domenica 2 novembre 2008

IL GIRO DELLA SETTIMANA 27 OTTOBRE - 2 NOVEMBRE 2008

GELLI MINACCIA, MA LA ROSY VIGILA

Settimana densa di avvenimenti. Qui in Italia tutto bene, compreso Licio Gelli, che in attesa di apparire in televisione in un programma su sé stesso, ha incautamente pensato che l'Italia sia un Paese in cui chi vuole può dire la propria opinione. Così l'ha detta, il Licio, e poiché ha parlato bene di Berlusconi, e ha anche detto che i magistrati, non essendo mai chiamati a pagare i propri errori, rappresentano il vero “potere forte”, ha scatenato le preoccupazioni della Bond-girl del Parlamento, Rosy Bindi, che ha invitato a “essere vigilanti sui pericoli che corre la nostra democrazia”. Come dar torto alla bella Rosy? Dopo le vere feste della democrazia degli ultimi giorni, finalmente eravamo tranquilli: tra canti gioiosi di “Bella ciao” e garruli cortei che attraversavano le vie delle principali città, abbiamo avuto pestaggi, blocco di attività didattiche, blocchi stradali e ferroviari, assedio del Senato da parte di una mandria di studenti urlacchianti. In questo clima sereno, democratico, antifascista e, mi voglio rovinare, intelligentemente propositivo, in questo sana e soprattutto tollerante rinascita partecipativa, ecco che spunta il demonietto, Licio Gelli, che parla bene del demonione, Silvio Berlusconi. Non solo, ma dice anche che forse la magistratura sarebbe un pochetto da rimettere a posto. Orrore. Ma come? Un Paese che è così saldamente protetto dai valorosi magistrati, che ad esempio mostrano un raro equilibrio mettendo in libertà (col solo obbligo, poverello, di fare la nanna in carcere) un tizio che diciassette anni fa ha massacrato mamma e papà per ereditare, questo Paese che può dormire sonni tranquilli, ora viene foscamente minacciato da Licio Gelli? Bisogna vigilare. E quindi vigiliamo. Se vedete rigurgiti fascisti, telefonate subito alla Rosy, o mandatele una mail. Inutile dire che il mio blog è a disposizione per ogni segnalazione di rigurgito. Anzi, quasi quasi apro una “sezione rigurgiti”, ma prima chiedo consiglio a qualche medico esperto nel settore delle malattie del tubo digerente.

E COSSIGA, CATTIVO, DISSENTE

Chi manifesta un certo dissenso con la Bond-girl è l'emerito Presidente, senatore Francesco Cossiga, che ha rilasciato dichiarazioni da cui traspaiono velate critiche. Ve le riportiamo pari pari: “Pensavo che Rosy Bindi fosse brutta ma intelligente, mentre è brutta, cattiva e cretina”. Certo che Cossiga è cattivello. È arrivato a dire, per esempio, riferendosi al partito di Di Pietro che “il fascismo di oggi in Italia si chiama Italia dei Disvalori o partito delle Forche e Manette.” Ora gli osservatori politici più acuti riferiscono che Di Pietro sta pensando (e questo è già un fatto degno di nota) a come rintuzzare queste accuse. La Rosy invece non sta pensando. I soliti osservatori politici più acuti dicono che non c'è nulla di strano, perché non lo fa mai, ma sono voci non controllate, e quindi le riferiamo come tali.

