però ricordo che quando ero un frugoletto coi riccioli d'oro la mamma, prima della nanna, mi raccontava le fiabe, dove i principi in genere si davano a eroiche imprese, uccidevano draghi, salvavano donzelle in pericolo, eccetera.

MA IN ITALIA CAMBIA MAI QUALCOSA ?

Deve essere cambiato qualcosa. O forse no. Già, perché leggendo alcune pagine del grande Giuseppe Giusti, che scriveva un secolo e mezzo fa, ho trovato dei versi che sembrano descrivere la realtà italiana attuale. E allora mi viene il legittimo sospetto che forse... beh, leggeteveli e valutate un po' Voi. E con questo auguro a tutti non solo una buona nuova settimana, ma sopratutto un BUON NATALE, sperando che sia un Natale pieno di presepi. Lo so, sono politicamente scorretto, sanfedista, borbonico, ultradestro clericofascista, ma che volete che ci faccia? Per me il Natale continua ad essere quello, con la capanna, Maria, Giuseppe e il Bambinello. 


Ed eccovi Giuseppe Giusti:

“Vedi che laida guerra, che matassa di inganni.
Si campa sulla terra col baratto dei panni!
L'asino getta via il basto per la sella, 
si vende per Messia chi è nato Pulcinella” 


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