domenica 16 novembre 2008

ELUANA ENGLARO - L'INTERVISTA CENSURATA

Provate ad andare su http://www.radio.rai.it/radio1/lanottediradio1/ 
Troverete ancora la trasmissione della notte del 12 novembre. Al termine di questa trasmissione si annuncia che il giorno successivo verrà trattato il caso di Eluana Englaro. Infatti, se vogliamo riassumere l'andamento dei fatti:

- il giorno 12 novembre vengo intervistato per telefono dalla giornalista Nicole Ramadori, che ha letto il nostro forum su Storia Libera; l'intervistatrice, molto cortese, mi comunica che la trasmissione andrà in onda tra le ore 1 e le ore 2 di notte (una fascia d'ascolto non certo molto frequentata), quindi nel giorno 13 novembre, e che sarà, il giorno successivo, scaricabile dal sito Rai
- come già diversi amici hanno constatato, la trasmissione della notte tra il 12 e il 13 non esiste. Le registrazioni scaricabili sono ferme, come dicevo sopra, al giorno 12 (ossia alla notte tra l' 11 e il 12). Poi, nulla
- se nello stesso sito scrivete nello spazio di ricerca la parola "eluana"o "englaro" o entrambe, la ricerca vi da "0" zero risultati.

In tal modo, visto che di sicuro sono ben pochi gli ascoltatori della radio nel cuore della notte, si è raggiunto, almeno per ora, il risultato di intervistarmi ma nel contempo di non farmi ascoltare da (quasi) nessuno. Come dire: ti dò la sensazione di interessarmi a quello che tu dici, ma poi ti metto in freezer. Ciò è bello e istruttivo.

Quello che dicevo nell'intervista non era diverso da ciò che scrivo da mesi sul caso di Eluana Englaro. Per antico vizio, chiamavo le cose col loro nome, ad esempio chiamavo l'assassinio "assassinio". Richiesto di un giudizio sul padre, mi limitavo a dire che non volevo giudicarlo, ma che, come padre di due figli, se da una mia azione o omissione potesse derivare la morte di uno di loro, preferirei spararmi un colpo in testa. E altre cose, quelle, appunto, che ripeto da mesi e mesi.

Non credo davvero di essere così importante da dover essere tacitato per non togliere ai giudici la necessaria serenità per giudicare. Del resto, i signori della Cassazione, forse pensosi del loro week end, sono stati velocissimi nel decidere che una persona può essere uccisa. Evidentemente non hanno avuto bisogno di molte e sofferte riflessioni.

Non direi queste cose, non parlerei di censura, se la signora Nicole Ramadori, che mi ha intervistato e alla quale ho inviato due mail, mi avesse dato qualche gentile chiarimento.

Sono sempre pronto a fare ammenda e a smentirmi. Ma per ora i fatti sono questi. E non sono per nulla belli.

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