MENO MALE CHE C'E' BEPPE DEL COLLE

In effetti qualche contrasto c'è. Per fortuna le idee chiare le ha un uomo che per noi è da sempre un vate, l'editorialista di Famiglia Cristiana, Beppe Del Colle. Il Beppe, dopo una dozzina di flebo di fosforo, ha sparato uno di quegli editoriali che lasciano di sicuro un segno nella storia del giornalismo. Infatti ci dice che in Italia esiste un disagio, e questa è già una scoperta che merita almeno un Nobel. Già, ma perché c'è il disagio? Perché il centrodestra sottovaluta o mistifica la protesta contro la ministra Gemini Addirittura, ci informa il Beppe, quella carogna di Berlusconi era arrivato a ipotizzare la presenza di “facinorosi” tra i protestatari. Vergogna e orrore. Facinorosi non ce ne sono, dice il Beppe. Se poi a Roma sono volate legnate, tavolini e sedie e qualche testa si è rotta, forse si trattava di discussioni un po' animate e i giovani feriti potevano benissimo essersi procurati le lesioni facendosi maldestramente la barba. Se a Milano è stata bloccata la stazione di Lambrate, ciò è dovuto semplicemente al fatto che i trenini elettrici da sempre appassionano i bimbi, e visto che ultimamente in piazza le mammine portano anche i bimbi, che c'è di strano se i garruli fanciulli, consumata una merendina democratica, vogliano concludere la manifestazione vedendo da vicino qualche trenino? Bisogna anche dare atto al Beppe dello sforzo titanico che ha fatto dicendo che la stima di duemilioni e mezzo di manifestanti a Roma era da manicomio. Ma la cura di fosforo ha mostrato tutta la sua eccezionale efficacia nel punto in cui il valoroso editorialista ci comunica che la vera preoccupazione è la recessione economica, che porta aumento della povertà e disoccupazione, nonché aumento del fenomeno del precariato nel lavoro. E noi che pensavamo che il vero problema degli italiani fosse, ad esempio, l'estinzione del calabrone gigante del Gabon. Meno male che il Beppe ci tiene informati. Che poi tutte queste cose c'entrino come il cavolo a merenda con le manifestazioni contro la ministra Gelmini, vabbè, non perdiamoci nei dettagli.

A PORTARE CHIAREZZA ARRIVA DARIO FO

L'importante è manifestare; quanto al capire perché lo si faccia, e se proprio è il caso di farlo, queste sono domande brutte. Quasi da rigurgito, e poi la Rosy si agita. Chi ad esempio non rigurgita è il Dario Fo, sì, proprio quello a cui anni fa degli attempati signori, evidentemente serviti da un pusher che dava loro roba pessima, hanno conferito il premio Nobel. Il Fo, estratto dal fialone di Gerovital in cui abitualmente vive, è andato all'Aula Magna dell'Università Statale di Milano e ha portato ai giovani un messaggio di equilibrio e tolleranza, all'insegna del vecchio motto “poche idee, ma ben confuse”. Ha detto che “non basta pretendere ciò che si può, bisogna capovolgere l'ordine” e poi anche che “non bisogna mollare, non basta occupare, ma inventare un nuovo modo di studiare e fare cultura”. Gli infermieri del Pio Albergo Trivulzio, preoccupati per la sua assenza, quando lo hanno ritrovato lo hanno rimesso nel fialone di Gerovital e lo hanno calmato promettendogli una razione doppia di merenda e un paio di slip con l'effige del Che in posizione topica. Da fonti ben informate si apprende che il Fo ha battuto le mani e ha scritto di getto un paio di atti unici sulla rivoluzione.

