domenica 15 febbraio 2009

ELUANA ENGLARO - rifiutiamo il silenzio degli ipocriti e dei pavidi

Ora che Eluana Englaro è stata assassinata si alzano voci a dir poco singolari che invitano al "silenzio". Insomma, i delinquenti hanno raggiunto il loro scopo e adesso non vogliono essere seccati con ulteriori discorsi. Non solo, ma il "padre" Beppino preannuncia anche querele contro chi lo ha definito delinquente. Poi, dice lui, coi soldi che ricaverà dalle immancabili condanne dei diffamatori, creerà una fondazione. Una fondazione per accoppare i malati gravi? Non so. So che quest'uomo, se avesse pudore e dignità, dovrebbe stare il silenzio. Lui sì. Magari dopo averci detto quanto gli hanno già fruttato le numerose interviste e comparsate in televisione.

Il silenzio va bene per i pavidi e per gli ipocriti. Non apparteniamo nè a una categoria, nè all'altra.

Intanto, dopo la denuncia dell'avv. Taormina, diverse altre associazioni e privati stanno assumendo inziative analoghe.

Qui di seguito trascrivo (in ciò autorizzato dai firmatari) il testo di una denuncia che mi è stata inviata per conoscenza oggi dal Comitato ITALIA NUOVA - COSTRUIAMO IL FUTURO, presieduto dal giornalistaVINCENZO BASSO

inizia

FATTO


1) In data 9 
febbraio 2009 alle ore 19:35 nella clinica “La Quiete” di Udine, 
cessava la sua esistenza per arresto cardio-circolatorio provocato da 
uno stato di disidratazione, la signorina Eluana Englaro nata a Lecco 
il 25 novembre 1970 e in stato vegetativo dal 18 gennaio 1992.
2) Alla 
signorina Eluana Englaro dal 6 febbraio 2009 erano state sospese l’
idratazione e l’alimentazione, in ottemperanza al decreto depositato 
presso la Corte d’Appello di Milano in data 9 luglio 2008 e alla 
“volontaria giurisdizione” della Corte di Cassazione in materia in data 
13 novembre 2008. A decorrere dal 9 luglio 2008, giorno del 
pronunciamento della Corte d'Appello di Milano, il signor Beppino 
Englaro si è impegnato a più riprese nel tentativo di reperire 
personale medico disposto ad eseguire il decreto, individuandolo dopo 
alcuni tentativi, nel personale della clinica “La Quiete” di Udine, che 
a far data dal 3 febbraio 2009 ha ospitato la paziente.
3) In data 6 
febbraio 2009 Consiglio dei Ministri, presieduto dall’Onorevole Silvio 
Berlusconi approvava all’unanimità il Decreto Legge recante 
“Disposizioni urgenti in materia di alimentazione e idratazione”, che 
se promulgato dal Presidente della Repubblica, senatore Giorgio 
Napolitano sarebbe entrato in vigore il giorno successivo.
4) La 
promulgazione del Decreto Legge da parte del sig. Giorgio Napolitano 
avrebbe obbligato gli specialisti della clinica “La Quiete” a 
ripristinare dal 7 febbraio 2009 l’alimentazione e l’idratazione della 
signorina Eluana Englaro, soggetto non in grado di provvedere 
autonomamente a causa della sua disabilità fisica.


TUTTO CIO’ 
PREMESSO

Ai sensi dell'articolo 575 c.p. “commette omicidio chiunque 
cagioni la morte di una persona volontariamente”, e nel caso di cui 
sopra vi si ravvisa l'aggravante in quanto il tutto “è stato 
predisposto con cura per l'individuazione della struttura, di uomini e 
di mezzi” facendo nascere nella fattispecie l'aggravante della 
premeditazione come all' art. 584 c.p. Si ravvisa anche che ad uccidere 
o ad avallare tale decisione sia il padre dell'Eluana, che anche se 
fosse stata consenziente (come è sostenuto dal decreto della Corte di 
Appello di Milano del 13 luglio 2008) il reato va punito ai sensi 
dell'articolo 579 c.p. “è punito l'omicidio del consenziente, sia che 
abbia manifestato la volontà di essere privato della vita, sia che la 
volontà sia emersa implicitamente”.
I principali artefici della morte 
della signorina Eluana Englaro sono stati il padre Beppino Englaro che 
dal 1994 si è rivolto più volte alla magistratura ordinaria affinchè si 
pronunciasse favorevolmente per il blocco dell'alimentazione, e dopo 
aver ottenuto una sentenza favorevole in seguito alla “giurisdizione 
volontaria” della Corte di Appello di Milano e della Corte di 
Cassazione, si è impegnato ad ingaggiare medici che si adoperassero 
materialmente ad eliminare l'idratazione e l'alimentazione, consapevoli 
che tali decisioni avrebbero portato alla morte della paziente stessa.

Un atto integrativo di omicidio è costituito dalla decisione del 
Presidente della Repubblica senatore Giorgio Napolitano che in data 6 
febbraio 2009 si è rifiutato di promulgare un Decreto Legge emanato dal 
Governo che avrebbe sicuramente salvato la vita ad Eluana Englaro in 
quanto nel Decreto Legge erano disciplinate le norme per 
l'alimentazione e l'idratazione forzata per i pazienti non in grado di 
provvedervi autonomamente. Non apporre la firma ad un Decreto Legge è 
nelle prerogative dell'esercizio di Presidente della Repubblica, ma in 
questo caso la mancata firma è un atto integrativo di un omicidio 
attuato materialmente dal signor Beppino Englaro e dal personale 
sanitario della clinica "La Quiete".
Inoltre a nostro parere il Sig. 
Napolitano ha violato l'articolo 3 della “Dichiarazione Universale dei 
Diritti dell'Uomo” dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 
dicembre 1948, risoluzione A/RES/217 A (III), oltre che il comma 1 
dell'articolo 32 della Costituzione “La Repubblica tutela la salute 
come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della 
collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti” e l'articolo 2 
della Costituzione “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti 
inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali”



PERTANTO MI RIVOLGO A QUESTA PROCURA


Affinchè venga accertato se nei 
confronti del:
Sen. GIORGIO NAPOLITANO sussistano gli estremi per il 
“concorso in omicidio” di cui all' ex articolo 116 c.p. e per i signori 
BEPPINO ENGLARO e il personale della Clinica "ça Qiete" di Udine se 
sussitano gli estremi per i reati di omicidio (575 c.p.) e omicidio 
preterintenzionale (584 c.p.)


ll sottoscritto a norma degli artt. 90 
e 408 c.p.p., chiede di essere sentito per fornire elementi di prova, 
si impegna anche a citare eventuali testinoni e chiede di essere 
informato dell'eventuale richiesta di archiviazione da parte del P.M.

termina

Mi sembra un testo molto preciso e che può essere adottato da chiunque non sia afflitto dal bisogno di fare silenzio.

RICORDO INOLTRE CHE IN QUESTO STESSO BLOG TROVATE IL TESTO PER RICHIEDERE A NAPOLITANO LE DIMISSIONI DALLA CARICA DI PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. QUESTA E' UN'INIZIATIVA CHE HA UN PURO VALORE MORALE (NON SI DIMETTERA' DI SICURO), MA CHE NON PER QUESTO E' MENO IMPORTANTE.

a presto risentirci



Nessun commento: