lunedì 10 novembre 2008

IL GIRO DELLA SETTIMANA 3 - 9 NOVEMBRE 2008

AUGURI AL NUOVO RE DEL BHUTAN

Settimana densa di avvenimenti. Qui in Italia tutto bene, e meglio ancora in Bhutan, dove il ventottenne, laureato a Oxford, principe Khesar Namgyal Wangchuck, è stato incoronato Re di quel remoto Paese, ultimo regno buddhista himalayano indipendente,dove vivono circa settecentomila persone che pare se la passino davvero bene, visto che il Bhutan figura nelle statistiche come l'ottavo Paese più felice del mondo. L'incoronazione è stata voluta dal padre, Re e ora ex – Re, Jigme Singye Wangchuck, che solo nel 1999 aveva concesso l'uso di Internet e televisione e deciso l'asfaltatura delle strade nonché la democratizzazione - cauta – del regime. L'ex Re gode di ottima salute e ha abdicato perché è sicuro che la inevitabile transizione verso la modernità potrà essere guidata meglio dal figlio. Tanti auguri quindi al novello monarca e ai suoi sudditi, e tanti auguri di un sereno pensionamento anche all'ex monarca, che ha dimostrato che con una gelosa custodia delle proprie radici e tradizioni un popolo vive felice. Speriamo in bene per il futuro.

MA A WALTER, CHI CI PENSA ?

Ma se in Bhutan festeggiano il nuovo Re, continuano invece le amarezze per il nostro Walter nazionale, fermato in aeroporto mentre si stava imbarcando su un jet per Washington, con in tasca la lista dei ministri, viceministri e sottosegretari del PD da sottoporre al neo eletto Presidente Obama. Il Veltroni, che è stato con discrezione accompagnato in una saletta dell'aeroporto da un paio di signori taciturni in camice bianco, era infatti convinto che, poiché il PD, sotto la sua direzione, aveva dato un apporto decisivo alla nomina del nuovo presidente demonegro, spettasse a lui proporre la lista dei ministri. Mentre i due silenziosi, garbati, ma decisi signori in camice bianco lo conducevano in appartata saletta, il Walter mormorava: “sono solo 156 nominativi, il minimo che posso fare per soddisfare tutte le correnti che ho nel partito...” Poi gli hanno dato una Barbie e un Ken negretti, avvolti entrambi nella bandiera a stelle e strisce e il pover'uomo si è calmato, rendendo così inutile il siringone di Serenase che già era stato preparato per la bisogna.

E NON SOLO A LUI. DI MALATI, CE NE SONO TANTI...

Comunque, a fronte di un Veltroni sedato, restano molti altri bisognosi di cure, ma per ora non sottoposti a TSO, data la loro limitata pericolosità. Infatti l'epidemia (forse una misteriosa metamorfosi del virus influenzale) ha colpito diversi direttori di giornali. La nuova malattia ha già un nome, “quattronovembrite”, e si manifesta con la pervicace convinzione da parte del malato che il quattro novembre 2008 sia stata finalmente eletta una Nuova Divinità. Secondo alcuni medici la malattia non c'entrerebbe nulla col virus influenzale, ma sarebbe causata dalle mille porcherie che gli spacciatori mischiano alla “roba” buona per allungarla. Non è ancora ben chiaro. Per ora sono chiari i sintomi: sfacelo quasi totale dei neuroni, emissioni di rauche grida di trionfo e poi redazione di titoli folli. Alcuni esempi: da L'Unità: “4.11.2008 Nuovo mondo”, “Un pianeta migliore”. Da Il Riformista: “Sembra che parli ma prega”. Dal Manifesto: “E' crollato il muro di Washington”. Dal Corriere della Sera: “Tutto il mondo balla, da Berlino a Londra, da Parigi all'Africa”. Un primo tentativo terapeutico è miseramente fallito. Quando infatti alcuni hanno fatto notare che Obama non solo era umano e non divino, ma aveva anche manifestato il suo favore alla pena di morte e alla prosecuzione della lotta al terrorismo (“Dobbiamo catturare Osama Bin Laden e i capi di Al Qaida e ucciderli se necessario”) i malati non hanno battuto ciglio e hanno continuato nelle loro manifestazioni di giubilo.