MA INVECE NON FINISCONO MAI I TORMENTI DEL WALTER

Per un Fo contento, ci rattrista dover registrare un Walter sempre più scontento. Pover'uomo. È da sperare che abbia fatto il vaccino antinfluenzale, perché è così attorniato dalle correnti che rischia quantomeno una brutta infreddatura. Infatti i suoi compagni di partito (il PD, per intenderci, e non fate i pignoli iniziando a dire “ma che cavolo è” e brutte frasi del genere...) gli hanno detto che fare il referendum contro la legge Gelmini è un poco una fesseria. E poi c'è D'Alema che spiega che a lui dell'unità del Pd gliene fa un baffo, c'è Rutelli che dice che bisogna dialogare col centro, ossia con l'UDC, c'è Di Pietro che vuole uccidere e poi arrestare più o meno tutti, c'è Casini che per le amministrative di Trento si allea col PD, ma per quelle abruzzesi riscopre il vecchio amico Mastella. E in mezzo a tutto questo bailamme il povero Walter cerca di avere anche lui qualcosa da dire, e così dice che i pestaggi tra studenti sono nati da un'aggressione fascista col tacito appoggio delle forze di polizia. Poi su YouTube appare il filmino da cui si vede tutto il contrario, ossia che gli studenti di sinistra (studenti curiosi, tra l'altro: uno degli arrestati ha 39 anni: ripetente?) attaccano per primi e che la Polizia interviene in pochi minuti a dividere i contendenti. Che era poi quello che il Governo aveva già riferito alle Camere. Addirittura Repubblica dà torto al Walter, che se non compie gesti disperati è solo per l'improvvisa solidarietà che gli arriva nientemeno che dal Di Pietro, che sostiene che la ricostruzione del Governo è una “bassezza mediatica”. La frase è così ad effetto che poi il Di Pietro ha preteso che i suoi consiglieri gli spiegassero anche il significato. Quando glielo hanno spiegato, gli è piaciuto così tanto che ha afferrato il tam tam per comunicarlo subito ai suoi fedelissimi.

INVECE I PILOTI SONO FELICI: FINALMENTE POSSONO PERDERE IL LAVORO

Meno male che in tutto questo bailamme almeno c'è un punto di chiarezza, ossia gli infiniti danni fatti dalla legge Basaglia. Infatti grazie a questa ben nota normativa, molti matti sono a spasso e nell'occasione si sono associati per dire alla Cai, la società che dovrebbe rilevare il cadavere Alitalia, che loro non firmano più quello che avevano promesso di firmare prima. Il loro leader è un signore che si chiama Fabio Berti, comandante pilota, che ora può annunciare felice ai suoi associati “ragazzi, siete tutti disoccupati”. Gioia e tripudio. Intanto i foschi e loschi imprenditori che hanno costituito la Cai e che, scandalo, non vogliono lasciarci le penne e i capitali, annunciano che i piloti se li assumeranno uno per uno, e che gli altri vadano, per dirla in modo poco fine, sulla forca. Resta da capire perché un sindacalista difenda il diritto del lavoratore ad essere licenziato, ma probabilmente queste sono sottigliezze che non riusciamo a discernere. Da fonti generalmente ben informate apprendiamo che il Berti e i leader degli altri quattro sindacati autonomi che hanno rifiutato la firma contrattuale si siano dati a profonde meditazioni. Sono stati uditi sussurrare tra loro: “ste carogne ci vogliono far lavorare” “ma và” “ti dico di sì” “allora non firmiamo” e così via. Pare che a un certo punto nella discussione sia intervenuto un altro sindacalista dicendo “ragazzi, gli associati nostri che rischiano il licenziamento ci vogliono fare un c... così” “ma và” “ma sì” “beh, allora...”
Mentre scriviamo le nostre fonti, solitamente ben informate, ci dicono che il sussurro stia proseguendo. Vi terremo informati sul seguito. Intanto compratevi l'orario ferroviario.
Arrivederci alla prossima settimana. 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Carissimo Dott. Deotto. Ho letto il Suo esauriente post con gusto e ilarità. Ha messo a cuocere un buon minestrone alla campagnola con ingredienti scelti con cura nell'orto Italia. Ha assemblato con garbo e arguzia i vari argomenti, traendo da materiale scadente e avariato (dal primo all'ultimo) una simpatica ricetta comico-culinaria da fare invidia a Zelig e al Bagaglino! La ringrazio dal profondo del cuore; il Suo articolo ha allietato la mia giornata leggermente uggiosa. Leggere le Sue pregevoli pagine immunizza verso i rigurgiti di stomaco e - detto fra noi - anche verso altri sommovimenti intestinali! La saluto con devozione e simpatia. Ad Majora! Rita S.