DEMOCRAZIA ED ELETTORI, GIOIE E DOLORI
Settimana densa di avvenimenti. Qui in Italia tutto bene e ancora meglio in Sardegna, dove gli elettori hanno applicato il noto proverbio “errare humanum est, perseverare diabolicum”, che si può tradurre anche in “può capitare di darsi una martellata sugli alluci, ma darsene due è da pirla” e hanno mandato a casa Soru. La faccenda ha decisamente rattristato il Walter, segretario del coso, del PD, che ha detto: “ragazzi, forse come segretario sono una ciofeca, è meglio che me ne vada, prima di perdere anche le elezioni comunali di Girigulfo Val di Chiocciola (uno dei pochi pezzi d’Italia ancora amministrato dalla sinistra)”. Applausi dall’Alpi alle Piramidi, Dal Manzanarre al Reno. Gli unici che hanno espresso viva preoccupazione sono i rappresentanti dell’Unione Stati Africani, visto che il Walter aveva detto più e più volte che, alla fine della sua carriera politica, si sarebbe trasferito nel Continente Nero. Per ora pare che i principali Stati africani abbiano iniziato una colletta per raccogliere una cifra sufficiente a convincere il Walter a starsene a casa, visto che in Africa di problemi ne hanno già tanti.
IMPORTANTE ASSEMBLEA DEL COSO, DEL PD - SPUNTA IL SOL DELL'AVVENIR
Comunque il coso, il PD, a questo punto ha deciso di riunirsi in Assemblea Nazionale e di eleggere un nuovo segretario, in attesa del congresso, ancora da tenersi, in cui finalmente si deciderà cosa ci stia a fare e a che serva il coso, insomma, il PD.
Con rara coerenza nel desiderio di farsi del male, i sinistri assemblati (sta per “partecipanti all’Assemblea) hanno eletto segretario Dario Franceschini, al quale si opponeva solo Arturo Parisi, anch’egli aspirante, in un gorgo di masochismo, alla stessa carica. E poiché tanti mi dicono che sono un nero reazionario, cedo la parola al sindaco di Venezia, prof. Massimo Cacciari, uomo sinistrato: “Certo che un partito chiamato a decidere il leader tra Franceschini e Parisi rasenta il ridicolo”. Ipse dixit.
È quindi giusto e onorevole fare al neo – segretario gli auguri di buon lavoro, né gli mancherà, anche perché dovrà verificare anzitutto, dopo le esternazioni dei vari Rutelli, D’Alema, Casini ecc dove cavolo sia il partito che dovrà dirigere. Né sarebbe cavalleresco fare dell’ironia sul partito che è il risultato delle varie metamorfosi del PCI e che si trova ora diretto da un democristiano DOC. anche perché bisogna stabilire, come dicevamo, se il coso, il PD, esista davvero.
E in questo spirito amichevole e di augurio pubblichiamo due belle foto: nella prima potete vedere un momento dell’Assemblea, coi volti dei delegati in primo piano. La seconda foto ci mostra un libro scritto in onore di Dario Franceschini, a sua volta apprezzato scrittore, di buon augurio per le sue future fatiche.
IL BEPPE VIGILA SULLA DEMOCRAZIA
In politica insomma tutto bene, e meglio ancora sul fronte della vigilanza democratica, quella necessaria, come tutti sanno, per evitare che Berlusconi trasformi il Paese in un immenso lager, o quantomeno che abbia la spudoratezza di voler governare con la puerile scusa che gli elettori hanno eletto lui. Se ci mettiamo a rispettare gli elettori, dove va a finire la vigilanza democratica? Del resto, già a suo tempo D’Alema ci aveva spiegato che il centrodestra aveva vinto le elezioni perché gli italiani sono, gratta gratta, un branco di bestioni. Ma per fortuna sul fronte della vigilanza democratica continua a vigilare Fanghiglia Cristiana, che ammetto di avere un po’ trascurato ultimamente, ma ho un medico molto severo in materia di difesa del fegato. Orbene. Beppe Del Colle, editorialista di fama mondiale, sempre all’erta nella trincea della democrazia, ci avvisa che il governo sta abusando di decreti – legge. Ohibò. Si vuole delegittimare il Parlamento? Dove andiamo a finire? Non si sa dove andassimo a finire quando i decreti legge li usava a raffica il governo Prodi, ma queste sono pignolerie. Il Del Colle si indigna e, mentre intona “bella ciao” ecco che qualcuno lo informa sommessamente che i decreti legge devono comunque essere convertiti in legge dal Parlamento, entro sessanta giorni, altrimenti ciao Ninetta, è tutto da rifare. Ma il Beppe non è nato ieri: e infatti ci spiega, con ammiccar furbetto, che il Governo ha in Parlamento una schiacciante maggioranza, e, poiché gli elettori non esprimono più voti di preferenza, i parlamentari sanno di poter essere esclusi dalle future liste, il tutto a capriccio del leader. Ergo, devono votare secondo disciplina e fare i bravi. Orbene,lo stesso non accadrebbe se il Governo usasse meno decreti legge e più disegni di legge? La maggioranza che, docilmente, voterebbe, ci sarebbe sempre. Insomma, va male comunque, sia coi decreti, sia coi disegni di legge. Viene quasi il sospetto: non è che il buon Beppe confonda la “difesa della democrazia” con il “io detesto Berlusconi e basta”?
Sappiamo che non è così. Chi metterebbe in dubbio l’adamantina serietà professionale di un Beppe Del Colle, (qui a lato vedete una sua recente foto) che del resto scrive su una Rivista nota per il suo equilibrio, che si manifesta anche nel fare un delizioso minestrone tra “l’obbligo” (che nessuno ha mai imposto) per i medici di denunciare gli extracomunitari che hanno in cura, con “la facoltà” di farlo. Forse sono due cosucce distinte.
NO AL RAZZISMO !
È molto più importante combattere, oltre ai rigurgiti fascisti, anche lo strisciante razzismo, indotto dall’odio cieco e selvaggio che Maroni ha per quanti non siano nati entro la linea del Po. Naturalmente il fatto che gli immigrati, che costituiscono il 6 per cento della popolazione, siano responsabili del 40% delle violenze carnali, del 49% dei furti, del 24% degli omicidi, del 32% dei tentati omicidi, del 30% dei traffici di droga è un dato del tutto secondario. In tal senso ha dimostrato una profonda sensibilità verso le problematiche dell’immigrazione quel giudice di Roma che ha annullato l’ordinanza del Prefetto che espelleva dall’Italia un bravo giovane romeno, fermato tre volte in quattordici giorni per innocenti ragazzate: rapina, furto e lesioni. Sì, ha detto il giudice, è un po’ discolo, ma non pericoloso. Il giovanotto peraltro aveva già trovato altri solerti giudici che avevano provveduto a tenerlo in libertà dopo ogni fermo di polizia, sicché ha pensato bene di festeggiare il tutto con uno stupro. È solo da sperare che la vittima non venga incriminata per razzismo, poiché in seguito alla sua denuncia potrebbe aumentare il risentimento popolare contro i romeni.
Ma per concludere bene questo giro della settimana, ecco una buona notizia: il Festival di Sanremo è finito. Chi lo ha vinto? E che me ne frega?. Per me, la bella notizia è che sia finito.
A tutti una felice nuova settimana
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