PER FORTUNA, ABBIAMO GLI STUDENTI DEMOCRATICI

Del resto, quello di manifestare senza saper bene perché lo si fa è uno degli sport nazionali attualmente più in voga, come dimostrano le frotte di studenti che in questi giorni allietano le principali città con le loro passeggiate democratiche. Di sicuro chi manifesta non si annoia in aula, e questo è già un bel risultato. Se poi vuole anche in strada combattere la noia, quale miglior diversivo del blocco ferroviario? Così a Roma ci hanno provato, in qualche centinaio, a bloccare la Stazione Ostiense, protetta da pochi poliziotti che, orrore e abominio, hanno dovuto distribuire qualche manganellata per impedire che i bravi giovani andassero a sedersi sui binari. “Ci hanno respinto con la violenza”, questo è il grido di dolore che si è alzato dai manifestanti, che per non sbagliare, e dimostrare che loro invece sono miti e pacifici, hanno demolito un'auto parcheggiata fuori dalla stazione. Forse l'hanno fatto perché era “euro zero” o “euro uno” e in tal caso avrebbe gravemente inquinato l'ambiente.
Ma non solo gli studenti democratici sono preoccupati per l'ambiente: sono anche innovatori e hanno idee d'avanguardia. Alcuni di loro hanno infatti dichiarato che “il movimento degli studenti è apolitico e apartitico, ma democratico e antifascista e collegato alle lotte dei lavoratori”. Frasi così nuove che molti nonni democratici, che ora usano l'eskimo per coprirsi le gambe sulla sedia a dondolo (o a rotelle, nel peggiore dei casi), hanno reagito con lacrimoni di commozione, pensando ai bei tempi andati, quando lacrimavano per i lacrimogeni.
In mezzo a tante lacrime c'è comunque chi non demorde ed è sempre in prima linea per la difesa della legalità repubblicana e contro tutte le tentazioni autoritarie, anche le più nascoste. Magari anche quelle che non ci sono, ma non si sa mai, potrebbero esserci domani, e quindi è meglio mettersi avanti.

E, CON DI PIETRO CHE VIGILA, POSSIAMO STARE TRANQUILLI !

Di chi parliamo? Ma è chiaro! Di Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei bollori, pardon, dei valori. Di recente il Di Pietro ha scoperto e reso di pubblico dominio un altro progetto criminale della cricca al potere, e ha rivolto una sferzante interrogazione al Ministro per l'Ambiente, chiedendogli cosa intenda fare contro la minaccia rappresentata dalle “scie chimiche”. Cosa sono? Boh! Non dovrebbero essere nulla, avendo già eminenti scienziati spiegato che le “scie chimiche”, molto semplicemente, non esistono. Ma il Di Pietro non è così ingenuo da farsi far fesso da quattro scienziatucoli! Infatti egli teme seriamente che le scie che si notano in coda ai jet in alta quota, e che anche i bimbi (in genere dopo il primo semestre del primo anno d'asilo) sanno che sono fatte di gas di scarico e di vapor acqueo, in verità nascondano “misteriose particelle introdotte al fine di creare modificazioni climatiche”. Si potrebbero così creare “alluvioni o siccità a comando”. Chi poi lo faccia o in che modo, questi sono particolari secondari, e inutili pignolerie. Dove andiamo a finire, se i difensori della democrazia devono anche spiegare quello che dicono? Già ci difendono, giorno per giorno, contro il governo Berlusconi, che ha in progetto la riapertura dei campi di concentramento, l'introduzione della schiavitù e la replica del terremoto di Messina, e poi noi pretendiamo anche che diano conto del loro parlare?

ONORE AI DIFENSORI DELLA DEMOCRAZIA

Siamo onesti. I difensori della democrazia hanno avuto un sacco di lavoro da fare e noi dobbiamo rispettarli di più! Pensate che hanno dovuto risollevare l'Italia che era crollata nell'abominio della vergogna dopo la diabolica e orribile battuta di Berlusconi su Obama! Hanno girato il mondo, hanno riallacciato rapporti, hanno spiegato che il governo nazista in Italia ha i giorni contati. Ora sono esausti, ma sereni. E ci hanno anche insegnato come è importante misurare sempre ciò che si dice o ciò che si scrive. Si sono dati così tanto da fare che, poveretti, non hanno più avuto le energie per dire una parola di rimprovero su chi ha scritto sui muri milanesi al vicesindaco De Corato “Muori, pezzo di merda”, né hanno potuto redarguire lo scrittore Andrea Camilleri, che ha detto che la ministra Gelmini “Non è un essere umano”. Poveretti, non avevano detto nulla nemmeno quando il mite rifondaiolo comunista Caruso aveva previsto gambizzazioni per gli avversari politici.
Erano stanchi, esausti, per l'incessante vigilanza democratica a cui li obbliga lo spaventoso regime di centrodestra. Si sono addormentati nei loro lettini, stringendo un piccolo Lenin di peluche, e mentre la nonna cantava, sempre più piano, “Bella ciao”, si sono addormentati, sognando un mondo migliore, democratico, antifascista. Buon riposo a loro, e arrivederci alla prossima settimana.

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